Tv digitale: la chiavetta Sky? Per Mediaset ‘ingannevole’. Slitta l’audizione in Vigilanza per indisponibilità di Masi

di Raffaella Natale |

Italia


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Mercato in subbuglio per l’annuncio di Sky Italia che, a dicembre, lancerà Digital Key, una chiavetta che, collegata al decoder Sky, permetterà di accedere a tutta l’offerta gratuita in chiaro del digitale terrestre integrata nell’Epg della tv satellitare.

 

In mattinata Mediaset perdeva 1,27% a 4,8575 euro. Secondo gli analisti di Equita Sim l’operazione di Sky rappresenta una novità commerciale importante “perche l’offerta si rafforza e recupera i canali Rai, appena persi per il mancato raggiungimento dell’accordo con Rai stessa. La notizia è negativa per Mediaset in quanto, in vista dello switch-off al digitale terrestre, Sky avrebbe un’arma in più”.

 

Grazie al nuovo strumento, i consumatori potranno accedere a tutti i canali in chiaro presenti sulle principali piattaforme televisive, compresa l’offerta Rai, con un unico decoder e un solo telecomando. Tra le novità comunicate da Sky, c’è anche l’incremento dell’offerta in HD, che punta ad aumentare i canali in alta definizione da 16 a 30.  

 

Molto rumore per nulla“. Così il consigliere di amministrazione di Mediaset, Gina Nieri, ha commentato la nuova offerta di Sky Italia.

“E’ un’ulteriore verticalizzazione” da parte di Sky “per far rimanere i propri abbonati all’interno della sua piattaforma“, ma per il resto “non aggiunge niente“.

Questo perché per poter utilizzare la Digital Key occorre sia un decoder ad alta definizione, e “al momento – ha spiegato Nieri – solo 300.000 abbonati su quattro milioni e mezzo hanno questo apparecchio“, sia un televisore di nuova generazione, che “ha già l’accesso free ai canali del digitale terrestre in chiaro“. Inoltre, la Digital Keynon consente l’interattività e l’accesso ai contenuti premium”. Per questo Gina Nieri definisce l’offerta “ingannevole, nel senso che gli utenti possono vedere ugualmente l’offerta del digitale terrestre free se hanno un nuovo televisore, senza bisogno della chiavetta di Sky”.

 

La notizia è subito diventata un caso politico. La commissione di Vigilanza ascolterà il direttore generale della Rai, Mauro Masi.

La richiesta di convocare il Dg, avanzata in ufficio di presidenza dal Pd con il capogruppo in commissione Fabrizio Morri, sarebbe stata appoggiata dal presidente della commissione, Sergio Zavoli, che si sarebbe detto favorevole a tenere l’audizione già domani. Un’urgenza non condivisa dal Pdl: ‘E’ sempre piacevole ascoltare il Dg – ha detto il vicepresidente della commissione, Giorgio Lainati – compatibilmente, però, con i suoi impegni. Non casca il mondo se lo sentiamo la prossima settimana”. La data di domani, comunque, viene definita “impossibile” dalla direzione generale, visti gli “impegni precedenti” di Masi.

 

Per Roberto Rao capogruppo Udc della bicamerale “oggi, oltre ai benefici per gli utenti di una concorrenza vera, sembra venir meno il presupposto strategico su cui l’azienda pubblica si è mossa in alleanza con Mediaset della creazione della piattaforma Tivù Sat: tutti stanno lavorando a un business alternativo, tranne la Rai”.

 

Secondo l’Idv Pancho Pardi “Adesso è impellente che la Commissione si riunisca al più presto per poter approfondire quanto successo al momento della decisione di staccarsi da Sky, anche se è facile capire che dietro a tutto ci fosse solo una volontà: quella di avvantaggiare il Cavaliere e le sue televisioni”.

