Italia
Una famiglia fuori gioco quella decritta nella sessione della Conferenza nazionale dell’infanzia dedicata ai media. che si è chiusa oggi a Napoli.
Un famiglia che ha difficoltà a condividere il rapporto dei figli con i media e ne scopre i pericoli, magari solo in seguito a un caso di tentata pedofilia online.
Il Centro minori e media in una nota spiega che si è parlato in questa sede quasi esclusivamente di necessità di protezione, dimenticando una singolare anomalia in questo ambito: la mancanza del Codice Media e Minori, previsto dal Dpr. n. 72 del 14 maggio 2007, nonostante il relativo Comitato Media e Minori, presente da tempo presso il Ministero dello Sviluppo economico, preposto alla vigilanza sul rispetto del codice.
Ma chi, come i partecipanti alla Conferenza, ha dimestichezza con la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, che – si ricorda – è legge italiana (L. n. 176 del 31 maggio 1991) e non un documento internazionale lontano nel tempo e nello spazio, sa bene che la Convenzione Onu parla sì di protezione, ma anche di promozione e di partecipazione dei diritti dei bambini.
Quindi la soluzione alle criticità nell’uso da parte dei ragazzi dei media e dei new media, che hanno comunque straordinarie potenzialità, non sta tanto nel divieto, bensì piuttosto da una parte nell’assunzione di corresponsabilità degli operatori della comunicazione e della scuola, insieme alla famiglia, e dall’altra nell’educazione dei bambini e dei ragazzi all’uso responsabile e critico dei media anche attraverso un percorso di media education in ambito scolastico.