Europa
Nonostante la crisi economica, gli investimenti industriali per la ricerca e lo sviluppo su scala mondiale sono aumentati nel 2008 del 6,9%.
In base ai dati del Quadro di valutazione 2009 degli investimenti industriali europei in R&S pubblicato dalla Commissione europea, le imprese Ue hanno segnato un aumento degli investimenti dell’8,1%: un tasso di crescita che risulta sì inferiore a quello registrato nel 2007 (8,8%) ma che per il secondo anno consecutivo risulta superiore a quello delle imprese con sede negli Usa e in Giappone, che hanno registrato, rispettivamente, un aumento del 5,7% e del 4,4%. Bisogna inoltre sottolineare che il tasso di crescita degli investimenti, negli Usa, si attestava nel 2007 all’8,6%.
La frenata, dunque, nella R&S è stata più evidente oltreoceano, mentre le imprese europee sono riuscite pur nelle difficoltà del contesto economico, a mantenere un livello di crescita costante. Non così, invece, per gli utili di gestione delle imprese che sono calati di più nella Ue: 30,5% contro 19,1% per quelle degli Stati Uniti. Da sottolineare, però, anche il fatto che le imprese Usa hanno rafforzato il loro predominio nel settore ad alta intensità di R&S, aumentando negli ultimi quattro anni gli investimenti del 35%, contro il 13,6% di aumento registrato dalle imprese Ue.
Le percentuali segnate in Ue e Usa in termini di aumento degli investimenti in R&S, comunque, impallidiscono di fronte a quelle registrate nei Paesi emergenti, guidati dalla Cina con il 40%, seguita dall’India (27,3%), da Taiwan (25,1%) e dal Brasile (18,6%).
Due le aziende europee tra le prime 10 in classifica – al 3° posto Volkswagen con investimenti in R&S per 5,93 miliardi di euro e all’8° Nokia – 5 quelle Usa, fra cui Microsoft, General Motors e Pfizer. Una giapponese al primo posto: la Toyota, con 7,61 miliardi di euro.
Secondo il commissario europeo per la scienza e la ricerca, Janez Potocnik, è positivo che le imprese della Ue abbiano mantenuto il loro livello di investimenti per la ricerca e lo sviluppo nonostante la crisi, ma è pur vero che sono ancora tanti gli ostacoli alla creazione di uno spazio di ricerca veramente europeo che pure, insieme agli interventi comunitari destinati a promuovere investimenti intelligenti in R&S, potrebbe contribuire a uscire dalla crisi.
“Dobbiamo sostenere – ha affermato – gli sforzi delle imprese Ue e concedere incentivi volti a rafforzare i settori europei ad alta intensità di ricerca”.
Importante, ha concluso il Commissario Ue, “anche l’aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese Ue operanti nell’ambito delle tecnologie a basso tenore di carbonio, che rappresentano nuove fonti di crescita e di occupazione”.