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La piattaforma Microsoft per il cloud computing – Windows Azure – debutterà il prossimo 1° gennaio. Lo ha confermato Ray Ozzie, Chief Software Architect di Microsoft, nel corso dell’annuale Developer’s Conference, sottolineando come il successo del cloud computing dipenderà soprattutto dal fatto che la gente non lo noterà neanche.
“Il miglior risultato del cloud computing – ha detto Ozzie – è che i consumatori non si accorgeranno del passaggio a questo nuovo paradigma”.
I consumatori – quando effettuano un acquisto online, ad esempio, non fanno certo caso a quale tecnologia permetterà loro di portarlo a termine. Quello che è importante è che la transazione vada a buon fine.
Non tutte le aziende, però, posso permettersi di mantenere per tutto l’anno un numero di server tale da sostenere il traffico internet che si concentra solo in alcuni periodo dell’anno, come il lunedì dopo il giorno del Ringraziamento, che negli Usa in genere è il giorno che il giorno che sancisce ufficialmente l’inizio dello shopping di fine anno.
Così,
Nel mese di gennaio, ha annunciato Microsoft, l’accesso alla piattaforma sarà gratuito e diventerà a pagamento a partire da febbraio.
“Le aziende che non appartengono al settore IT – ha spiegato ancora il manager della Microsoft – come i rivenditori e i produttori, usano ancora il web per trattare con i clienti. Azure ci permetterà di fare per loro il lavoro più difficile – che consiste nel capire come costruire un sistema in grado di gestire tutti i clienti – lasciando le aziende libere di concentrarsi su quello che sanno fare meglio: realizzare soluzioni innovative e creare nuovi flussi di reddito”.
Le piattaforme di cloud computing come Azure, inoltre, possono essere un aiuto indispensabile in caso di crisi sanitarie o calamità, quando gli operatori di siti internet hanno necessità di maggiore capacità di banda per soddisfare la domanda.
“Il cloud computing permette ai dipartimenti IT di acquistare capacità informatica solo quando ne hanno bisogno. Se si dispone di un’applicazione che si vorrebbe eseguire e provare per un po’, si finirà per pagare poco. Se la domanda aumenta, aumenta la capacità”, ha detto ancora Ozzie.
Questo nuovo approccio, col quale Microsoft dà agli sviluppatori una piattaforma per scrivere applicazioni online e affitta spazio nei data center, è considerata da molti una vera e propria svolta per il gruppo di Redmond. Ma Ozzie ha affermato che “…è il software, non come è consegnato, il legame”.
“Quello che ha fatto di Microsoft quello che è oggi, è il software”, ha aggiunto, sottolineando che non ci saranno cambiamenti drastici in termini di valore: “…il software – ha continuato – è il cuore di tutto quello che abbiamo”.
Ray Ozzie, 53 anni, è diventato Chief Software Architect di Microsoft nel 2008 – quando il fondatore Bill Gates decise di lasciare le operazioni giornaliere della società per dedicarsi alla filantropia – ed è considerato il deus ex machina della svolta Microsoft verso il cloud computing.
“Gestire i cambiamenti, quando si passa da una generazione di tecnologie a un’altra, è sempre difficile in qualunque settore Ma il bello di questa trasformazione è che dal momento che ora tutti usano il web – da casa o dall’ufficio – la gente può capire che ora le cose sono diverse”, ha affermato Ozzie.
“Per ogni data applicazione, videocamera, telefono cellulare, c’è qualche buona combinazione di software nel dispositivo e nella “nuvola”. Farli lavorare insieme è ciò che stiamo cercando di fare”, ha concluso, aggiungendo che “…i rischi nel passaggio a nuovi modelli, certo, ci sono, ma i consumatori sono pragmatici e capiscono che c’è un modo giusto per collegare il vecchio e il nuovo”.
Oltre le nuvole, infine, Microsoft si dedicherà anche a…Marte!
Nell’ambito di un progetto in cui è stato coinvolto dalla NASA, Microsoft ha realizzato il sito ‘Essere un Marziano‘ in cui saranno riunite immagini del Pianeta rosso raccolte in decenni di esplorazione.
Il sito, oltre a permettere agli utenti di farsi un’idea più chiara di uno dei Pianeti che più hanno stimolato la nostra fantasia, ambisce anche ad attirare l’attenzione dei ragazzi verso la scienza e la tecnologia.
Il progetto – realizzato attraverso un accordo con il Jet Propulsion Laboratory della NASA con il contributo dell’Arizona State University – si basa sulla piattaforma Azure e utilizzerà un’applicazione Silverlight e un nuovo servizio battezzato ‘Dallas’ che ospiterà tutte le informazioni.
Tim Harris, product manager del gruppo Microsoft ‘Developer Platform Evangelism’ (DPE), ha affermato che “le iniziative “citizen science” sono un ottimo modo sia per coinvolgere il grande pubblico che per creare metadati che permettano agli scienziati di organizzare e stabilire le priorità delle loro ricerche”.