Istruttorie antitrust su catene hi-tech: per Aduc, ‘Mancato rispetto diritti di garanzia, uno dei più grossi illeciti subiti dai consumatori’

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Procedimenti nei confronti di Mediamarket (marchio Mediaworld), Unieuro, SGM Distribuzione (marchio MarcoPoloExpert), Euronics e Nova (marchio Euronics), DPS Group e DML (marchio Trony) anche per verificare il riconoscimento del diritto di recesso.

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Le 5 istruttorie aperte dall’Antitrust nei confronti di 7 imprese, rappresentanti le principali catene commerciali di prodotti di elettronica, informatica, tecnologia e elettrodomestici, per verificare se le aziende abbiano agito correttamente nell’informare i consumatori sull’esistenza della garanzia legale sui prodotti e sulle differenze con la garanzia convenzionale offerta a pagamento, focalizza, secondo l’associazioni Aduc, “…uno dei più grossi problemi che hanno i consumatori quando acquistano un prodotto che poi risulta difettoso”.

 

Le istruttorie, avviate alla luce delle molte segnalazioni inviate dai consumatori, dovranno accertare anche – ha spiegato l’Antitrust in una nota – “…se le imprese abbiano correttamente riconosciuto ai consumatori l’esercizio della garanzia legale e il diritto di recesso”.

 

Le imprese oggetto delle istruttorie, in particolare, avrebbero messo in atto pratiche commerciali scorrette per indurre la clientela in confusione, facendo leva sul fatto che esistono due garanzie sui prodotti: quella dei produttori – dura mediamente un anno ed è regolata dai produttori stessi, con tempi, modi e costi indicati nei depliant che vengono allegati al prodotto – e quella di legge, che dura due anni ed è fornita dai commercianti sui vizi di produzione e/o conformità.

 

Diversi i trucchi messi in atto per ostacolare l’esercizio di questi diritti da parte dei consumatori: “…dalle informazioni carenti sui termini per l’esercizio dei diritti relativi alla garanzia legale biennale “di conformità” (riparazione e/o sostituzione), al rifiuto di riconoscere l’applicabilità della garanzia stessa o di sostituire il prodotto difettoso come richiesto”, si legge ancora nella nota dell’Autorità, che aggiunge poi come alcuni consumatori abbiano lamentato di avere ricevuto “indicazioni insufficienti o fuorvianti sulle condizioni e le modalità di esercizio del diritto alla sostituzione”.

Altri ancora hanno denunciato di non aver ricevuto alcuna informazione sui tempi dell’intervento di riparazione o di avere dovuto subire lunghe attese prima di riavere il bene riparato o, ancora, di avere dovuto pagare le spese per la riparazione o per il trasporto benché il prodotto fosse in garanzia.

 

Tutto ciò nonostante il codice del consumo preveda che il venditore, per quanto concerne la garanzia di conformità, “deve prendere direttamente in carico il problema e risolverlo in tempi congrui e senza costi per il consumatore”.

Il punto, ha sottolineato l’Antitrust, è che “…molti consumatori si rivolgono direttamente ai produttori, non sapendo che devono rivolgersi al venditore per far valere la garanzia legale della durata biennale”.

I venditori, ha spiegato quindi l’Aduc, tendono invece a “negare questo diritto, rimandando i consumatori ai centri assistenza dei produttori (spesso lontani dai luoghi dell’acquisto), nonché imponendo tempi biblici per  risolvere i vari problemi”. (a.t.)

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