Decreto Romani: le norme sul porno a ‘tutela dei minori’ troppo penalizzanti per le pay Tv?

di Raffaella Natale |

Italia


Paolo Romani

Tra le novità introdotte dal Decreto Romani che stanno sollevando diverse polemiche – a parte le disposizioni su cinema e fiction indipendente, su web e taglio progressivo al tetto orario degli spot per la pay tv – anche i nuovi limiti per le trasmissioni pornografiche per tutte le piattaforme. 

Niente film vietati ai minori di 18 anni né programmi per soli adulti tra le 7 le 23 adesso anche per le tv a pagamento, su satellite e non.

 

La disposizione, contenuta nel capitolo dedicato alla “tutela dei minori“, sembra destinata a assestare un colpo innanzi tutto a Sky, che da ottobre scorso ha lanciato la programmazione hard in pay-per-view 24 ore su 24, anche se con il filtro di una doppia password (cioè di un ulteriore codice pin, concesso solo ai titolari di abbonamento, oltre al filtro già applicato per i porno in onda nelle ore notturne).

 

Al momento, la società del magnate Rupert Murdoch non ha rilasciato nessun commento sebbene le nuove misure colpiscono le casse della pay tv che può contare su introiti da 45 milioni all’anno legati all’offerta porno, cioè circa la metà del fatturato complessivo della pay-per-view.

Ma si sottolinea che fino a oggi c’è stata sempre la massima attenzione ai sistemi di accesso condizionato e di parental control messi a disposizione degli abbonati.

Nelle maglie della stretta del Decreto non c’è solo l’hard ma tutti i film e i programmi vietati, per scene di “violenza gratuita o insistita o efferata”.

 

A farne le spese è destinata a finire anche Conto Tv, l’emittente di Marco Crispino in onda su satellite e digitale terrestre, che del porno fa uno dei suoi punti di forza: “Siamo partiti da un mese e mezzo con l’offerta 24 ore su 24: abbiamo investito, acquistato diritti e banda trasmissiva. E’ una norma liberticida – protesta l’imprenditore – perché la direttiva europea, che lo schema di decreto recepisce, non prevede orari. E poi la tv a pagamento via satellite ha il sistema più alto di protezione che esista, con ben cinque filtri: la parabola, il decoder, la smart card, il pagamento per il singolo evento e il codice pin. Piuttosto si limiti l’accesso al poker”.

 

Si chiama fuori, invece, Dahlia, l’emittente sul digitale terrestre (con 450 mila tessere attive e oltre 1 milione di viewer) che propone programmi ‘adult’ solo dopo le 24, mentre è interessata dalle nuove disposizioni Fastweb, che offre su IPTV un catalogo di film a luci rosse accessibili on demand – e ovviamente con appositi filtri e codici di accesso – a qualsiasi ora.

 

Il vero business del porno, comunque, è sul web, dove la categoria ‘adult’ viaggia al 30%, davanti ai siti che danno accesso gratuito ai video amatoriali continuamente aggiornati, e con YouPorn (la versione sex di YouTube) numero uno in Italia con una quota di mercato del 10%.

Il decreto ricorda anche lo stop ai film vietati ai minori di 14 anni nella fascia dalle 7 alle 22.30 per le tv in chiaro, e dunque Rai, Mediaset e La7: di fatto, però, non cambia nulla, ma vengono solo esplicitate meglio norme già vigenti. “Questo tipo di prodotti è sempre andato in seconda serata”, ha sottolineato il vicedirettore generale della Rai Antonio Marano, che cita l’esempio del film Salvate il soldato Ryan. In ogni caso, spiegano da Mediaset, esiste un’apposita commissione che ha il compito di rendere i film ‘per tutti’, adattando cioè – in accordo con i produttori – la versione per le sale alla visione di un pubblico generalista.  

 

Entrando nel dibattito sulla stretta alle norme relative ai film vietati, Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, ha commentato che il decreto Romani “è il rafforzamento delle norme del Codice Tv e Minori“.

Per Marziale, “è necessario, però, valutare positivamente le contro-argomentazioni addotte dagli oppositori e incentrate sul rapporto Tv e Minori, perché in termini di applicazione delle normative vigenti ci sarebbe tantissimo da fare in chiave generalista”.

 

Per Adoc, questa nuova norma penalizza eccessivamente le Tv a pagamento. “E’ un intervento giusto se applicato alle sole emittenti che trasmettono in chiaro – ha dichiarato Carlo Pileri, presidente dell’Adoc – ma non può valere per quelle a pagamento, in quanto rappresenta una forte limitazione alla loro attività, visto che la maggior parte dei film d’autore e di qualità sono vietati ai minori di 14 e 18 anni”.

“Restando in tema di divieti, chiediamo il blocco della messa in onda di qualsiasi pubblicità o trailer cinematografico che abbia contenuti a carattere volgare, horror e diseducativo – ha continuato il presidente dell’Adoc – all’interno di programmi dedicati ai giovani, anche oltre gli orari previsti dalla fascia protetta, che dura dalle 7 alle 22.30. Ci sono giunte numerose segnalazioni da parte di utenti e genitori infuriati per la messa in onda, durante alcuni programmi serali destinati a un pubblico prevalentemente minorenne, di un trailer di un film horror appena terminata la fascia protetta, con la trasmissione ancora in corso”.

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