Italia
Parere positivo da parte della Commissione Lavori pubblici e Comunicazioni del Senato allo schema di decreto legislativo del viceministro alla Comunicazioni, Paolo Romani, che recepisce la Direttiva Ue sui nuovi servizi media e audiovisivi.
“Abbiamo lavorato – ha detto Alessio Butti (Pdl) relatore sul provvedimento – in un clima molto positivo di collaborazione con il centrosinistra e di grande disponibilità del viceministro Romani che ringrazio”.
Detto questo, l’aspetto importante che ha inteso sottolineare Butti è che non ci sarà “nessuna censura e nessun controllo preventivo”, per assicurare “la libertà della rete”.
Usa parole inequivocabili e chiare il senatore su un punto del decreto che aveva suscitato molte polemiche, in primis del presidente dell’Agcom Corrado Calabrò: “Non c’è nessun filtro – ha commentato – l’unica cosa prevista è una semplice dichiarazione di inizio attività ma che non comporta alcun controllo preventivo. Poi, se il sito manda in rete delle cose non dignitose, sarà l’Autorità casomai a intervenire”.
Anche sulla responsabilità editoriale dei provider, ha spiegato, “abbiamo allentato la morsa”.
Tra i primi punti del parere, articolato in nove pagine, c’è “…una definizione più precisa dei soggetti che rientrano nella definizione di servizi di media audiovisivo, e quindi nella disciplina della direttiva europea. Si stabilisce senza equivoco che i blog di video amatoriali, i giornali online, i motori di ricerca, le versioni elettroniche delle riviste non sono disciplinati dalla nuova normativa, sono liberi”.
“Dunque – ha evidenziato Butti – come avevamo detto fin dall’inizio, nessuna censura alla rete. Al punto tre ho anche ulteriormente precisato che la responsabilità editoriale incombe su terzi e non sui provider che ‘ospitano’ e trasmettono contenuti realizzati da altri”.
Il parere, poi, “su richiesta dell’Autorità, specifica meglio che le telepromozioni sono consentite solo nell’ambito dei programmi e precisa alcuni dettagli relativi alla pay-per-view“, ha continuato il relatore.
Quanto alla Logical channel numbering (Lcn) cioè l’ordinamento automatico dei canali sul nuovo telecomando digitale, “si prevede che spetti all’Autorità definire criteri e blocchi dei numeri, nell’ambito dell’istruttoria che è già in corso e terminerà a breve; al ministero, invece – ha detto ancora – va il compito di assegnare il numero del telecomando alle emittenti ma anche di sanzionare quelle che non rispettano la posizione assegnata loro, anche con la revoca dell’autorizzazione a trasmettere fino a due anni”.
Sul fronte dei minori, il parere Butti prevede, tra l’altro, che “oltre al riferimento al Comitato di applicazione del codice media e minori, venga inserita l’intesa con l’Autorità” e che “il bollino per segnalare i programmi a rischio per i minori venga trasmesso all’inizio e nel corso della trasmissione”.
Dopo alcuni punti dedicati ad accogliere le richieste del mondo dell’emittenza locale, in particolare radiofonica, il testo stabilisce ancora che “il product placement venga inserito anche nei programmi sportivi” e che su questo fronte “spetti all’Autorità verificare che si applichi l’accordo di autoregolamentazione tra i broadcaster“.
C’è poi il capitolo sulla tutela del prodotto audiovisivo europeo, “nel quale vengono ripristinati gli obblighi di investimento e programmazione, nonché le sottoquote per il cinema italiano, da definire con un regolamento che avrà tempi più stretti”. E ancora, una delle questioni più discusse, cioè la cosiddetta autorizzazione generale per i nuovi siti Web: “premesso che si tratta di una dichiarazione di attività e niente altro – ha commentato Butti – il parere precisa che va richiesta all’Autorità, non al ministero, e che non c’è nessun filtro e nessun controllo preventivo dei contenuti: la verifica dell’Agcom avviene infatti dopo che il sito ha avviato la sua attività”. Infine viene tolto l’obbligo di rettifica per il Web.