 

Da parte sua la direzione generale della Rai ha spiegato che “non vi è, ne vi può essere, alcuna relazione tra la scelta industriale e strategica dell’azienda di non rinnovare il contratto con Sky e le possibilità che quest’ultima consenta, con le modalità oggi presentate (ma note al settore fin dall’inizio del 2009) la visione del digitale terrestre”. Per il Dg Rai questa è “cosa ben nota anche a Sky che ha, come sanno tutti, a lungo insistito per rinnovare il contratto per l’intero bouquet Rai a titolo oneroso”.

 

Masi ha aggiunto che “la Rai peraltro non può che auspicare la più ampia diffusione possibile del digitale terrestre gratuito, anche per le enormi potenzialità pubblicitarie che deriverebbero dalla fruizione dei suoi attuali dodici canali digitali terrestri, la maggiore offerta free europea. Non a caso in tutte le occasioni pubbliche Rai ha sempre sollecitato il decoder unico che offrirebbe maggiori garanzie qualitative e rispetto per le vere esigenze dei telespettatori”.

 

Ma la politica non la pensa così.

 

Quel che è certo, ha commentato Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione Pd, è che dall’annuncio esce ridimensionata e perfino ridicolizzata la scelta della Rai di far guerra a Sky per conto di Mediaset.

 

A lamentare l’accaduto parlando di una perdita secca per le tasche del servizio pubblico è anche il consigliere d’amministrazione Rai Nino Rizzo Nervo, che sicuramente oggi affronterà la questione anche nella riunione del Cda già convocato. Intanto all’ordine del giorno del consiglio, che prosegue poi giovedì, non ci sono nomine ma numeri, ovvero il dg Masi presenterà le linee guida per il piano industriale 2010-2012 che dovrà proprio segnare il futuro di una Rai con i conti in crisi.

 

“Peccato. Poco, ancora troppo poco“. Così Giancarlo Leone, vicedirettore generale della Rai con delega al digitale terrestre, ha commentato l’iniziativa annunciata da Sky.

Poco – ha spiegato Leone – perché tutti noi speravamo e speriamo ancora che Sky apra davvero al decoder unico come abbiamo sollecitato anche in occasioni pubblichecome le audizioni in Vigilanza e in Agcom. Soluzioni provvisorie, tecnicamente discutibili e accessibili solo a pochi, ovvero a coloro che hanno il decoder ad alta definizione, sembrano più operazioni di marketing che una reale volontà di consentire la visione di tutte le piattaforme ai telespettatori”.

 

“Basterebbe che Sky – ha sottolineato Leone – come previsto anche da vecchie delibere dell’Agcom, mettesse a disposizione le proprie specifiche tecniche di criptaggio Nds alle industrie che producono decoder per consentire agli utenti del satellitare pay di fruire integralmente e con qualità di visione dell’offerta digitale terrestre, free o pay che sia, e viceversa. Comunque – ha concluso Leone – siamo sempre a favore della massima diffusione del digitale terrestre purché la sua offerta non venga reimpostata e reimpaginata da Sky con modalità editoriali soggettive sulle quali ovviamente vigileremo”.

 

Va bene l’iniziativa di Sky per rendere visibile sul tutto il territorio nazionale il digitale attraverso la Digital Key. La concorrenza non può che essere positiva. Ma questo sia di stimolo anche per la Rai affinché migliori la propria offerta e illumini, senza costi per i cittadini, quelle aree che oggi non sono coperte dal segnale del digitale terreste”, ha dichiarato Remigio Del Grosso, vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Utenti (Cnu), organismo dell’Agcom.

“La Rai dovrebbe fornire in comodato d’uso il decoder a tutti gli utenti di Tivù Sat – ha detto ancora – , che dunque dovranno obbligatoriamente ricorrere al satellite se vorranno continuare a vedere la televisione una volta spento il segnale analogico – ha concluso Del Grosso – Il servizio pubblico, a parte il canone, non deve comportare altri oneri per i cittadini”.

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