Europa
Si aprono spiragli di intesa fra Google e gli editori europei, dopo che il società di Mountain View ha presentato una nuova proposta di accordo che potrebbe aprire la strada alla vendita online di milioni di libri.
“E’ positivo che le parti abbiano tenuto in considerazione le preoccupazioni degli editori europei ed abbiano fatto alcuni passi avanti, anche se vogliamo analizzare meglio il nuovo accordo prima di dare un giudizio definitivo’, si legge in un comunicato della Federazione degli editori europei.
La nuova intesa, che si compone di 370 pagine, cerca di risolvere le questioni relative alla tutela del copyright e le obiezioni antitrust sollevate dal Dipartimento di Giustizia americano.
L’anno scorso Google ha raggiunto un accordo con l’associazione degli editori statunitensi, accettando di pagare 125 milioni di dollari per risolvere le questioni legali pendenti e dare vita a un Book Rights Registry attraverso il quale pagare ad autori ed editori le giuste percentuali sui proventi delle vendite e della raccolta pubblicitaria. I guadagni sarebbero ripartiti nella misura del 63% agli editori e autori, il restante 37% a Google.
L’accordo, nato per risolvere una class action intentata contro Google nel 2005 da autori ed editori che accusavano il colosso del web di aver infranto il diritto di autore, renderà possibile l’accesso a milioni di libri fuori catalogo, i cosiddetti libri orfani.
Il Dipartimento di Giustizia americano ha riconosciuto la bontà del progetto, il cui potenziale è quello di “riportare alla luce milioni di lavori che erano ormai introvabili“, ma ha criticato la parte dell’accordo riguardante il copyright ed ha sollevato questioni relative alla eccessiva concentrazione.
L’accordo aveva sollevato le proteste anche degli editori europei, preoccupati del fatto che Google potesse pubblicare online anche libri europei che non sono più in commercio negli Stati Uniti. Nella nuova intesa si prevede l’esclusione dei lavori che non sono stati scritti in lingua inglese.
L’intesa è stato riformulata dopo una serie di incontri e di proposte di emendamento.
“Abbiamo viaggiato in tutto il mondo insieme ai rappresentanti degli autori e degli editori, abbiamo letto tutte le lettere giunte alla Corte e abbiamo anche discusso con il Dipartimento di Giustizia – ha spiegato Dan Clancy, Engineering Director di Google Books -. I cambiamenti che abbiamo apportato sono relativi proprio alle questioni che ci sono state poste, soprattutto riguardo alla limitazione della portata internazionale del progetto. Crediamo fermamente nel presupposto dell’accordo, così come ci credono i nostri partner’.
La parola spetta ora al giudice federale americano, nel frattempo Google cerca un dialogo anche con l’Europa che ha posto diverse obiezioni al progetto (le norme in vigore negli Stati Uniti non possono essere trasferite meccanicamente al vecchio continente), tanto che la Commissione Europea ha aperto un’inchiesta formale.
“Speriamo di poter collaborare con i detentori di diritti editoriali a livello internazionale e con le organizzazioni che li rappresentano, così da raggiungere accordi simili a quello presentato negli Stati Uniti’, ha detto un portavoce di Google.
‘Siamo delusi del fatto che, con gli emendamenti all’accordo, non saremo in grado di fornire l’accesso a libri in un numero maggiore di lingue – ha spiegato di recente uno dei fondatori dell’azienda di Mountain View, Sergey Brin – ma non vediamo l’ora di proseguire nel lavoro con i detentori dei diritti in tutto il mondo per conseguire il nostro obiettivo di lungo respiro”.