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Chiamate internazionali: è Skype il maggiore provider. Traffico on-net in crescita del 63% a 54 mld di minuti

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Cresce la quota di mercato di Skype nel segmento delle chiamate internazionali, a fronte di un generale rallentamento del mercato. È quanto rivela uno studio TeleGeography, secondo cui negli ultimi 25 anni il volume di chiamate telefoniche internazionali è cresciuto in media del 15% all’anno, mentre nell’ultimo biennio il tasso di crescita si è ridotto all’8%: dai 376 miliardi di minuti del 2008 si stima di raggiungere i 406 miliardi di minuti nel 2009.

“Ad esempio – ha spiegato l’analista TeleGeography Stephan Beckert – le chiamate verso il Messico, la più importante destinazione per il traffico VoIP in entrata, si sono ridotte del 4% e il volume complessivo di telefonate verso l’America Centrale è sceso del 5%”.

Se la grave recessione ha avuto un forte impatto sul volume delle chiamate internazionali tradizionali – che pure è rimasto significativamente elevato – non così è stato per le conversazioni condotte via Skype che, invece, hanno segnato una notevole accelerazione, raggiungendo il 12% del totale.

Il traffico internazionale on-net (ossia tra due utenti che utilizzano Skype) è cresciuto del 51% nel 2008 e per il 2009 è previsto un incremento del 63%, a 54 miliardi di minuti.

“Il volume di traffico gestito da Skype è enorme”, ha aggiunto Beckert, sottolineando come Skype sia attualmente “il più grande provider di comunicazioni internazionali”.

Gli operatori internazionali sono dunque avvisati: secondo TeleGeography, la proliferazione di alternative alla telefonia tradizionale – inclusa la versione di Skype per i cellulari e il graduale ingresso di Google nel mercato della voce – renderanno l’arena sempre più affollata e competitiva.

Il software Skype è utilizzato da oltre 400 milioni di persone in tutto il mondo per telefonare, chattare, video chiamare ed è stato adattato anche ai più popolari cellulari in commercio.

La società è stata acquisita da eBay nel 2005 per 2,6 miliardi di dollari, ma alla fine dello scorso anno i due fondatori, Niklas Zennstrom e Janus Friis, dopo una lunga battaglia con la casa d’aste, sono riusciti a tornare in possesso del 14% del capitale. Il 56% è stato acquistato da un gruppo di investitori formato da Silver Lake Partners, dalla venture capital Andreessen Horowitz – creata dal cofondatore di Netscape Marc Andreessen e da Ben Horowitz – e dal Canada Pension Plan Investment Board. eBay ha mantenuto invece una quota del 30%.

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