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Google, insieme a un gruppo di autori ed editori, presenterà il 9 novembre una versione modificata del loro accordo in merito alle copie digitali di libri soggetti a diritto d’autore.
E’ quanto ha stabilito il giudice distrettuale di Manhattan Denny Chin, in riferimento all’accordo che ha suscitato forti preoccupazioni da parte del Dipartimento della Giustizia statunitense e dalle altre parti in causa.
Secondo il governo, l’intesa sembra dare agli editori il potere di limitare la concorrenza e a Google una “esclusiva di fatto” nella distribuzione delle opere orfane (i libri coperti da copyright, ma i cui titolari non sono rintracciabili).
Un legale dell’associazione degli autori ha riferito che le parti auspicano di ottenere l’approvazione definitiva all’accordo entro dicembre o al limite per l’inizio di gennaio.
Michael Boni, legale degli autori, e Daralyn Durie, avvocato di Google, si augurano – hanno dichiarato – di ottenere il via libera definitivo al nuovo accordo entro la fine di dicembre e gli inizi di gennaio.
L’accordo originario, che è stato siglato da Google, dall’Authors Guild e dall’Association of American Publishers lo scorso anno, prevede che la società di Mountain View sborsi 125 milioni di dollari per la creazione di un registro nel quale autori ed editori possano registrare i propri lavori e venire pagati ogni volta che il testo è visionato online.
Intanto le associazioni degli autori e degli editori francesi hanno citato in giudizio il motore di ricerca con l’accusa di contraffazione di libri per la diffusione digitale.
Il gruppo, formato dall’associazione degli editori francesi Sne e dalla società degli autori Sgdl, ha protestato contro il sistema di ricerca Google Book Search per la digitalizzazione dei contenuti di alcune opere che, secondo l’accusa, sono state inserite senza il permesso di autori ed editori.
“E’ inaccettabile che qualcuno si prenda la briga di digitalizzare i libri senza chiedere”, ha detto Herve de la Martiniere a capo del gruppo editoriale francese Seuil.
La casa editrice aveva già depositato l’istanza contro Google France e Google Inc. nel 2006, ma ha dovuto attendere oggi affinché il caso fosse affrontato in tribunale. Secondo De la Martiniere sono circa 4.000 le opere della Seuil ad essere state digitalizzate senza autorizzazione.
La Sne ha stimato che sono circa 100.000 le opere francesi inserite indebitamente sul motore di ricerca.
Ma il Commissario Ue alla Società dell’informazione, Viviane Reding, in occasione della presentazione a Bruxelles del White Paper di EDiMA (European Digital Media Association) sulla strategia per lo sviluppo dei nuovi servizi media, ha invece evidenziato l’importanza di non perdere l’opportunità offerta dalla grande biblioteca digitale di Google.
“Se non agiamo in fretta – ha spiegato – presto gli americani beneficeranno non solo della più grande offerta di contenuti digitali del mondo, ma saranno anche in grado di accedere con un semplice click a quasi 10 milioni di libri, tra cui le cosiddette opere orfane, che sono in gran parte nel nostro patrimonio culturale europeo”.
Se non comprendiamo questo, ha detto il Commissario, “rischiamo di creare un nuovo divario digitale” con l’America.
Bisogna, quindi, “affrontare il problema della digitalizzazione dei libri e delle opere orfane”.
“E’ inaccettabile che un’enorme parte dell’eredità culturale europea resti inaccessibile ai cittadini Ue, quando potrebbe essere a portata di click. La risposta europea a Google Books non deve essere una guerra culturale contro il progresso tecnologico, ma un invito ad accelerare la migrazione dell’Europa verso un sistema moderno che faccia l’interesse di autori e investitori. Dobbiamo mettere in atto soluzioni che evitino che la digitalizzazione avvenga tutta negli Stati Uniti”.
Secondo la Reding le prime mosse da fare sono: intanto affrontare la questione della digitalizzazione su vasta scala di libri e opere orfane; creare un complesso moderno di regole europee che incoraggi la digitalizzazione nel rispetto del diritto d’autore; norme comuni sia per il mercato dell’eCommerce che dell’eContent.