Tiscali: multa antitrust da 50 mila euro per aver ostacolato i clienti che volevano cambiare operatore

di Alessandra Talarico |

Italia


Renato Soru

L’Autorità antitrust ha inflitto a Tiscali una multa di 50 mila euro per aver messo in atto una pratica commerciale scorretta volta a ostacolare il diritto dei clienti a trasferire il proprio numero presso altri operatori. In particolare, la società ha impedito ad alcuni consumatori che avevano espresso la volontà di migrare verso un altro operatore di telefonia fissa di esercitare il diritto di recesso.

 

Tiscali offre servizi di telecomunicazione su rete fissa in Italia e nel Regno Unito e si colloca tra i principali operatori alternativi in Europa, offrendo a clienti – principalmente residenziali – servizi integrati di accesso ad internet e telefonia. Il Bilancio di esercizio, al 31 dicembre 2008, presenta un fatturato pari a 316.248.000 euro e riporta un risultato negativo pari a 43.428.000 euro.

La multa, se non fosse stato per il rosso in bilancio, sarebbe stata altrimenti più consistente.

 

Il Garante ha potuto appurare che Tiscali, in particolare, non si è prontamente attivata per liberare la linea, soprattutto quella ADSL, a seguito di esplicita richiesta di passaggio ad altro operatore né per risolvere disservizi verificatesi al momento delle richieste di passaggio ad altro operatore e non ha fornito il codice di migrazione, ovvero, pur avendolo fornito, non ha compiuto i successivi passi necessari alla effettiva liberazione della linea, non riconoscendo, di fatto, ai clienti la possibilità di migrare ad altro operatore.

Alla società è stato anche contestato di aver continuato a fatturare servizi ormai cessati e di aver sospeso il servizio di fonia e internet con un anticipo notevole rispetto al passaggio dei clienti ad altro operatore.

 

L’autorità ha ritenuto che queste problematiche non fossero sporadiche e riconducibili ad un problema di natura tecnica – come Tiscali ha affermato nella propria memoria difensiva –  rappresentando bensì “manifestazioni sintomatiche di un’unica pratica commerciale scorretta, in contrasto con gli articoli 20, comma 2, 24 e 25, lettera d), del Codice del Consumo”.

 

Tiscali, come dimostrato dalla documentazione acquisita dall’Autorità e dai diversi reclami presentati dai consumatori, era infatti a conoscenza dell’esistenza di criticità nelle procedure di passaggio ad altro operatore.

“La gravità della pratica è da ricondurre – si legge nel provvedimento del Garante – per un verso, alla sussistenza di una fattispecie aggressiva e al settore al quale l’offerta di servizi in esame si riferisce, ovvero quello della telefonia e dei servizi di navigazione in internet”.

Va anche considerato, nota quindi il garante, “il contesto in cui la condotta è stata posta in essere, che è caratterizzato da una progressiva liberalizzazione del mercato a favore del consumatore, all’interno del quale, attraverso la legge n. 40/07, il legislatore ha inteso sancire il diritto di passare ad un altro operatore di telecomunicazione con uno specifico intervento normativo”.

 

Tiscali, inoltre, risulta recidiva essendo già stata destinataria di simili provvedimenti.

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