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‘Minori, media e crisi economica’: i giovani si informano dalla Tv e non modificano il proprio stile di vita

Italia


Il Centro Studi Minori e Media ha presentato un’indagine sulla percezione che i giovani hanno della crisi e sull’influenza di questo fenomeno nei loro consumi e stili di vita.

La ricerca “Minori, mass media e crisi economica” ha coinvolto 1235 ragazzi e ragazze tra i 15 e i 20 anni di 17 scuole medie superiori, di 13 città italiane, 9 regioni. Il gruppo di ricerca ha raccolto i dati attraverso un questionario  e la collaborazione dei presidi e dei docenti delle scuole. 

 

Nella prima sezione del questionario sono state poste domande relative alla famiglia. Ai ragazzi è stato chiesto se i genitori seguono le notizie sulla crisi economica e ne parlano con loro, se la crisi economica pone problemi alla famiglia.

Solo 8 ragazzi hanno dichiarato che i genitori non seguono le notizie sulla crisi economica. Tra coloro che hanno saputo rispondere alla domanda, il 73,3% ha affermato che i genitori seguono le notizie sulla crisi economica regolarmente.

Solo la metà dei genitori cerca di coinvolgere i figli, di responsabilizzarli sui problemi che la crisi economica pone alla famiglia.

Due ragazzi su 10 non sanno se la crisi economica pone problemi alla famiglia.

I genitori cercano di proteggere i figli. Anche nel caso in cui la crisi economica pone problemi gravi alla famiglia, una quota non trascurabile di genitori cerca di non coinvolgere i figli.

 

La crisi economica pone problemi alla famiglia nel 60% dei casi.

 

In conseguenza della crisi le famiglie acquistano in minor quantità vestiti e oggetti elettronici, riducono i viaggi e le vacanze, vanno meno a pranzo o a cena fuori.

 

La principale fonte mediale di informazione sulla crisi economica dei giovani intervistati è la televisione. Nonostante l’impiego ormai assiduo di internet, solo il 7% dei ragazzi usa il web per accedere a notizie sulla crisi. Solo il 9% dichiara di informarsi leggendo un giornale: 9 ragazzi su 10 hanno dichiarato che sarebbero interessati a ricevere più informazioni sulla crisi economica. Solo il 6% ha detto che l’argomento crisi economica non gli interessa.

 

Dopo aver chiesto come si informano, i ricercatori hanno provato a capire che cosa pensano i giovani del fenomeno crisi.

Analizzando i dati possiamo stilare una classifica, da coloro che, secondo gli intervistati, sono i più colpiti dalla crisi a coloro che lo sono meno: al primo posto c’è chi è senza lavoro o ha un lavoro precario, al secondo i lavoratori dipendenti, al terzo gli anziani, al quarto i lavoratori autonomi, al quinto i giovani, all’ultimo posto  le donne.

 

Per i giovani intervistati le principali cause della crisi sono l’evasione fiscale, la presenza di paradisi fiscali e l’assenza di regole e di organismi di controllo. 

I principali responsabili della crisi sono i governi, per uscire dalla crisi il governo dovrebbe sostenere le famiglie che non arrivano alla fine del mese.

La principale conseguenza della crisi sarà l’aumento del divario tra ricchi e poveri.

 

Alla domanda “che sentimento ti suscitano le notizie sulla crisi economica?” un terzo degli intervistati ha risposto “rabbia e voglia di reagire” ed un altro terzo ha risposto “senso di impotenza”. Sono stati più inclini a dichiarare il primo sentimento coloro che frequentano un liceo scientifico. Sono stati più propensi a dire “senso di impotenza” coloro che frequentano il liceo classico, quello pedagogico e quello di scienze sociali.

I giovani del Sud reagiscono soprattutto con il ribellismo. Fra i giovani del Nord prevalgono atteggiamenti passivi:  l’indifferenza o la sensazione di impotenza.

