Italia
Nell’anno del sorpasso, in particolare, i ricavi da pagamento diretto degli utenti supereranno i ricavi da inserzioni commerciali sulle reti nazionali sia in quota percentuale sia in valori assoluti.
Con circa 3,8 miliardi di euro, il pagamento diretto di servizi da parte dei telespettatori contribuirà al 41% (3,772 miliardi di euro) dei ricavi totali del sistema (9,2 miliardi di euro). Il canone, considerando l’assenza di manovre per il recupero di evasione e morosità, si attesterà al 19% circa, gli spot si fermeranno al 40% (3,68 miliardi di euro). Nel 2008, per dare l’idea del cambiamento in atto, i ricavi legati alla pubblicità sono stati pari al 46% del totale (7,9 miliardi di euro), quelli da servizi di pay tv al 33%, quelli dal canone Rai al 20%.
Nel 1992, le famiglie italiane spendevano “per guardare” poco meno di 2 miliardi di euro. Una cifra che comprende canone radio-tv (55%), pay tv (2%), home video (25%) e cinema (18%). Nel 2008, tale spesa è triplicata e vale 6,2 miliardi. Un valore che potrebbe crescere fino a quasi 8 miliardi nel 2012. La differenza più marcata è che nel 1992, questa spesa era sostanzialmente ripartita a metà tra canone radio-tv da una parte e cinema/home video dall’altra. Vent’anni dopo nel 2012 la pay tv sarà in grado di generare il 58% del totale della spesa. Il resto sarà ripartito tra canone radio-tv (23%), home video (8%), cinema (8%) e internet (3%).
Tra il 1992 e il 2008, la spesa complessiva delle famiglie italiane per il consumo di prodotti e servizi media, una voce che include quotidiani e periodici, libri, canone radio-tv, cinema e home video, musica preregistrata e videogames, è quasi raddoppiata, da 10 miliardi di euro a quasi 19 miliardi di euro.
Nel
Verso il 2012. Dal mercato Tv al mercato integrato degli audiovisivi di rete