Italia
La rete di Telecom Italia “non è seconda a quella di nessun altro paese”. Quello che manca non è l’offerta ma, semmai, “…è la domanda”.
Lo ha affermato l’amministratore di Telecom Italia, Franco Bernabè, parlando a Milano ai ‘Working Capital Camp‘, il progetto con cui Telecom Italia intende sostenere le migliori iniziative imprenditoriali nell’ambito del web 2.0 e delle nuove frontiere di Internet.
Come ribadito più volte, Bernabè ha detto ricordato che
In Italia, insomma, la gente usa il computer e il web molto meno che negli altri Paesi: “…il problema del digital divide – ha dunque affermato Bernabè – è soprattutto un problema in termini di domanda. Il 40% degli intervistati per le nostre ricerche demoscopiche ha risposto affermando che internet è assolutamente inutile”.
Il ‘Working Capital Camp’, che si propone come uno strumento concreto per il rilancio dell’innovazione tecnologica, è arrivato al sesto e ultimo appuntamento per il 2009. Questa mattina è stata la volta di Milano, dove 40 aspiranti imprenditori hanno esposto i loro progetti, a potenziali investitori.
Il progetto – che si avvale di un investimento complessivo equivalente a 5 milioni di euro in due anni – è partito a marzo e ha visto la partecipazione di 6.100 imprenditori. Delle 413 idee presentate, 46 sono state sottoposte a selezione e 7 sono state scelte, alcune delle quali già in fase di realizzazione.
Sono state inoltre messe a disposizione 30 borse di studio, “…a metà strada tra le borse di ricerca e il sostegno all’innovazione imprenditoriale”, ha spiegato ancora l’ad, sottolineando che il progetto si estenderà ulteriormente il prossimo anno.
“Il futuro – ha detto – non è il sistema tolemaico che ci siamo lasciati alle spalle, ma una galassia dove il lievito è fatto dalle persone, dalle intelligenze, dall’intero ecosistema che ci ruota intorno”.
Intervenendo poi sul dibattito in corso sulla rete di accesso, Bernabè ha sottolineato che non si dovrebbe correre troppo quando si parla di migrazione alla nuova generazione. L’Ad ha spiegato che la transizione alla nuova rete non sarà indolore e porrà la questione del ‘power divide‘: l’ad di Telecom ha spiegato che la rete di nuova generazione, a differenza di quella attuale in rame, non sarà capace di autoalimentarsi e, quindi, senza elettricità non potrà funzionare.
“La vecchia rete – ha detto Bernabè – era autoalimentata e restava attiva qualunque cosa succedesse, ad esempio un terremoto”.
Il riferimento alla calamità naturale non è casuale: proprio oggi, Telecom Italia ha presentato il progetto per la fibra ottica nelle case dell’Aquila. L’infrastruttura di rete in fibra ottica rete, realizzata in collaborazione con ZTE, doterà di collegamenti ultrabroadband 183 edifici delle nuove lottizzazioni per un totale di 4.600 abitazioni ed un’utenza stimabile in 17 mila persone.
La realizzazione della rete si inserisce nel progetto di sviluppo della Next Generation Network (NGN2) che il gruppo telefonico ha già avviato nelle città di Milano e Roma.
“Telecom Italia ha dato un importante contributo nell’intera vicenda del sisma, dalla gestione dell’emergenza alla solidarietà alla popolazione colpita, ed è sulla base di questo impegno che ha voluto realizzare proprio all’Aquila una moderna rete in fibra ottica in grado di offrire servizi avanzati di telecomunicazioni”, ha affermato Oscar Cicchetti , responsabile Technology & Operations di Telecom Italia.