Unione Europea
I ministri degli interni e della giustizia Ue, riuniti a Lussemburgo, hanno ri-lanciato l’allarme sullo sviluppo e le dimensioni della pedopornografia online, invitando gli Stati Membri a fare di più per arginare il fenomeno e caldeggiando, in particolare, la realizzazione di coalizioni finanziarie nazionali – sulla scia della European Financial Coalition – contro la pornografia infantile su internet e il rafforzamento della collaborazione tra tutte le parti coinvolte in questa lotta: magistratura e forze dell’ordine da una parte, banche, società di carte di credito e provider internet dall’altra.
Competenze ed expertise, hanno sottolineato i ministri europei, dovranno essere convogliate in un obiettivo comune: quello di fermare lo sfruttamento sessuale dei bambini tenendo bene in mente che ogni immagine pedopornografica costituisce un reato criminale, in quanto viola l’integrità e i diritti dei bambini e produce un danno fisico, psicologico e sociale a lungo termine.
L’avvento di internet e delle nuove tecnologie di comunicazione, secondo i dati di molte ricerche, ha significativamente amplificato il fenomeno dello sfruttamento sessuale dei bambini, un crimine diventato, hanno spiegato i ministri Ue, “tecnologicamente semplice, a basso rischio e molto remunerativo”, grazie anche ai nuovi meccanismi di pagamento online che sono al di là della portata delle banche tradizionali.
I ministri hanno quindi invitato le parti coinvolte a realizzare nuovi sistemi di pagamento (come ad esempio l’uso di account prepagati) e a implementare un sistema di monitoraggio dei sistemi di pagamenti online, al fine di ostacolare il lato commerciale del business e hanno chiesto ai governi di affiancare i provider di servizi finanziari e di servizi internet in questa lotta, incoraggiando procedure di governance e opportune modifiche ai termini e alle condizioni che permettono di isolare gli autori di reati e di frustrare i tentativi degli ‘utilizzatori finali’ dei materiali pedopornografici online.
Una sfida complessa e globale, che la Ue intende combattere con determinazione e vincere, chiedendo però la massima collaborazione di tutte le parti coinvolte.
In particolare, la Ue intende assicurare che venga data priorità ai meccanismi di identificazione delle vittime: secondo i dati dell’Interpol, ogni anno vengono offerte online almeno 500 mila nuove immagini pedopornografiche originali, e si contano 550 mila immagini di abusi su 20 mila bambini, di età sempre più piccola: l’età media stimata dei bambini sfruttati è passata dai 10 anni del 2003 ai 7 anni del 2007, con punte di età a volte molto più basse. Di questi bambini, solo 500 sono stati identificati e salvati dal 2001.
Gli introiti illeciti legati al commercio di materiale pedopornografico sono stimati in oltre 4 miliardi di dollari l’anno: l’accesso ad un sito pedopornografico costa in media 50 euro, e un sito pedopornografico ha in media al giorno oltre 400 clienti.
Fondamentale, per i ministri Ue, il coinvolgimento dei soggetti economici (fornitori di servizi finanziari, banche e fornitori di servizi Internet) nello sviluppo di strategie coordinate che permettano alle forze dell’ordine di rintracciare e arrestare chi approfitta della distribuzione di contenuti pedopornografici.
Il Consiglio Ue, in ultima analisi, ha spronato gli Stati membri a sostenere le attività della European Financial Coalition, al fine di espandere il potenziale dell’associazione e rafforzare la lotta contro la pedopornografia, anche attraverso lo scambio di best practice, e di consolidare la collaborazione tra i servizi repressivi nazionali di Europol e di Eurojust.
La coalizione, che raggruppa tutti gli stakeholder coinvolti nella lotta alla pedopornografia, convoglierà i propri sforzi nell’identificazione e la salvaguardia delle vittime; nell’identificazione e l’arresto dei criminali che sfruttano economicamente le immagini e dei loro utilizzatori finali, nonché nello sviluppo di attività di contrasto e di sensibilizzazione.
Secondo gli ultimi, sconvolgenti, dati di Telefono Arcobaleno, nell’ultimo anno è raddoppiato il numero di europei che scambiano o acquistano pedofilia sul web.
L’11% dei bambini sfruttati sul web per la produzione di materiale pornografico ha meno di 3 anni, il 42% ha meno di 7 anni e il 77% meno di 9.
Il 18% dei siti internet sono legati al pedobusiness e più della metà hanno sede in territorio europeo e 8 bambini al giorno sono vittime del traffico sul web.