Francia
Si insedierà domani in Francia l’Autorità Hadopi, incaricata di vigilare e denunciare attività di pirateria.
A distanza da alcuni giorni dall’entrata in vigore della legge contro il downloading illegale, si procede immediatamente all’attuazione delle nuove norme che cambieranno il panorama francese.
Si tratta di un provvedimento in tre passi, la procedura dei cosiddetti tre strikes: avvertimento via email all’utente che scarica contenuti audiovisivi illegalmente, seguito da una lettera, come secondo avviso. Al terzo download scatta la convocazione davanti a un giudice che può disporre la disconnessione dell’utente.
Intanto la commissione Zelnik , istituita lo scorso settembre per migliorare l’offerta legale di musica e film su Internet ma anche di trovare una soluzione per remunerare gli artisti, propone di tassare giganti del web come Google, Yahoo e Microsoft. In un rapporto che ha consegnato ieri al ministro della Cultura, Frédéric Mitterrand, l’organo, presieduto da Patrick Zelnik, esperto del settore e Ceo dell’etichetta indipendente Naïve, chiede in particolare una tassa su tutti i link sponsorizzati e sui banner pubblicitari di Internet. La tassa dovrebbe scattare solo per quei siti che hanno un elevato numero di utenti, in modo da non pregiudicare le piccole iniziative del web. Per lo sviluppo di offerte legali, la commissione propone inoltre la creazione di una speciale carta di credito, finanziata per metà dallo Stato, con cui i giovani potranno scaricare musica e film da siti legali e a pagamento. Infine, nel settore dell’editoria, la commissione chiede un prezzo unico per i libri digitali.
In autunno Mitterrand ha deciso di creare questa commissione per migliore l’ancora insufficiente offerta legale di musica e film su internet.
Oltre a Zelnik, l’organo è composto dall’ex Ministro della Cultura Jacques Toubon e da Guillaume Cerutti, Ceo della società d’aste Sotheby’s France.
Patrick Zelnik, che ha creato l’etichetta Naïve nel 1998, è anche presidente di Impala (Sindacato delle etichette indipendenti europee).
La storia della legge Hadopi è lunga e complessa ed è cominciata nell’estate del 2007, subito dopo l’arrivo di Nicolas Sarkozy all’Eliseo.
Determinato a lottare contro la dilagante pirateria, il governo affida a Dennis Olivennes, allora presidente della Fnac, il compito di trovare una soluzione drastica. Olivennes consegna il proprio rapporto a novembre. Un anno dopo, ottobre 2008, la legge comincia il suo iter al senato dividendo la Francia e non solo: artisti di sinistra si sono schierati accanto a Sarkozy, ma la resistenza maggiore è arrivata da alcuni socialisti e da parte dell’Ump.
Gli assertori della legge sostengono che consentirà di bloccare la pirateria una volta per tutte. E anche in Italia, il coordinatore del Centro Studi per la protezione dei diritti degli autori e della libertà di informazione, Tullio Camiglieri, ha sottolineato la necessità di tempestivi interventi contro il downloading illegale.
“Anche in Italia – ha affermato – è urgente passare immediatamente all’adozione di un modello simile a quello che entrato in vigore in questi giorni in Francia. Tre avvisi a chi scarica illegalmente, nei quali si spiega che l’utente sta commettendo un illecito”.
“Nel frattempo – ha dichiarato il coordinatore – si può avviare un rapido censimento dei siti internet che favoriscono il furto di opere cinematografiche, musicali ed editoriali e provvedere alla loro chiusura. La tutela dell’industria culturale del nostro paese – ha concluso – è una priorità non più rinviabile e i dati più recenti sulla pirateria online, testimoniano l’urgenza di provvedimenti amministrativi e legislativi”.
Secondo una stima del Centro Studi, il fatturato perso da cinema, musica ed editoria a causa della pirateria online ha superato nel 2009 il miliardo di euro. Il motivo per il quale la pirateria viene considerata da molti lecita risiede nel fatto che “si tratta di una pratica non sottoposta a particolari controlli: non si ha notizia di sanzioni ed è pertanto sedimentato un forte senso di immunità”. Secondo il Centro studi, che cita dati Ipsos, “il 70% dei pirati, in assenza di un’offerta illecita, sarebbe disposto a pagare per fruire lecitamente di un prodotto audiovisivo”.