Italia
La Valle d’Aosta ha investito oltre 11,5 milioni di euro per il passaggio al digitale terrestre, di cui oltre 600.000 euro per organizzazione di eventi informativi, di comunicazione e di assistenza ai cittadini. Lo ha reso noto il presidente della Regione, Augusto Rollandin, rispondendo a una interrogazione del consigliere Alberto Zucchi (Pdl), presidente della Commissione Istituzioni e Autonomia.
“Le attività di adeguamento, smantellamento e sostituzione delle postazioni di radio telecomunicazioni, intese come l’insieme delle infrastrutture e relative opere accessorie quali, a titolo di esempio, cunicoli, elettrodotti, impianti elettrici, servitù di accesso alle infrastrutture – ha spiegato Rollandin – sono state condotte dall’Amministrazione Regionale nell’ambito della più ampia azione di delocalizzazione e risanamento delle infrastrutture esistenti previste dalla legge regionale 4 novembre 2005“ .
Secondo quanto riferito dal Presidente della Regione, inoltre, il riordino delle postazioni, definito mediante appositi studi di fattibilità elaborati dai servizi associati degli enti locali, riguarda, “la messa in sicurezza e la valorizzazione delle infrastrutture di proprietà della Pubblica amministrazione, a beneficio non solo del segnale digitale televisivo ma di tutti i segnali radio trasmissivi: telefonia mobile, internet, dati, di operatori privati e reti di pubblica utilità”. Rollandin ha puntualizzato che “i piani e i relativi investimenti vanno intesi quindi secondo questa accezione più estesa, considerando la tv digitale terrestre quale prima applicazione reale, capillarmente diffusa e urgente”.
In Umbria, invece, il consigliere regionale socialista Ada Girolamini in un’interrogazione alla Giunta ha lanciato l’allarme: nel primo semestre del 2012, quando gli utenti televisivi dell’Umbria dovranno effettuare lo switch-off dell’analogico, incontreranno difficoltà di ricezione del tipo di quelle registratesi in Piemonte, dove 25 mila famiglie non ricevono il segnale captato dai nuovi decoder.
La Girolamini ha, quindi, chiesto se il governo umbro, in collaborazione con il Corecom, “intenda sostenere la transizione fino quella data, impegnandosi fin d’ora per soluzioni adeguate a garantire le aspettative e la pluralità di informazioni ai cittadini utenti, anche sostenendo le emittenti nell’oneroso adeguamento tecnologico degli impianti”.
Il consigliere socialista ha motivato la sua richiesta – è detto in un comunicato di Palazzo Cesaroni – con la constatazione che “le nuove tecnologie, il satellite, il digitale terrestre e internet, saranno imprescindibili per le importanti funzioni di moltiplicatori di informazioni, di interazioni e di mediazioni svolte, di crescita culturale, di competitività economica e di cittadinanza attiva”. Girolamini ha ricordato anche che nel previsto piano di digitalizzazione terrestre del nostro Paese, iniziato nel 2009 con Valle d’Aosta, Piemonte occidentale, Trentino, Lazio e Campania, l’Umbria è collocata al penultimo posto, quasi a ridosso del termine ultimo – secondo semestre del 2012 – per completare il definitivo passaggio dall’analogico al digitale terrestre che a fine 2010 avrà coinvolto già l’84% delle abitazioni italiane.