Italia
Nell’economia globalizzata, si è assunto come scontato il fatto che solo le imprese più grandi integrate verticalmente avrebbero retto il passo della competitività. Con l’avanzare dell’economia della conoscenza è tuttavia diventato evidente non solo che le piccole e medie imprese non sono scomparse, ma anche che in molti paesi, come ad esempio l’Italia, il tessuto industriale sarebbe rimasto in gran parte ancorato alle PMI.
Le imprese di medie e piccole dimensioni hanno svolto un ruolo centrale nello sviluppo economico sostenibile del 20° secolo e sembra ormai altrettanto assodato che, anche nel 21° secolo, le PMI continueranno a essere un fattore determinante per la creazione di occupazione e ricchezza sostenibile.
È tuttavia essenziale, nel passaggio verso una economia ad alto contenuto immateriale, fermarsi a riflettere sul ruolo strategico di prerogative industriali quali marchi, brevetti e diritto d’autore per l’ulteriore sviluppo delle imprese di medie e piccole dimensioni.
Queste tematiche saranno al centro Conferenza internazionale sulla proprietà intellettuale e la competitività delle PMI, che si svolgerà presso il CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) il 10 e 11 dicembre.
L’iniziativa – organizzata dal CNEL in collaborazione con WIPO e col supporto dei ministeri degli Esteri e dello Sviluppo Economico – sarà aperto dal Presidente del CNEL Antonio Marzano e dal Direttore Generale WIPO Francis Gurry alla presenza del Ministro Claudio Scajola e di altre autorità.
I primi due panel della giornata affronteranno i temi che ruotano attorno al rapporto tra diritti di proprietà intellettuale (IPR) e competitività delle PMI e alle sfide che queste ultime dovranno affrontare nell’era della cosiddetta ‘open innovation’, in cui i concorrenti saranno anche partner. Una condizione, quest’ultima necessaria per creare prodotti e servizi nuovi e più economici in un ambiente ‘ICT-enabled‘ che incoraggi partenariati transfrontalieri nel quadro di reti, consorzi, alleanze strategiche, franchising e altre simili iniziative.
Molto spesso, infatti, le PMI non sono consapevoli del ruolo centrale dei diritti di proprietà intellettuale come merce di scambio nonché per la salvaguardia e delle innovazioni. E anche quelle imprese che ne siano consapevoli, spesso non dispongono di risorse in-house o delle competenze manageriali per usare efficacemente questi strumenti nelle strategie di business.
E ancora, pur disponendo di competenze in-house, spesso queste ultime non sono preparate adeguatamente in materia di IPR e non sono quindi in grado di cooperare in modo efficace con gli esperti esterni e altri fornitori di servizi IPR nel settore privato.
Sono, insomma, quasi sempre le grandi aziende a cogliere i vantaggi della giusta valorizzazione dei diritti di proprietà intellettuale in termini di competitività sul mercato interno e all’estero.
La Conferenza internazionale sulla proprietà intellettuale e la competitività delle PMI affronterà quindi queste e molte altre tematiche legate alle sfide che le imprese di piccole e medie dimensioni dovranno vincere per continuare a svolgere il loro ruolo centrale nello sviluppo dell’economia della conoscenza del 21° secolo.