TivùSat: più di mezzo milione di card vendute. Forte risposta di mercato e industria, che si appresta a lanciare tre nuovi decoder

di Raffaella Natale |

Italia


Antenne paraboliche

Nei suoi primi quattro mesi di attività, la piattaforma satellitare gratuita Tivù Sat, lanciata ufficialmente ad agosto, ha “doppiato i propri obiettivi di crescita”.

Lo rileva una nota della piattaforma satellitare, società partecipata da Rai (48,25%), Mediaset (48,25%) e Telecom Italia Media (3,5%) e aperta a tutti gli editori televisivi, nata con l’obiettivo di coprire le zone d’ombra del digitale terrestre.

 

A tutt’oggi sono state vendute ai produttori di decoder e televisori 570.000 carte, quasi il doppio dell’obiettivo indicato nei mesi scorsi, pari a 300.000 carte.

“Questo eccezionale risultato – si sottolinea – significa che più di mezzo milione di decoder è stato già immesso o sta per essere immesso sul mercato italiano. Ciò testimonia una forte risposta del mercato e dell’industria, che si appresta a lanciare tre nuovi modelli di decoder certificati Tivù Sat. Il trend positivo è per altro confermato dall’accelerazione delle attivazioni, che ormai si attestano sulle 1.500 al giorno”.

 

Tivù Sat nel giro di pochi mesi “si è già imposta come uno dei più dinamici protagonisti della televisione digitale in Italia e come fattore determinante di sviluppo del mercato satellitare in chiaro”. 

Risposte positive arrivano anche dall’industria; i produttori di decoder hanno recentemente ampliato la gamma con nuovi modelli compatibili con Tivù Sat: dopo HUMAX Combo DTS9000 e ADB iCan 1110SH, è arrivato sugli scaffali il Telesystem TS9000 Tivù e per il mese di dicembre sono previsti tre ulteriori modelli (Fuba, Zodiac ed Irradio).

 

La piattaforma consente la visione integrale dei canali generalisti, senza oscuramenti di palinsesto, nonché di gran parte della nuova offerta diffusa sul digitale terrestre e di nuovi canali italiani e internazionali che coprono tutti i generi di programmazione: intrattenimento, informazione, cultura, sport, fiction, musica e cinema.

Per accedere sono sufficienti un decoder, una parabola satellitare orientata su Eutelsat 13 Est e una smart card acquistabile insieme al decoder.

 

La nuova piattaforma offre ai canali che aderiranno alla piattaforma, e che potranno essere anche diversi da quelli azionisti, una serie di servizi che vanno dal coinvolgimento nelle campagne di comunicazione effettuate utilizzando il brand Tivù Sat, all’inclusione nelle Epg (guida elettronica dei programmi), al sistema di accesso condizionato Nagravision. La decisione di criptare o meno la programmazione, e in che misura, spetta solo agli editori a tutela dei propri diritti.

 

La società è stata costituita a settembre 2008 “con l’intenzione di promuovere la diffusione dell’offerta televisiva digitale terrestre gratuita attraverso il marchio ombrello Tivù su tutto il territorio nazionale, in coerenza con il calendario degli switch-off già pianificato che porterà entro il 2012 l’offerta televisiva digitale terrestre nelle case di tutti i telespettatori italiani”. Con il marchio Tivù Sat, “la società si occupa di garantire la fruizione dell’offerta digitale terrestre gratuita con un segnale satellitare che copre tutto il territorio nazionale e quella parte di popolazione (alcune zone montane o costiere e valli) che ieri non riceveva la televisione via etere analogica e che oggi non riceverebbe il digitale terrestre”.

 

L’Agcom ha deciso di aprire un’istruttoria sui programmi satellitari della Rai, anche se non si è opposta all’avvio di Tivù Sat.

L’istruttoria, scrive l’Autorità in una nota, “…dovrà accertare le modalità di distribuzione delle smart card (incluse quelle per gli italiani all’estero) i criteri per la distribuzione dei programmi televisivi privi di diritti per l’estero, la possibilità per tutti gli utenti di ricevere la programmazione di servizio pubblico gratuitamente su tutte le piattaforme distributive anche in linea con quanto avviene in altri paesi europei. Questo, per dare risposta alle concrete esigenze manifestate dai consumatori e per consentire lo sviluppo della concorrenza in base ai contenuti offerti e non alle apparecchiature utilizzate”.

 

Il Consiglio dell’organismo di vigilanza, all’unanimità, ha deciso l’apertura dell’istruttoria “per verificare il rispetto, da parte della Rai, degli obblighi di servizio pubblico e del contratto di servizio. L’Autorità, sulla base degli elementi raccolti, ha infatti riscontrato un’insufficiente informazione agli abbonati sulle modalità di visione dei programmi Rai in simulcast via satellite, la mancanza di preavviso sulle scelte effettuate, la difficoltà di orientamento dei consumatori nella scelta degli apparati e una carenza di informazione sulla regolamentazione e le modalità di criptaggio dei programmi, la mancanza di tutela dei cittadini all’estero”, scrive l’Agcom.

 

Al contrario l’Autorità ritiene che non esistano “i presupposti per l’avvio di un’istruttoria relativa alla costituzione della società Tivù Sat ai sensi dell’art.43 del Testo Unico della radiotelevisione a condizione che le smart card Tivù Sat non siano utilizzate per la fruizione di programmi a pagamento e che la piattaforma offra i propri servizi a tutti i soggetti che ne fanno richiesta a condizioni eque, trasparenti e non discriminatorie. Qualunque modifica agli accordi notificati all’Autorità comporterà il riesame della decisione“.

 

Tivù  – ha spiegato Luca Balestrieri presidente di Tivù Sat – è ‘ispirata’ a quello che è stato fatto in Europa: in Gran Bretagna il servizio di tv gratuita via sat è nato da una joint venture Bbc e Itv ed è stato commercializzato già nel maggio 2008; in Francia, invece sono due le piattaforme satellitari gratuite. Si tratta di Tnt Sat che trasmette dai satelliti Astra a 19,2° est e che permette la ricezione di 21 canali nazionali e di Fransat, il servizio lanciato da Eutelsat e trasmesso tramite il satellite Atlantic Bird 3.

 

“Abbiamo scelto di lanciare Tivù Sat per accompagnare gli switch-off – ha rimarcato, Andrea Ambrogetti presidente di Dgtvi -. Dal 14 settembre al 16 dicembre saranno circa 7 milioni le famiglie italiane che transiteranno al Dtt, con lo spegnimento del segnale analogico di parte del Piemonte, della Campania e del Lazio”.

 

Giancarlo Leone, vicedirettore generale della Rai, ha precisato che Tivù Sat “non è uno strumento di competizione tecnica, è una società comune che non è nata per fare business”.

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