Italia
Amo ripetere che nella vita, come nell’attività professionale, si devono saper accettare solo quei compromessi che non ledono le dignità dei propri principi.
Accendendo il televisore e riflettendo, anche per pochi istanti a dire il vero, su quale siano l’immagine e il ruolo delle donne ne derivano due domande.
Non esiste più dignità?
Non esistono più principi?
All’interrogativo “solo la bellezza fa audience?” rispondo No. E con forza.
E i pochi modi per catturare telespettatori sono far litigare le persone e spogliarle? Altrettanto No.
Non si tratta di morali, ma di valori. Quali?
Quelli – di qualsiasi tipologia – che puntano sull’essere e non (o non del tutto) sull’apparire, che amplificano la cultura, stimolano intelligenza, generano benessere.
Registriamo tanti, troppi casi di persone che dimostrano poca dignità e scarsi principi, che ambiscono a far carriera e soldi con frivole virtù.
Per queste ragioni, oggi come mai il servizio pubblico televisivo è chiamato a fare la sua parte in ruolo educativo-sociale. Così come le televisioni cosiddette commerciali. E tutti i mass-media, tutti. Ogni amministratore delegato, direttore generale, direttore responsabile, uomo di marketing, giornalista, uomo o donna che siano, devono dare il loro contributo.
D’accordo, la bellezza “oca e desnuda” sembra far più audience di ogni altra cosa.
Ma è così perché è vero, o perché chi detta le regole non è capace di trovare soluzioni più intelligenti, educative, veramente creative?
Possiamo solo immaginare quali potrebbero essere i mutamenti provocati a livello globale da un aumento importante di una sana partecipazione e considerazione delle donne sulla cultura, sull’impresa, sulla scienza, sulla tecnologia, nello spettacolo.
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