Banda larga: l’Italia resta indietro nella Ue. Reding, ‘Dare forte impulso alle iniziative legate allo sviluppo delle reti NGN’

di Alessandra Talarico |

Europa


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La diffusione della banda larga continua a crescere in Europa ma a passo non proprio spedito: a luglio 2009, il 24% della popolazione Ue disponeva di un accesso a banda larga, in crescita del 2,3% rispetto al 21,6% nello stesso mese del 2008.

 

L’Italia viaggia in netto ritardo rispetto alla media europea, con una penetrazione del 19,8%, in crescita del 2% rispetto allo stesso periodo 2008. le linee a banda larga sono in tutto 11,8 milioni e per la stragrande maggioranza (97%) usano la tecnologia DSL.

Per fare un raffronto, i leader della classifica Ue, Paesi Bassi e Danimarca, registrano una penetrazione, rispettivamente, del 37,9% e 37,2%, anche se la crescita comincia a rallentare a causa della quasi saturazione del mercato.

Svezia, Lussemburgo e Finlandia superano tutti il 30%, Germania, Francia, Regno Unito e Belgio, superano il livello di penetrazione degli Stati Uniti, nei quali la diffusione della banda larga è al 25,8%.

 

Il nostro Paese supera la media europea, anche se di poco, quando si tratta di banda larga mobile: in Italia la penetrazione del mobile broadband si attesta al 4,7%, contro il 4,2% nella Ue, lontana tuttavia dai livelli di penetrazione registrati in Austria (13,8%), Svezia (12,6%), Portogallo (10,8%) e Irlanda (8,3%).

 

In Europa, la banda larga mobile ha registrato un incremento del 54% da gennaio a oggi, con un tasso di penetrazione del 4,2%.

 

Tra luglio 2008 e luglio 2009, nella Ue, sono state attivate 11,5 milioni di nuove linee fisse a banda larga (oltre 32mila al giorno, in calo di circa 15 mila al giorno rispetto allo stesso periodo 2008), per un totale di 120 milioni di linee: il mercato ha dimostrato una certa dinamicità nonostante la crisi economica, ma lo studio della Commissione evidenzia anche che molti Paesi sono al limite della saturazione.

 

Migliora, in compenso, la velocità dei collegamenti: l’80% dei collegamenti a banda larga ha oggi una velocità di download di 2Mbps, (che consente l’utilizzo delle applicazioni Web 2.0 e dello streaming video), con un incremento del 5% rispetto allo scorso anno.

Nel nostro Paese, il 63,2% delle connessioni dispone di una velocità tra 2 e 10 Mbps, il 6,8% superiore a 10Mbps (circa 1,2 milioni di linee), il resto – circa 5,6 milioni di connessioni –  è inferiore ai 2Mbps.

 

In Italia, sottolinea sempre il rapporto Ue, è ancora forte la quota di mercato dell’incumbent: su una media del 45% in Europa, Telecom Italia dispone di una market share del 57,8%, in calo rispetto al 61.3% di luglio 2008. Nel Regno Unito la quota di BT è del 27%, la più bassa della Ue.

“Tuttavia – ha sottolineato la Commissione – il controllo degli operatori storici sui mercati della banda larga (compresa la rivendita di linee all’ingrosso) è strutturalmente in declino a beneficio della concorrenza sull’infrastruttura di base”.

Le reti locali interamente disaggregate e le linee ad accesso condiviso rappresentano il 71,4% delle reti DSL (Digital Subscriber Lines) rispetto al 65,2% di un anno fa.

 

La tecnologia DSL è la più diffusa in Europa, con 94 milioni di collegamenti. Le tecnologie alternative faticano ad emergere: nonostante il numero di accessi via cavo sia cresciuto del 40%, i collegamenti FTTH (Fiber to the Home) rappresentano solo l’1,75% del totale e sono presenti soltanto in un ristretto numero di paesi (Lettonia e Svezia su tutti).

 

“Mercati dinamici della banda larga ad alta velocità in un mercato unico e concorrenziale delle telecomunicazioni costituiscono una priorità strategica dell’agenda europea del digitale che la Commissione sta attualmente preparando”, ha affermato il commissario Ue ai media e alla società dell’informazione, Viviane Reding.

La Reding ha quindi invitato gli Stati membri a dare un forte impulso alle iniziative legate allo sviluppo delle reti a banda larga di nuova generazione, dal momento che “…internet a banda larga di nuova generazione con reti a fibre ottiche o senza fili – ha aggiunto – è un presupposto essenziale per l’affermarsi di una economia digitale forte in Europa e per garantire la supremazia europea nelle nuove tecnologie e applicazioni”.

 

 

Il rapporto è consultabile sul sito Internet della Commissione europea.

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