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Oggi, presso la Sala Tevere della Regione Lazio, l’assessore alla Tutela dei Consumatori e Semplificazione Amministrativa della Regione Lazio, Anna Salome Coppotelli, ha firmato il protocollo d’intesa tra la Regione Lazio , le associazioni di categoria degli Artigiani installatori e le associazioni dei Consumatori e degli Utenti, iscritte al Comitato regionale degli utenti e consumatori, relativo a: “Prezzario indicativo per gli interventi finalizzati al buon funzionamento degli apparati di ricezione televisiva a seguito dell’entrata in servizio del digitale terrestre“.
L’accordo è inoltre stato firmato dai rappresentanti delle associazioni di categoria regionali: Cna Lazio, Casartigiani Lazio, Claai Lazio e Confartigianato Lazio.
Fra il 16 e il 30 novembre con il Lazio si raggiungerà una tappa fondamentale nel processo di digitalizzazione della televisione italiana che verrà completato entro il 2012.
Con quasi 5 milioni di utenti è lo switch-off più significativo che si avvia in Italia, dopo i primi esperimenti in Sardegna, Valle d’Aosta e Piemonte occidentale. Da lunedì prossimo gli utenti interessati saranno 3,9 milioni, altri ottocentomila entro la fine del mese. Con l’esclusione della sola zona di Viterbo.
Più canali per la Rai (13) e più qualità anche a Roma e nel Lazio, esclusa la maggior parte dei comuni in provincia di Viterbo, da lunedì prossimo, con il passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale per vedere la tv. La transizione durerà fino al 30 in tutta la regione, coinvolgendo 363 comuni, 124 impianti e farà di Roma la prima capitale europea ad affrontare un passaggio che l’Europa considera obbligato.
Indispensabile dotarsi di un decoder affidabile (o di un nuovo televisore), risintonizzarlo anche dopo lo switch-off, il 30 novembre, e chiamare l’antennista solo se serve e, comunque, solo dopo aver montato il decoder e aver eventualmente verificato che non si vede nulla.
A sottolineare l’importanza del passaggio, una conferenza stampa a viale Mazzini ha riunito i protagonisti principali: presidente e direttore generale della Rai, Paolo Garimberti e Mauro Masi; il viceministro allo Sviluppo economico, con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani; Giancarlo Leone e Antonio Marano, vicedirettori generali Rai; Luca Balestrieri, presidente di Tivù; Stefano Ciccotti, amministratore delegato di RaiWay.
Per questo passaggio “noi speriamo che ce la caviamo” ha scherzato Garimberti, sottolineando poi di contare sulla riuscita di quello che la Rai considera “un test molto importante“. Il presidente della Rai ha poi raccontato di una telefonata a Romani per sollecitare, tra l’altro, il governo a prendere posizione decisa perché “la Rai sia un volano tecnologico di tutto il sistema televisivo. Sono convinto – ha continuato – che l’Italia senza la Rai sarebbe più povera, forse meno libera. Non possiamo permetterci che il servizio pubblico non funzioni bene perché fa parte della storia del paese e, nonostante le critiche, a proposito o a sproposito, è un baluardo di ciò che anche il Presidente della Repubblica ha richiamato tra i principi democratici da preservare”.
A maggior ragione con il passaggio al digitale di tutto il Paese, che “modificherà il prodotto Rai in una serie di canali tematici, ampliando la possibilità di scelta dei telespettatori che avranno così l’opportunità di costruirsi il proprio palinsesto”.
“Il passaggio – ha detto a sua volta Masi – è per la Rai una bussola strategica della gestione aziendale”. Per questo, è stata avviata una campagna di comunicazione “massiccia” i cui risultati “ci spingono già a un concreto ottimismo”. Il 90% della popolazione infatti si è già dotata di decoder. Restano un 5% che non sa di cosa si parli quando si cita lo switch-off e un altro 5% che non si è ancora attrezzato.
“Eravamo un po’ preoccupati“, ha detto Romani, che è intervenuto presso la Rai per chiedere una intensificazione della campagna di comunicazione e ha messo a disposizione un call center presso il ministero, con chiamata gratuita al numero 800022000, per tutti i cittadini (600 mila finora) bisognosi di chiarimenti sull’acquisto, l’installazione o l’uso dei decoder.
“La mission di tutti – ha aggiunto – è che tutti sappiano cosa sta cambiando, ma ora i dati sono rassicuranti: a giugno la diffusione dei decoder era al 67%, ora è al 90%. Con un piccolo sforzo 5 milioni di cittadini del Lazio ce l’avranno”.
Riguardo al nuovo canale Sky sul digitale terrestre, il viceministro ha commentato: “Vive la concurrence!”.
La posizione di Romani è condivisa anche dal vicepresidente di RaiNet, che ha sottolineato come l’apertura alla competizione “ci fa piacere, ma vorremmo che fosse su tutto il mercato della tv digitale, e confidiamo che le autorità preposte alla regolamentazione vigileranno perché ci sia competizione in tutti i segmenti”. In particolare, Balestrieri ha fatto riferimento alla questione del decoder unico, che “deve essere riproposta con temi concreti e operativi”. Secondo il manager di Viale Mazzini, “chiunque utilizzi sistemi di accesso condizionato per i servizi televisivi in Italia, sia Pay che Free to Air, deve mettere a disposizione dei produttori di decoder le specifiche tecniche” dei dispositivi utilizzati.