Stati Uniti
Jammie Thomas-Rasset avrebbe dovuto pagare due milioni di dollari per aver scaricato 24 canzoni da internet attraverso un sito peer-to-peer, ma, in appello, il giudice ha ridotto la sanzione a 54 mila dollari, ritenendo le pretese dell’industria discografica “mostruose e scioccanti” rispetto al reato commesso.
L’avvocato della signora Thomas sta comunque tentando di ridurre ancora l’importo della multa: “…che siano 2 milioni o 54 mila dollari, sono madre di quattro bimbi con un solo reddito e non ce la stiamo esattamente spassando”, ha affermato la Thomas.
La RIAA ha trascinato la donna in tribunale nel 2007, con l’accusa di aver scaricato illegalmente dalla rete circa due mila canzoni. L’associazione ha però chiesto i danni soltanto per 24 brani. Tra le canzoni piratate, pezzi di Aerosmith, Def Leppard, Green Day e Gloria Estefan. Riconosciuta colpevole, la donna è stata condannata a risarcire danni per 200 mila dollari.
Dopo un nuovo processo nel
Il ricorso contro questa nuova sentenza ha portato quindi alla riduzione della multa a 54 mila dollari, dal momento che – secondo il giudice d’appello, Michael Davis – “L’esigenza di un deterrente non può giustificare un verdetto di 2 milioni di dollari per furto e distribuzione illegale di 24 canzoni per il solo scopo di ottenere musica gratis”.
La legge americana permette alle case discografiche di chiedere danni tra 750 e 30 mila dollari per ogni brano scaricato illegalmente da internet. L’importo può essere aumentato fino a un massimo di 150 mila dollari se la giuria ritiene che l’atto di pirateria sia stato intenzionale.
“Questa corte – ha aggiunto il giudice – ha semplicemente ridotto la multa comminata nel precedente processo a un importo che non sia mostruoso e sconvolgente”.
Secondo l’avvocato Ben Sheffner, specializzato in questioni legate al copyright, la domanda ovvia per i proprietari di copyright è: a che cosa servono i danni legali, se un giudice può impostare il suo range personale?
“Per quanto ne so, la decisione il giudice Davis è senza precedenti”, ha scritto Sheffner sul suo blog, rilevando inoltre che “…si tratta della prima e unica decisione atta a ridurre i danni legali riconosciuti a un detentore di diritti proprietari”.