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Number portability: il TAR Lazio da ragione a Vodafone. Stop al codice segreto voluto da Agcom

Italia


Il Tar del Lazio, dando ragione agli operatori Vodafone e BT Italia, ha sospeso l’entrata in vigore della delibera con cui lo scorso 6 ottobre l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni aveva introdotto nuove modalità per il cambio di operatore di rete fissa, nella parte in cui veniva fissato a gennaio 2010 e non al primo marzo 2010 il termine concesso agli operatori per adeguarsi all’obbligo di fornire un codice segreto ai clienti al fine di agevolare il passaggio a un gestore concorrente.

 

Il provvedimento, in sostanza, dispone l’obbligo per gli operatori di consegnare un codice segreto ai propri clienti. Tale codice, una volta consegnato al nuovo operatore, permette di verificare l’effettiva volontà del cliente di cambiare gestore. In questo modo, l’Agcom intendeva garantire una protezione più efficace contro le frodi e i servizi non richiesti, tra cui le domande di passaggio ad altro gestore avanzate dagli operatori senza l’effettiva richiesta dell’utente finale. 

 

Vodafone, sostenuta anche da BT Italia, ritiene che l’introduzione di un simile meccanismo falserebbe la concorrenza, rendendo ancora più complesso l’iter per cambiare operatore e favorendo così il trattamento del cliente da parte del vecchio gestore a danno del nuovo.

Il gruppo ha lamentato inoltre che gli operatori non sarebbero stati consultati in modo adeguato dall’Autorità. Da qui la richiesta di annullamento, previa sospensione del provvedimento.

Telecom Italia e Wind sostengono invece la correttezza della procedura di adozione della delibera e delle nuove norme per il cambio di gestore.

 

L’idea del codice segreto, a dire il vero, non è mai piaciuta neanche alle associazioni dei consumatori, secondo cui questo nuovo pin officerebbe all’azienda cedente uno strumento in più per prolungare i tempi del cambio di operatore, recando un danno al consumatore e bloccando di fatto il mercato della telefonia fissa.
Il codice segreto, inoltre, si aggiunge al codice di migrazione già al centro di numerose contestazioni – e causa di una serie di multe comminate agli operatori –  poiché utilizzato dalle aziende per ostacolare le pratiche di portabilità del numero. La sua mancata comunicazione, o la comunicazione scorretta o in ritardo è infatti alla base della frustrazione di molti clienti che avevano fatto richiesta di cambio operatore. Ne è prova il fatto che sia l’Agcom che l’Antitrust sono intervenute per sanzionare gli operatori telefonici che ne hanno fatto un uso distorto.

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