Italia
Niente di fatto sul tetto al prezzo degli sms: la discussione è stata infatti rinviata al 19 novembre per permettere a Stefano Parisi, presidente di ASSTEL di essere ascoltato prima di prendere una ulteriore decisione.
In una lettera del 9 novembre, Parisi aveva infatti chiesto un’audizione ad Agcom, invocando la sospensione di “eventuali iniziative” sulla dinamica dei prezzi al dettaglio degli sms.
A settembre il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Roberto Sambuco, ha incontrato i rappresentanti delle principali compagnie telefoniche per discutere, tra le altre cose, la situazione dei prezzi degli Sms al dettaglio e all’ingrosso, in particolare del loro costo massimo che in Italia è allineato per tutti i gestori a 15 centesimi, vale a dire più di quanto costa spedirlo in roaming da un altro paese della Ue.
Inviare un sms da un Paese europeo all’Italia, in base alle nuove disposizioni Ue, costa infatti 13 centesimi.
Gli operatori – riuniti in Asstel – oltre a contestare la non titolarità di Mr Prezzi a fare valutazioni che spetterebbero ad Agcom, hanno fatto sapere che una simile decisione potrebbe costringere gli operatori a “recuperare le perdite aumentando il livello generale delle offerte o riducendo gli investimenti”.
Gli italiani, si sa, difficilmente rinunciano al telefonino – se ne contano, nel nostro Paese, 150 ogni 100 abitanti (compresi neonati e anziani) – e, secondo un’indagine congiunta Agcom-Antitrust, nel 2008, hanno inviato circa 60 miliardi di sms per un mercato da 2 miliardi di euro che salgono a 4 miliardi di euro l’anno se si aggiungono anche gli mms e internet mobile.
Le due autorità hanno tuttavia sottolineato che i consumatori italiani “continuano a essere sottoposti a regimi tariffari poco trasparenti e sfavorevoli”, in un mercato in cui predominano “scarsa trasparenza, condizioni sfavorevoli per i consumatori e tariffe all’ingrosso che disincentivano l’ingresso degli operatori virtuali”.
A giudizio di Agcom e Agcm, inoltre, gli operatori continuano a praticare tariffe eccessive per navigare su internet dal telefonino.
Secondo asse, tuttavia, un intervento dall’alto sugli sms, “frenerebbe le dinamiche competitive del mercato” e potrebbe dunque scatenare nuove ‘ritorsioni’ nei confronti dei clienti, dal momento che – sempre secondo l’associazione – i prezzi praticati dagli operatori italiani sono già i più bassi d’Europa e sono scesi, nell’ultimo anno, del 25%. Senza contare il fiorire di “opzioni e promozioni che garantiscono alla clientela una vasta gamma di offerte all’interno delle quali scegliere quella che meglio soddisfa le proprie esigenze”.