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Si è aperto ieri in Egitto, a Sharm el Sheikh, il quarto meeting dell’Internet Governance Forum, che – fino al 18 novembre – riunirà oltre 1000 rappresentanti di 100 paesi (governi, industria e società civile) per discutere delle sfide e delle opportunità di internet nonché delle molte tematiche di scottante attualità legate all’uso consapevole della rete.
Il tema attorno a cui ruota l’edizione 2009 di IGF è: “Governance di Internet, Creare opportunità per tutti”. Le discussioni vertono sulla necessità di massimizzare le opportunità offerte dal web e di estenderle a tutte le persone in tutto il mondo, cercando al contempo di affrontare rischi e sfide inerenti alla dimensione globale della rete, con particolare attenzione alla libertà di espressione e ai social network.
Nel suo contributo, il Consiglio d’Europa si è espresso a favore di un rafforzamento della protezione e del rispetto dei diritti umani – con particolare riferimento alla tutela dei bambini dai predatori sessuali su internet – della preminenza del diritto e della web-democrazia, e ha presentato le sue posizioni sugli aspetti cruciali del dibattito: sicurezza, apertura e rispetto della vita privata on-line, accesso e diversità, governance di Internet, gestione delle risorse critiche di Internet, nuove sfide, quali ad esempio l’impatto dei siti di social network.
Ambizione del Consiglio d’Europa è quella di ottenere l’adesione anche di Stati non membri dell’Onu a convenzioni internazionali come quella sulla criminalità informatica, sulla protezione dei bambini contro lo sfruttamento sessuale, sulla protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato dei dati a carattere personale e la Convenzione per la prevenzione del terrorismo.
All’interno di IGF 2009, il Consiglio d’Europa ha organizzato sei workshop, incentrati sulla protezione e la sicurezza dei bambini su Internet, sui rischi e i vantaggi della vendita di medicinali sul web, sulle sfide dell’alfabetizzazione mediatica, sulle conseguenze del cloud computing a livello della riservatezza e della sicurezza, sull’elaborazione di una legislazione generale contro la criminalità informatica e sull’accesso all’informazione e la trasparenza nella governance di Internet.
In particolare, il Consiglio d’Europa intende presentare una convenzione che permetta di combattere la vendita su internet di medicine contraffatte e che dovrebbe vedere la luce l’anno prossimo, ratificata da almeno 49 Paesi.
“Internet – ha affermato Asa Torstensson, ministro delle comunicazioni svedese e rappresentate della presidenza Ue – ha influenzato e influenzerà sempre più le nostre economie e le nostre società, minimizzando le distanze tra le persone, le imprese, le comunità scientifiche e i governi di tutto il mondo”.
Uno strumento rivoluzionario, insomma, che però assieme alle opportunità porta con sé anche numerose incognite, riguardanti, ad esempio, “…i diritti umani, la libertà di espressione, la privacy, i diritti di proprietà intellettuale e la sicurezza delle reti”, ha aggiunto Torstensson.
Tutte queste questioni vanno affrontate congiuntamente “dai politici, dall’industria, dalla società civile e dai singoli individui, riuniti in un Forum globale in cui ognuna delle parti coinvolte possa esprimere la propria opinione”.
Internet, ha aggiunto, “non può essere controllato o governato da un solo attore: la Ue vuole che la rete sia aperta, resistente e accessibile a tutti. I cittadini devono poter comunicare liberamente e in modo sicuro con tutti, senza confini” e per questo, alla sua base ci deve essere “rispetto per i diritti umani e una quadro legislativo chiaro e condiviso”.
Al centro del web, secondo il ministro svedese, deve esserci chi lo usa: sono gli utenti che ne stabiliscono lo sviluppo e fanno della rete lo specchio della società.
“Fino a che gli utenti rispettano la libertà degli altri, dobbiamo assicurare che tutti abbiano gli stessi diritti e la possibilità di contribuire all’evoluzione di internet per il beneficio della comunità globale”, ha concluso Torstensson, affermando che la Ue è fermamente convinta della necessità di lasciare il coordinamento delle attività giornaliere di internet al settore privato, ma anche che la struttura di governance debba essere “trasparente, aperta e orizzontale”, per continuare a garantire alla rete la base che ne ha decretato il successo.
Il commissario ai media e alla società dell’informazione, Viviane Reding si è fermata invece sulla necessità di rendere internet un posto sicuro per i bambini.
“La Commissione europea – ha detto – lavora con questo obiettivo in mente dal 1999 e ha avviato numerosi progetti per aumentare la consapevolezza di insegnanti, genitori e ragazzi. Il Safer Internt Day è un momento ormai condiviso da oltre 60 nazioni ed è un successo che si può ricondurre alle discussioni condotte in seno all’IGF”.
Fermo restando che la gestione di internet debba restare al settore privato, “i governi – ha aggiunto la Reding – possono e devono svolgere un ruolo nelle questioni di policy pubblica, in cui c’è bisogno di proteggere e promuovere l’interesse generale”.
“I genitori – ha affermato ancora – si aspettano che i governi proteggano i bambini su internet, i commercianti vogliono che i governi combattano le frodi e proteggano i diritti dei consumatori”.
“Noi tutti sappiamo che la rapida crescita di internet è stata possibile grazie alla sua apertura e universalità. Se gli utenti vogliono che internet resti aperto e neutrale, essi devono incoraggiare attivamente i loro governi a proteggerlo e i governi devono rispondere positivamente, come ha fatto la Ue con la prima legislazione per garantire il diritto dell’accesso a internet”, ha concluso la Reding.