Banda larga: Scajola scrive a Berlusconi per indicare le priorità mentre la Uir ribadisce la necessità di un accordo tra operatori per le NGN

di Raffaella Natale |

Italia


Banda larga

Il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola sta definendo una serie di priorità per la ripresa economica che presenterà al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

“Siccome il presidente del Consiglio deve fare le sue valutazioni complessive, ogni ministro sta individuando tutto ciò che può stimolare la ripresa. Dunque anch’io sto mettendo a punto una scaletta di priorità legate alla crescita economica”, ha detto Scajola, a margine della Fiera Internazionale di Dubai.

“Sono ben conscio – ha aggiunto – delle difficoltà che incontra Tremonti a far quadrare il bilancio. Ci vuole un’azione collegiale di tutti i ministri, naturalmente con la regia del presidente del Consiglio. A mio avviso, in questa fase, le risorse vanno utilizzate in modo specifico come stimolo per la ripresa, soprattutto nei settori dell’innovazione e della ricerca, perché non c’è dubbio che è necessario innovare processi e prodotti’.

‘Nel governo – ha aggiunto il ministro – non c’è un partito del rigore e un partito della spesa perché abbiamo ancora una spesa alta, anche se c’è spesa improduttiva e spesa produttiva. Ritengo che gli investimenti per l’innovazione non rappresentino una spesa improduttiva e la banda larga, per esempio, fa parte dell’innovazione; investire su di essa significa investire nel futuro, nella comunicazione veloce. Naturalmente – ha concluso Scajola – la madre di tutte le misure per la ripresa è una diminuzione della pressione fiscale, graduale nel tempo, a famiglie e imprese”.

 

Anche il viceministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, è intervenuto stamani per parlare di broadband e sblocco dei fondi Cipe: “E’ obbligatorio investire nella banda larga, gli 800 milioni arriveranno forse in due tranche“.

“Ci sarà una trattativa di tutti i ministeri in base anche alle risorse che deriveranno dalla pratica della chiusura dello scudo fiscale – ha aggiunto Romani -. Io non voglio incentivare nessuna polemica – ha concluso – c’è una trattativa che riguarda molti ministeri, in questo caso anche il nostro, e non riguarda solo la banda larga”.

 

Riguardo alla questione della neutralità della rete, stamani Fabio Colasanti, vice presidente Dg Società e Media della Commissione europea, ha commentato “La Commissione europea è un po’ delusa dei risultati ottenuti” con l’approvazione del pacchetto telecom: “i principi accettati dagli Stati sono del tutto formali. Agli Stati si lascia ampio margine di manovra quindi la situazione in sostanza non cambierà”.

“Avevamo proposto una gestione delle frequenze più flessibile – ha spiegato – ma alcuni Stati membri hanno fatto resistenza“.

“La Commissione – ha aggiunto – continuerà a lavorare affinché ci sia una azione comune per la gestione del dividendo digitale perché è necessario armonizzare la situazione dei Paesi che sceglieranno di destinare parte delle frequenze (800 Mhz) alle Tv con quelli che opteranno per le TLC. In questo senso la Commissione sta collaborando con i rappresentanti degli Stati membri”.

Sull’ipotesi di costituzione di una società per la rete di nuova generazione di banda larga, il presidente di Cdp, Franco Bassanini, a margine dell’assemblea della Uir (Unione industriali e imprese di Roma) ha commentato: “Se non c’è l’accordo di tutti gli operatori noi non possiamo muoverci. Noi non possiamo muoverci se non c’è un progetto condiviso tra gli operatori”.

 

Il presidente della Uir Aurelio Regina ha sottolineato: “Se siamo tutti disponibili a fare sacrifici abbiamo il diritto di pretendere, anche da parte delle istituzioni, maggiore rispetto e scelte ‘faticosamente’ innovative e efficaci”.

Regina ha quindi criticato il congelamento dei fondi del Piano Romani affermando che la banda larga “non può accettare una veduta stretta”.

E ha rivolto un appello al senso di responsabilità e allo sforzo unitario di istituzioni, di imprese e dei sindacati per affrontare una crisi che non è ancora finita. E per cui è necessario spirito di innovazione.

“Saremo noi – ha aggiunto – ad attuare una riforma in chiave federale, un cambiamento di modello organizzativo che era stato pensato sulle esigenze delle imprese del Novecento – ha annunciato – Una sfida che coinvolge gli imprenditori del Lazio con l’obiettivo di divenire un’unica grande associazione”.

Ci sarà, ha spiegato Regina, “una rappresentanza che mantiene un ampio presidio dei territori, ma che sarà meno frammentata dunque più efficace di fronte a tutti gli interlocutori”.

 

E di banda larga ha parlato anche il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: “Ci siano stanziamenti per fare un salto in termini di innovazione”.

 

Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti

, è del parere che “il blocco dei fondi sia stato un errore strategico al quale occorre rimediare in fretta, anche perché siamo immersi in una competizione mondiale”.

“La Finlandia, che è un piccolo Paese – ha aggiunto Zingaretti – ha eletto la banda larga addirittura a servizio universale: non è solo una dichiarazione di principio ma un modo di indirizzare lo sviluppo, e noi per parte nostra abbiamo lanciato un appello ai sindaci per investire in questo campo”.

 

Intanto un aiuto a ridurre il divario digitale nelle aree più marginali del nostro Paese, portando servizi di internet ad alta velocità, potrebbe venire da parte del progetto “Banda larga nelle aree rurali”, predisposto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e notificato nei giorni scorsi alla Direzione Concorrenza della Commissione Europea.

Il progetto, cui sono destinati oltre 154 milioni di euro, sarà cofinanziato dall’Unione europea e realizzato nell’ambito dei Programmi regionali di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013.

 

Umberto Paolucci, vicepresidente di Microsoft, in un’intervista al Corriere della Sera, ha commentato:  Tutti stanno guardando alla banda larga. Altri pensano di non poterselo permettere. Ma credo che la logica vada invertita: bisogna domandarsi se ci si può permettere di non farlo. Sicuramente il costo di non farlo è più alto del costo di farlo. Dobbiamo tagliare da qualche altra parte”.

“Caio ha fatto un buon lavoro ma bisognerebbe andare anche oltre – ha continuato Paolucci – E’ il minimo indispensabile. La banda larga potrebbe essere il volano della ripresa. Non si può ottenere dall’oggi al domani. La ripresa deve avviarsi prima ma una strategia che si imperniata su questo e comunicata subito potrebbe avere ritorni anche precoci nel fervore del fare”.

“Credo che in certi momenti non solo bisogna essere all’altezza delle aspettative ma, se possibile, bisogna superarle. Bisogna provocare uno choc positivo per dare il senso di quanto ci si crede. Poi le ragioni per non fare le cose sono sempre tante e stanno bene sempre, ma se si rimanda e si fa al 50% al posto di 100 alla fine non si sfrutta l’opportunità e si perde l’arma della competitività: non c’è nulla di trasversale fra tutte le discipline non solo dal punto di vista commerciale e industriale ma anche culturale come internet”.  

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