Unione Europea
L’operatore storico francese France Telecom, proprietario del marchio Orange, ha precisato che l’operazione che prevede la fusione delle proprie attività mobili britanniche con quelle di Deutsche Telekom è stata programmata “nell’interesse del mercato britannico”.
La precisazione arriva in risposta alla decisione dell’Office of Fair Trading (OFT) – l’organismo di tutela contro le pratiche commerciali abusive – di chiedere alla Commissione europea di poter esaminare gli effetti sul mercato mobile britannico. La Ue sta già indagando sul progetto di fusione e ha fatto sapere di aver prolungato la scadenza dell’indagine dal 15 febbraio al 1° marzo.
Secondo l’OFT, l’operazione rischia di ostacolare seriamente la concorrenza nel settore della telefonia mobile del Regno Unito.
La fusione tra T-Mobile UK e Orange, prevede la creazione di una joint venture che – con quasi 30 milioni di clienti, una market share del 37% e un fatturato pro-forma che nel 2008 si sarebbe attestato a 9,4 miliardi di euro – contrasterà la leadership di O2 (divisione della spagnola Telefonica) con una quota di mercato del 27,7% e Vodafone che ha una quota del 24,7%.
“Siamo in stretto contatto con tutte le autorità coinvolte, incluse OFT e OFCOM e siamo persuasi che la proposta di fusione sia positiva per
Se la richiesta dell’organismo britannico verrà accettata, il via libera all’operazione potrebbe slittare al 2011: l’OFT esaminerà il progetto e deciderà se riferire all’Autorità britannica per la concorrenza (Competition Commission) per chiedere un’ulteriore indagine, che potrebbe portare allo stop dell’operazione se venissero confermate le ripercussioni negative per la concorrenza sul mercato mobile britannico.
Il mercato britannico, con 5 operatori attivi, è sicuramente uno dei più concorrenziali d’Europa: i margini operativi lordi si attestano a circa il 25% contro quasi il 40% in Francia. Il consolidamento e il ritorno a 4 operatori (come in Italia, Spagna e Germania) potrebbero contribuire a ridurre la pressione competitiva.
Molti player, alla ricerca di metodi per controllare i costi, hanno deciso di condividere le infrastrutture: T-Mobile ha siglato un accordo in questo con 3 e Vodafone con O2.
T-Mobile UK ha sofferto in particolar modo della fluttuazione dei cambi e degli effetti della crisi: il suo margine operativo è significativamente inferiore alla media del 31% delle altre divisioni di Deutsche Telekom e anche l’Arpu (19 sterline) è inferiore a quello degli altri operatori britannici.
All’inizio di quest’anno l’ex monopolista tedesco ha quindi deciso di svalutare le attività britanniche per 1,8 miliardi di euro.