Il sentimento suscitato dai media nei confronti della crisi economica varia a seconda dello stile di vita tenuto. Tra coloro che hanno dichiarato di provare indifferenza, più della metà non ha sentito le conseguenze della crisi; tra coloro che provano rabbia e voglia di reagire, più dell’80% ha subito le conseguenze della crisi.

 

In conseguenza della crisi economica sono cambiati il modo di vivere e i consumi dei giovani?

 

Analizzando i dati si scopre che la crisi economica ha avuto poche o nessuna conseguenza sullo stile di vita dei ragazzi intervistati. Solo il 6% ha dichiarato di aver avuto un grosso cambiamento nel proprio stile di vita.

Mettendo in relazione la percezione delle conseguenze della crisi sullo stile di vita con il tipo di scuola frequentata e la zona geografica di residenza si nota una maggior incidenza della crisi sugli studenti degli istituti tecnico-professionali; si constata che il cambiamento di stile di vita è più frequente nel Sud.

 

Uno dei dati più interessanti di questa indagine riguarda la diversa percezione della crisi da parte dei ragazzi intervistati rispetto alle loro famiglie.

Incrociando le variabili “la crisi economica pone problemi alla famiglia?” e “la crisi economica ha già avuto conseguenze sul tuo modo di vivere?” si rileva che tra le due c’è associazione, ma anche che solo il 30% dei ragazzi la cui famiglia ha problemi gravi ha avuto un grosso cambiamento nel suo stile di vita.

 

Analizzando la visione del futuro del giovane in questo momento di crisi economica, un terzo degli intervistati pensa che la propria vita rimarrà la stessa; la metà del campione teme che la propria vita peggiori; il 14% è convinto che la propria vita migliorerà, perché “la gente tornerà a dare importanza alle cose essenziali”.

 

Per quanto riguarda le attività ricreative e i consumi individuali i giovani hanno visto diminuire di poco le proprie disponibilità.

 

Solo il 6% dei ragazzi intervistati ha dichiarato che la paghetta che ricevono dai genitori gli è stata ridotta parecchio o tolta.

Incrociando la riduzione o meno della paghetta con i maggiori o minori problemi che la famiglia del giovane ha avuto in seguito alla crisi economica, si nota che anche in caso di problemi gravi, ai giovani non viene quasi mai negata la propria liquidità.

Per quanto riguarda le attività ricreative: la discoteca, lo sport e il mangiare fuori, solo una percentuale molto piccola dei giovani intervistati ha rinunciato ad esse.

Solo il 6% degli intervistati ha rinunciato alla discoteca o ci va molto meno.

Solo il 9% ha rinunciato a fare sport o lo fa molto meno.

Solo il 10% ha rinunciato ad andare a mangiare fuori o ci va molto meno.

 

Quasi tutti i giovani intervistati continueranno come prima ad andare alle gite scolastiche e/o a fare le vacanze studio all’estero.

E gli acquisti? Per meglio analizzare la riduzione degli acquisti da parte dei giovani, i ricercatori hanno costruito un indice dando un valore da 0 a 4 alle risposte da “per niente” a “molto” date per ciascun bene proposto:  scarpe, vestiti, libri, riviste e fumetti, musica, ricariche del cellulare, oggetti elettronici. La riduzione dei consumi è stata molto contenuta. L’83% del campione ha ridotto poco o per niente l’acquisto dei beni proposti.

 

Alla fine del questionario è stato chiesto ai giovani se a causa della crisi economica cambieranno le scelte future.

 

Il 65% del campione ritiene che la crisi economica influenzerà poco o per niente le scelte per il proseguimento degli studi e per la professione futura.

Distinguendo il dato per classe, tipo di scuola frequentata, sesso e zona geografica di residenza, notiamo che i più piccoli credono più dei più grandi che la crisi economica non modificherà le loro scelte; quelli che frequentano il liceo scientifico sono più sicuri del loro futuro degli altri; le ragazze sono più sicure dei ragazzi; i giovani del Sud sono più preoccupati del loro futuro di quelli del Centro e soprattutto di quelli del Nord. (r.n.) 

 

 

 

Indagine Minori, mass media e crisi economica

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