Diritto d’autore: Gaetano Blandini (Siae) risponde a Confindustria-Anie, ‘L’equo compenso finalmente nelle tasche giuste’

di Raffaella Natale |

Italia


Gaetano Blandini

Il Direttore Generale della Siae, Gaetano Blandini, ha risposto alle dichiarazioni sull’equo compenso del presidente di Confindustria–Anie (imprese elettrotecniche ed elettroniche) Guidalberto Guidi, sostenendo che “Più che il decreto attuativo di una legge dello Stato, che da ben sei anni non veniva emanato, “sconcerto e incredulità” suscitano le dichiarazioni del Presidente Guidi che sa benissimo come il decreto, dal punto di vista dei principi, è perfettamente in linea con quanto accade nei maggiori Paesi europei (Francia, Germania, Spagna)”.

 

Guidi aveva dichiarato di aver accolto con “sconcerto e incredulità” il decreto di rideterminazione del compenso per copia privata perché, aveva spiegato,  “stravolge il regime vigente introducendo sostanzialmente una tassa il cui importo cresce proporzionalmente alla capacità di memoria degli apparecchi elettronici”.

Il nuovo meccanismo, aveva aggiunto Guidi, penalizza fortemente i consumatori che si trovano costretti a pagare “almeno tre balzelli (sui contenuti acquistati, sull`apparecchio, sul supporto digitale) per esercitare il proprio diritto ad effettuare una copia di un contenuto digitale acquistato legalmente”. L’estensione del decreto a tecnologie quali cellulari, pc, decoder, game consolle, che non hanno come funzionalità principale la duplicazione di contenuti digitali, rappresenta – secondo Guidi, “…un’ulteriore penalizzazione”.

 

Il Dg della Siae ha però replicato sottolineando che Guidi “sa altrettanto bene – ed è per questo che le sue dichiarazioni destano ancora maggiore sconcerto e incredulità – come, proprio in quei Paesi, il compenso che si paga per la copia privata è equo mentre, da noi il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha ritenuto di fissare un compenso molto inferiore che ancora non può certamente essere ritenuto equo. Ci auguriamo invece che l’industria della tecnologia, che in questi anni ha visto finire nelle proprie tasche i proventi di equo compenso, non penalizzi i consumatori facendo gravare su di loro questi costi, così come avviene nei maggiori Paesi europei. Si ritiene infine opportuno rammentare al Presidente Guidi che in Gran Bretagna la copia privata è addirittura vietata con risvolti anche penali per chi l’effettua. Si esprime infine stupore in quanto un rappresentante di Confindustria, non solo nega i legittimi diritti degli Autori, ma anche quelli altrettanto legittimi di imprese e imprenditori che di Confindustria fanno parte”.

 

In merito al coro di proteste che si sta sollevando in merito al decreto sull’equo compenso – il compenso per il diritto d’autore che viene applicato ai cosiddetti supporti vergini -, Blandini ha aggiunto: “Ci saremmo stupiti se non ci fossero state proteste”.

“Dopo sei anni di inapplicazione di una legge dello Stato, questi denari andranno finalmente nelle tasche giuste – ha continuato Blandini – sinceramente, però, non mi aspettavo una tale disinformazione, nel senso che sarebbe molto grave se il decreto andasse a ripercuotersi sui consumatori finali. La Siae denuncerà pubblicamente le aziende che colpiranno i consumatori”. Blandini ha inoltre ribadito che il compenso non è in realtà ancora equo: “Ci aspettavamo qualcosa in più, ma ne abbiamo preso atto”, sostenendo che la Siae manterrà circa il 4-5% della riscossione sul compenso.

 

In Europa tutti i prodotti che permettono la copia delle opere prevedono da anni il compenso. In Francia i compensi dal 2008 sono il 50% più alti di quelli stabiliti dal decreto e in Spagna, ad esempio su il cellulare, il compenso è di 1 euro e 10, in Croazia è di 1 euro e 37 centesimi. Il compenso stabilito dal decreto in Italia è 0,90, il prezzo minimo di un caffè.

“Il consumatore italiano – ha commentato Blandini – dovrebbe stare attento ai prezzi dei prodotti e chiedersi, ad esempio, come mai in Italia su alcuni prodotti, per i quali prima del decreto non era previsto nessun compenso, si pagava un prezzo maggiore per gli stessi venduti in Francia, dove il compenso per copia privata era già da tempo applicato”.

 

Secondi il direttore generale della Siae gli incassi per copia privata del 2008 sono stati 61 milioni di euro e per il 2009 la cifra sarà ancora più bassa. Questo perché prima di questo decreto, ad esempio, le memorie, che ognuno di noi utilizza quotidianamente per riprodurre opere protette dal diritto d’autore, non erano comprese. In questi anni lo sfruttamento delle loro opere tramite le nuove tecnologie è aumentato in maniera esponenziale, ma a tale sviluppo e diffusione commerciale delle tecnologie non è corrisposta una tutela dei diritti d’autore.

 

“Lo sviluppo dell’industria degli strumenti di comunicazione e dei servizi – ha evidenziato Blandini – non può essere realizzata a danno degli autori editori e produttori dei contenuti creativi dalla cui utilizzazione le industrie traggono alimento”.

“Qui non si tratta “dare soldi alla Siae”. Incassando e ripartendo per legge i compensi per copia privata la Siae tutela non solo i legittimi interessi degli autori, ma anche quelli di tutta la filiera dei detentori di diritti”.

 

Il direttore generale della Siae ha poi criticato, definendola “pura fantasia” la stima di Altroconsumo secondo la quale sarà pari a 100 euro in più a famiglia la spesa che comporterà il decreto del ministero dei Beni culturali che rivede i compensi sulle copie private.

“Sono esterrefatto nel leggere la fantasiosa previsione di Altroconsumo. Il compenso che va a chi ha creato una canzone o un film quando questa canzone viene gratuitamente riprodotta con gli innumerevoli prodotti tecnologici che abbiamo a disposizione, non è una tassa ma è un equo compenso, la remunerazione di chi crea e le opere e di chi investe e produce nella cultura. Le stime sui futuri incassi che circolano in rete sono pura fantasia. Rapportare in generale il compenso per copia privata alla capacità di registrazione costituisce, peraltro, il metodo più diffuso nei Paesi di area euro”.

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