Yahoo!: per il partner cinese Alibaba, ‘imprudente’ il sostegno a Google nella lotta contro la censura

di Alessandra Talarico |

Cina


Jack Ma

Dure critiche sono arrivate all’indirizzo di Yahoo! da parte del suo partner cinese Alibaba Group, in merito all’allineamento della società americana alle accuse rivolte da Google al governo di Pechino dopo l’attacco hacker, proveniente, sostiene il gruppo di Mountain View, proprio dalla Cina. Google ha affermato che questi attacchi, insieme ai diktat del governo in fatto di censura, hanno spinto il gruppo a considerare la chiusura delle attività nel Paese.

 

La dichiarazione resa da Yahoo! circa ‘l’allineamento’ alla posizione presa da Google la scorsa settimana, “…è stata imprudente, data la mancanza di prove a supporto dei fatti”, ha fatto sapere un portavoce di Alibaba.

 

La tensione, nei rapporti cino-americani, è palpabile, tanto da mettere in crisi anche una delle prime partnership commerciali nate tra un gruppo cinese e uno straniero: Yahoo ha fatto il suo ingresso nel mercato cinese nel 1999, ma le alterne fortune del business hanno spinto il gruppo a cedere le operazioni cinesi ad Alibaba e a pagare un miliardo di dollari per una quota del 40% della compagnia cinese.

 

A dimostrazione di quanto sia difficile per una società occidentale destreggiarsi nel marcato internet cinese, sia per quanto riguarda il raggiungimento del successo ‘commerciale’ che il soddisfacimento delle richieste del governo di Pechino in fatto di censura, le relazioni tra Yahoo! e Alibaba si sono provate subito molto difficili, nonostante la decennale amicizia che legava Jerry Yang e il fondatore di Alibaba Jack Ma.

 

Yahoo ha beneficiato finanziariamente dalla vendita: la sua quota in Alibaba adesso vale diversi miliardi di dollari, ma Yahoo China si è dimostrato una spina nel fianco del gruppo di Ma, che ha tentato in tutti i modo di rivitalizzarne le attività, senza successo: la quota di Yahoo China sul mercato della ricerca internet continua a scendere e il sito, nel quarto trimestre 2009, ha raccolto, meno dell’1% dei profitti totali del settore, rispetto al 21% registrato nel 2005.

 

Le divergenze tra Yahoo! e Alibaba si sono mostrate in tutta la sua evidenza anche sul tema del rispetto dei diritti umani in Cina: dopo che Yahoo, nel 2007, fu costretto a chiedere scusa pubblicamente alla famiglia del giornalista Shi Tao, per aver fornito tre anni prima alla polizia le informazioni necessarie al suo arresto (venne condannato a 10 anni di prigione per aver inviato una mail sugli avvenimenti di Piazza Tiananmen), Alibaba dichiarò ufficialmente che avrebbe collaborato con il governo cinese in qualsiasi futuro conflitto tra gli utenti del servizio di posta elettronica di Yahoo China e Pechino.

“Non sono un partito politico, ma un uomo d’affari”, dichiarò all’epoca Mr Ma.

 

Il Ceo di Yahoo, Carol Bartz, non ha rilasciato ancora dichiarazioni ufficiali e non avrebbe avuto contatti con il management di Alibaba dalla scorsa primavera, quando fece sapere ai dirigenti del gruppo cinese di non essere affatto soddisfatta della gestione del marchio nel Paese. Allora, la Bartz affermò che non era in programma la vendita della quota in Alibaba, ma a settembre Yahoo ha venduto la quota diretta dell’1,1% nella divisione Alibaba.com per 147 milioni di dollari.

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