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Twitter: adesso si ‘cinguetta’ anche in italiano. Traduzione user genereted per una piattaforma di comunicazione globale

Italia


Dopo l’annuncio di qualche tempo fa, dal 10 dicembre Twitter è stata tradotta in italiano. L’annuncio è stato dato direttamente dal blog aziendale, come da tradizione, con un post tutto in italiano.

 

“Siamo emozionati – scrive Jenna Dawn – perché oggi con il lancio della versione italiana del nostro sito diventiamo ancora di più una piattaforma di comunicazione globale. Come sempre, desideriamo ringraziare tutti i traduttori che hanno partecipato al progetto e che ci hanno mostrato la loro bravura”.

La Dawn sottolinea che “ora che le conversazioni su Twitter si arricchiscono di punti di vista sempre più diversificati a livello globale, il network di informazioni continuerà a crescere in ogni angolo e fessura del pianeta. Più eventi saranno condivisi, più conoscenza e consapevolezza si diffonderà e i milioni di persone che alimentano Twitter influenzeranno altri milioni di persone con i loro tweet”.

 

La piattaforma di microblogging è diventata nel volgere di poco tempo un fenomeno, da non sottovalutare, importante anche in Italia.

 

I lavori per la traduzione di Twitter sono iniziati a ottobre e, come nel caso di altri social network tra cui LinkedIn, si sono basati sul contributo volontario di alcuni utenti scelti. La squadra dei traduttori nostrani non è quindi stata retribuita, se non attraverso un piccolo widget comparso nei loro profili che li qualifica come traduttori ufficiali. L’introduzione dell’italiano non ha però stravolto i termini principali del sito di microblogging e ormai entrati nell’uso comune: following e follower sono rimasti in inglese, così come il tweet, mentre la frase “What’s happening” è diventata “Che c’è di nuovo?“. A parte questi pochi termini, la cui traduzione non costituisce una rivoluzione, ben più apprezzabile è la localizzazione dei contenuti quale il pannello delle impostazioni, le informazioni sulla società e il modello di business di Twitter e, soprattutto, le norme sulla privacy e le condizioni di servizio. Tra i problemi fatti segnalare in queste prime ore c’è invece la scomparsa dell’opzione di retweet per chi utilizza l’italiano. Funzione che ricompare quando si torna all’inglese.

 

Per utilizzare la lingua italiana sul proprio profilo è necessario, dopo il login, andare in “Impostazioni” o “Settings” e modificare la lingua dalla tendina scorrevole. Una volta salvate le modifiche tutte le opzioni verranno visualizzate in italiano.

Il numero esatto di iscritti a Twitter in Italia non è noto, ma dovrebbe attestarsi sotto il mezzo milione di utenti complessivi. La ribalta consegnata al servizio di microblogging in tutto il mondo e nel nostro paese, a seguito delle proteste iraniane e di altri fatti di cronaca, ha fatto conoscere il sito anche ai meno esperti, senza però portare a un suo utilizzo massiccio.

 

Per convincere gli utenti ad adottare l’uccellino blu, la stessa azienda ha pubblicizzato nel suo blog la presenza di alcune celebrità sul suo sito, tra cui Laura Pausini e l’account di Radio Deejay, oltre a promuovere un party. Naturalmente a base di pizza.

 

In realtà l’uso dei due servizi è sostanzialmente differente: Facebook e Twitter non sono certo identici, ma sono ormai abitualmente considerati rivali, così come le rispettive strategie comunicative spesso risuonano come la risposta al concorrente. Come quando, qualche mese fa, il creatore di Facebook si convinse a modificare radicalmente l’interfaccia della homepage, dando più spazio al flusso di contenuti in tempo reale prodotto dagli utenti e quindi, secondo alcuni, seguendo e imitando il modello vincente di Twitter.

 

E ora che proprio Facebook è alle prese con i nuovi parametri di privacy, che hanno scatenato un’onda di polemiche tra gli utenti, costringendo a un immediato (piccolo) passo indietro, Twitter è uscita finalmente allo scoperto con una piccola rivoluzione che potrebbe cambiare le carte in tavola soprattutto per quanto riguarda i mercati esteri. Una scelta importante, ispirata in qualche modo a un passo già svolto dai colleghi di Facebook e di altri social network come Lastfm.

 

Twitter è stato creato nel marzo 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco.

Gli aggiornamenti alla propria pagina possono essere effettuati tramite il sito stesso, via SMS, con programmi di messaggistica istantanea, eMail, oppure tramite varie applicazioni basate sulle API di Twitter.

 

Il nome “Twitter”, corrispondente sonoro della parola tweeter, deriva dal verbo inglese to tweet che significa “cinguettare“. Tweet è anche il termine tecnico degli aggiornamenti del servizio. I tweet che contengono esattamente 140 caratteri vengono chiamati twoosh.

A oggi le lingue attive in Twitter, oltre all’italiano, sono francese e spagnolo insieme a l’inglese e al giapponese.

Il servizio è diventato estremamente popolare, anche come avversario di Facebook, grazie alla semplicità ed immediatezza di utilizzo. Esistono diversi esempi in cui Twitter è stato usato dagli utenti per diffondere notizie, come strumento di giornalismo partecipativo. Ad esempio, nel caso del terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009, gli utenti Twitter hanno segnalato la notizia prima dei media tradizionali.

 

Insieme a Facebook, Twitter è uno dei luoghi sacri della socializzazione online: da Barack Obama ai divi di Hollywood, passando per i politici nostrani, la Twitter-mania è esplosa e dilaga, anche se poi – stando ad alcune recenti indagini – si smorza quasi subito: per il 60% degli utenti, infatti, la passione si spegne dopo appena un mese.

Anche se la fidelizzazione dei clienti – che è un elemento chiave per la sopravvivenza e la sua capacità di generare profitti sul web – non è proprio il forte di Twitter: la società è molto corteggiata e il sito continua ad attrarre visitatori, 93 milioni di utenti a novembre.

Resta solo da capire come tutta questa popolarità potrà essere trasformata in profitto.

 

La scelta di ricorrere a un nuovo aumento di capitale, annunciata qualche mese fa, conferma la scelta della società di prediligere il sostegno di investitori finanziari alle partnership o a un’eventuale acquisizione: lo scorso anno Twitter ha rifiutato un’offerta d’acquisto da 500 milioni di dollari da parte proprio di Facebook. Il management non l’ha infatti ritenuta adeguata: “abbiamo appena iniziato. La compagnia ha appena 2 anni e abbiamo ancora tanti servizi da implementare e tante cose da migliorare”, ha spiegato il co-fondatore Biz Stone, che successivamente si è trovato spesso a smentire i rumor secondo cui il sito, che si è aggiudicato l’oscar del web come ‘fenomeno dell’anno’, sarebbe stato pronto a cedere alle lusinghe (e ai milioni) di qualcuno dei molti big del settore – da Google a Microsoft, passando per Apple.  

 

La fiducia degli investitori sembra dettata dalla convinzione che il microblogging – creato per permettere agli utenti di scambiarsi brevi messaggi da 140 caratteri – rappresenta un notevole cambiamento nell’uso del web. Eppure, la società è ancora alla ricerca di un business model valido.

Qualche tempo fa, la società ha quindi annunciato l’intenzione di aprirsi alle inserzioni pubblicitarie ma i dettagli del progetto non sono stati rivelati.

Da giugno, Twitter ha anche cominciato a distribuire dei certificati di autenticità per verificare l’identità dei propri utenti, sostenendo che le società sono disposte a pagare per ottenere questi certificati.

 

 

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