Italia
Cresce l’attenzione dell’opinione pubblica sulla campagna Donne e TV. “La Lettera della CPO del ministero dello Sviluppo economico, l’Appello di Gabriella Cims, le numerosissime adesioni trasversali, non solo parlano alle ragioni alle donne, indicando un percorso condiviso da tutte, ma riflettono anni di dibattito delle italiane sul tema “donne e media”, al centro di Direttive UE e Risoluzioni ONU che molti Paesi, tranne il nostro, hanno fatto proprie”. A sostenerlo è Nella Condorelli, direttrice di Women in the City (www.womeninthecity.it) il magazine web di settore nato su incarico del Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità.
“…Conviene ricordare che volgeva il 1991, quando Tina Anselmi, presidente della Commissione Nazionale Parità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, inaugurò a Palazzo Chigi il Tavolo delle Giornaliste con il duplice obiettivo della parità uomo-donna nei sistemi informativi, tanto sul piano dell’accesso e delle carriere quanto su quello della rappresentazione plurale dell’immagine delle donne nella programmazione televisiva – ha aggiunto Nella Condorelli – Da allora, niente è cambiato, e l’Italia continua ad essere fanalino di coda tra i Paesi dell’Unione europea, manifestando nei fatti poca attenzione e rispetto nei confronti della sua popolazione femminile, e delle politiche di parità. Spero – ha concluso la Condorelli – che la mobilitazione di oggi con la campagna Donne e TV raggiunga l’obiettivo posto dalla proposta di emendamenti al Contratto di servizio pubblico Rai, per una plurale visione e rappresentazione delle donne nella nostra Tv pubblica”.
Ma uno dei problemi più rilevanti è dato dal fatto che le donne si sono già affermate nella società, ma la televisione continua a rappresentarle in modo caricaturale.
“… Secondo uno studio dell’ISTAT del 2007, oltre il 47% delle donne in Italia lavorano, sono spesso laureate, fanno le imprenditrici, le libere professioniste e occupano posizioni dirigenziali o di quadro intermedio. Questo è generalmente ben accettato nella società italiana, tranne che in televisione dove questi modelli positivi importanti per la formazione dei ragazzi, se sono rappresentati lo sono solo in modo negativo…” – ci ha dichiarato Serena Romano, Presidente dell’Associazione Corrente Rosa e membro del direttivo di Pari e Dispare – “…E’ come se la televisione italiana si fosse bloccata sui modelli degli anni Sessanta. Mostrare modelli femminili attuali – ha concluso Serena Romano – potrebbe favorire uno svecchiamento della televisione e un riposizionamento su una società reale, attiva e più vicina alla realtà.”
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