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I caratteri latini perdono il loro predominio su internet: l’Icann ha infatti approvato il nuovo Internationalized Domain Name Fast Track Process, che consentirà l’introduzione di indirizzi e domini web con caratteri ASCII, quindi in cinese, cirillico, coreano, giapponese o arabo.
Il cambiamento, definito una “svolta epocale per quella metà dell’umanità che non utilizza caratteri latini” dal Ceo Icann Rod Beckstrom, è solo il primo passo verso l’internazionalizzazione di internet, dopo la fine dell’accordo con il ministero del commercio americano, che ha avuto fino alla fine di settembre il ruolo di supervisore unico dell’operato dell’associazione.
Se fin qui i domini e indirizzi internet erano limitati ai 26 caratteri dell’alfabeto latino, quando il processo di implementazione degli IDNs verrà completato, milioni di persone in Asia, Russo e Medio Oriente potranno ottenere un nome di dominio con l’intera stringa in caratteri diversi da quelli latini, presupposto essenziale per l’accesso di ciascuno ai contenuti nella propria lingua e, dunque, per un web “egualmente accessibile a tutti”, ha aggiunto Beckstrom.
Il Fast Track Process – che si svilupperà in diverse fasi a partire dal 16 novembre – consentirà l’utilizzo per i nomi di dominio di oltre 100 mila caratteri di ogni lingua del mondo online.
La decisione di aprire internet ai caratteri non latini arriva dopo sei anni di discussioni e lavoro tecnico.
Tecnicamente, l’introduzione dei nuovi IDNs – che potrebbero essere attivi a partire dalla metà del prossimo anno – sarà possibile grazie alla creazione di un diverso sistema di traduzione nel Domain Name System, che consentirà a differenti alfabeti di essere convertiti nel giusto indirizzo. Il sistema è stato testato per un paio d’anni e l’Icann è fiducioso sulla sua riuscita.
Inizialmente, tuttavia, ci saranno alcune restrizioni: per il primo anno, infatti, il cambiamento si applicherà solo ai Top Level Domain gestiti dai governi (.it, .us, .uk), che rappresentano il 40% dei domini mondiali. Inizialmente non saranno dunque consentite, ad esempio, versioni non latine dei suffissi .com e .Org e (che sono generic top level domain) e i singoli paesi potranno richiedere per le loro lingue ufficiali un solo suffisso, che dovrà in rispecchiare la denominazione del Paese stesso.
Nei primi anni di implementazione degli IDNs, inoltre, Icann continuerà a non consentire l’utilizzo dei caratteri latini che fino ad oggi non erano ammessi, come la tilde, le lettere accentate e altri caratteri speciali.
“Il nostro lavoro sugli IDNs ha superato dozzine di test ed è passato attraverso diverse bozze e un incredibile lavoro di sviluppo da quando abbiamo avviato il progetto”, ha spiegato Tina Dam, Senior Director for IDNs dell’Icann.
“Il lancio di Fast Track Process rappresenta una grande possibilità per rendere internet uno strumento ancora più utile per sempre più persone nel mondo”.