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Mediaset: documento segreto rivela ‘patto strategico’ per investire nella Pay TV senza alcun accordo con Telecom Italia

Italia


Cosa c’è nel futuro di Mediaset? Secondo Affari e Finanza, supplemento economico settimanale della Repubblica, ci sarebbe la Pay TV. L ‘azienda della famiglia Berlusconi avrebbe deciso di portare su internet tutti i contenuti di Premium, ma senza scendere a patti con Telecom Italia, in base a quanto risulta da un documento riservato che illustra il progetto strategico “Cube” del gruppo da qui al novembre 2010.

 

Si legge ancora che l’offerta si baserebbe su due fattori chiave: in primo luogo, la possibilità dei clienti di richiedere in ogni momento la visione di un qualsiasi programma trasmesso anche nei giorni precedenti dai palinsesti Mediaset, in chiaro o a pagamento; in secondo luogo, la proposizione di un catalogo di contenuti tra cui gli utenti possono scegliere la loro preferenza.

 

La pre-condizione, invece, è la presenza di una rete a banda larga “un-managed”, ovvero non gestita, che non richieda accordi con le telecom. La strategia si renderebbe necessaria per riequilibrare i ricavi del gruppo: la pubblicità rischia di restare debole e occorre quindi puntare su pubblicità e pay-per-view. Il progetto Cube prevede una strategia in tre mosse.

 

Entro dicembre 2009 Mediaset vuole lanciare sul mercato il servizio di web tv, ovvero far arrivare i contenuti sul pc. Entro marzo 2010, invece, partirà Mediaset Premium Web Tv, con offerta riservata ai possessori di abbonamenti ai canali Premium su digitale terrestre. Entro novembre 2010, il passaggio più importante, quello della Web Tv dal pc al televisore. Per vedere i programmi gli utenti dovranno dotarsi di un decoder speciale e la visione sarà di qualità proporzionale alla qualità della connessione dell’utente.

 

Nei giorni scorsi il quotidiano spagnolo El Economista nella sua versione online, citando “fonti vicine alla società italiana“, sosteneva che il gruppo televisivo stava valutando la possibilità di affiancare Telefonica e i soci italiani nella compagine azionaria di Telco.

 

Silvio Berlusconi (azionista di controllo di Mediaset attraverso Fininvest) “riuscirà nel duplice obiettivo di italianizzare la società simbolo delle telecomunicazioni del suo Paese e di farlo inoltre senza inimicarsi la multinazionale spagnola”.

 

Per El Economista, Mediaset è pronta a condividere con gli spagnoli la presenza in Telco e pensa a un ingresso nell’azionariato, mossa che sarebbe sostenuta anche dagli altri soci italiani di Telco (Mediobanca, Generali, Intesa Sanpaolo e Benetton) e comporterebbe “una diluizione delle rispettive partecipazioni in Telco per consentire l’ingresso di Mediaset”.  

 

L’azienda italiana ha però smentito le voci attraverso un portavoce: “Sono indiscrezioni stampa destituite di ogni fondamento”, ha dichiarato.

  

Entro il 28 ottobre i soci Telco dovranno esprimersi sul rinnovo del patto in scadenza nel 2010. E l’Ad di Telecom, Franco Bernabè, riguardo a eventuali alleanze con Poste o Mediaset, ha sostenuto che “Non se né è mai parlato: lo leggo solamente sui giornali. Non è certamente un tema all’ordine del giorno”.

   

Angelo Rovati, consulente di Rothschild ed ex-consigliere del Governo Prodi dimessosi proprio a causa di un progetto che andava in questo senso, è tornato recentemente sull’argomento per suggerire che “…una volta realizzato lo scorporo della rete, procederei a una fusione tra Mediaset e Telecom. Ne nascerebbe una delle più grandi media company del mondo”.

 

Secondo Rovati, “tenere in panchina” Mediaset perché il fondatore è il presidente del Consiglio è strumentale: “…non c’è solo la famiglia Berlusconi , ma una miriade di azionisti e lavoratori”.

 

Inoltre la fusione attenuerebbe la questione del conflitto di interesse, perché la famiglia Berlusconi sarebbe socio di minoranza.

 

Mediaset sarebbe già in trattative con Telefonica per l’acquisto della piattaforma satellitare Digital+, così come anche la pay Tv inglese, BSkyB, del magnate dei media Rupert Murdoch.

 

Questa operazione permetterebbe al gruppo italiano di rafforzarsi sul mercato spagnolo dove già controlla Telecinco.

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