Argentina
“In Argentina si sta perpetuando sotto gli occhi di tutti un’evidente violazione del diritto e un danno al patrimonio di un Gruppo italiano che opera con successo in quel Paese da 15 anni”. Così, l’amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, ha commentato la decisione della società di impugnare il provvedimento con cui l’autorità antitrust argentina pretende di stabilire tempi e modalità del disinvestimento della partecipazione e dei diritti appartenenti al Gruppo in Sofora, la holding che controlla Telecom Argentina.
Le imposizioni delle autorità argentine riguardo il disinvestimento dell’asset sono “illegittime e inique” e Telecom Italia chiede pertanto l’annullamento della Risoluzione e degli atti amministrativi connessi, previa loro sospensione.
“Siamo impegnati – ha affermato Bernabè – a tutelare gli interessi del Gruppo e di tutti i suoi Azionisti in ogni sede e con ogni mezzo, e il nuovo ricorso che abbiamo presentato lo testimonia una volta di più”.
Ieri, il quotidiano economico El Cronista aveva reso nota l’intenzione anche degli azionisti della holding Telco – Telefonica, Mediobanca, Generali e Intesa Sanpaolo – di presentare ricorso contro la decisione della Comisión Nacional de Defensa de la Competencia (CNDC), ritenendo il provvedimento arbitrario sia per quanto riguarda l’obbligo in sé di cedere la quota in Sofora, sia riguardo le modalità e la tempistica della dismissione.
Telecom Italia, del resto, aveva già impugnato la Risoluzione con la quale la Secreteria de Comercio Interior argentina subordinava l’approvazione dell’operazione di acquisto di Olimpia da parte di Telco al disinvestimento integrale della partecipazione diretta e indiretta detenuta da Telecom Italia in Sofora, il cui valore si aggira introno ai 300 milioni di euro.
Il gruppo italiano ha sottolineato di essere totalmente estraneo alle violazioni di legge imputate ai protagonisti della cosiddetta ‘Operazione Telco’ (Pirelli e Sintonia quali venditori di Olimpia; Assicurazioni Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Telefónica e la stessa Sintonia quali acquirenti di Olimpia tramite Telco) e di non aver partecipato ai procedimenti che hanno portato ai provvedimenti impugnati.
Le violazioni in capo agli azionisti di Pirelli e Telco, per altro – si legge ancora nella nota – incidono “…anche e soprattutto sul Gruppo Telecom Italia, attuale e legittimo proprietario delle partecipazioni e delle opzioni di cui è pretesa la dismissione”.
Secondo quanto riferito dal quotidiano argentino La Nacion, intanto, vi sarebbero almeno quattro potenziali compratori interessati a rilevare la partecipazione del gruppo italiano in Telecom Argentina – Pegasus, l’imprenditore Alfredo Roman, il fondo Genieve e Condor inversiones – e le offerte si aggirerebbero tra 600 milioni e 1.000 milioni di dollari. Il giorno della verità, secondo fonti citate dal quotidiano, sarà lunedì prossimo, quando scadrà il termine per la ratifica delle offerte.
Le procedure di vendita imposte dalle autorità, scrive ancora La Nacion, sono considerate da Telecom Italia la dimostrazione palese delle macchinazioni ordite dalla Segreteria del commercio e della Cndc per “abbassare il prezzo di vendita e rendere possibile l’acquisizione delle azioni da parte di elementi vicini al governo, che non sono disposti a pagare secondo il loro reale valore di mercato”.
Anche la SEC, di fatto, ha aperto un’indagine per appurare se vi siano tentativi da parte del governo, di favorire – come sostenuto da più parti – il consorzio ‘Aeropuertos Argentina 2000’, guidato da Eduardo Eurnekian ed Ernesto Gutierrez.
Secondo Telecom Italia, scrive ancora La Nacion, la Risoluzione della CNDC – che tra l’altro non avrebbe la competenza specifica per adottare simili provvedimenti – sarebbe inoltre il coronamento “di altre violenze effettuate nel corso di questi anni, tra cui il divieto di esercitare l’azione di acquisto pattuita con la famiglia Werthien nel 2003 e il divieto, per i consiglieri di Telecom Argentina nominati dal gruppo italiano, di partecipare ai cda della società”.
I contrasti con l’Antitrust argentino sono iniziati contestualmente all’ingresso di Telefonica nella holding Telco, di cui controlla il 42%: il gruppo spagnolo è infatti proprietario di Telefonica Argentina, diretto concorrente di Telecom Argentina, nel cui azionariato è entrato grazie a Telecom Italia, che controlla la società assieme alla famiglia Werthein.
Secondo l’antitrust argentino, inoltre, Telefonica non avrebbe notificato all’autorità il suo ingresso in Telco, così come previsto dalla legge in caso di operazioni che hanno effetto sul mercato locale. Per questo Telefonica ha ricevuto una multa da 19 milioni di euro.