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L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato l’introduzione di un codice segreto necessario per avviare il trasferimento dal vecchio al nuovo operatore telefonico di rete fissa.
Secondo l’Autorità, “…la misura approvata consentirà di ridurre, a vantaggio dei consumatori, il fenomeno dei passaggi tra operatori mai richiesti dai clienti”.
Nella sostanza il provvedimento appena approvato dispone l’obbligo per gli operatori di consegnare un codice segreto ai propri clienti.
Tale codice, una volta consegnato al nuovo operatore, permetterà di verificare l’effettiva volontà del cliente di cambiare gestore.
I clienti degli operatori concorrenti di Telecom avranno un nuovo codice di migrazione che conterrà al suo interno il codice segreto, mentre i clienti di Telecom Italia riceveranno un codice segreto che verrà loro fornito in fattura (o via call center o web).
“Con questo provvedimento – conclude l’Agcom – sarà garantita a tutti i clienti una protezione più efficace contro le frodi. L’Autorità vigilerà che gli operatori, nessuno escluso, utilizzino il codice segreto solo per gli scopi per cui è stato previsto e in ogni caso non per trattenere i clienti contro la loro volontà”.
Una misura questa che però non trova d’accordo le associazioni dei consumatori. Il codice segreto va ad aggiungersi al codice di migrazione già al centro di numerose contestazioni – e causa di una serie di multe comminate agli operatori – poiché utilizzato dalle aziende per ostacolare le pratiche di portabilità del numero.
Nei giorni scorsi, Altroconsumo e Adiconsum hanno scritto all’Authority per ribadire l’apprezzamento verso la decisione di ridurre drasticamente i tempi della portabilità del numero, ma anche per sottolineare la pericolosità, visti i precedenti, di introdurre un nuovo ‘codice’, che potrebbe trasformarsi in un nuovo strumento atto a ostacolare le richieste dei clienti.
L’introduzione di un simile meccanismo, dice Adiconsum, “deve essere fermamente impedita”, poiché “potrebbe offrire all’azienda cedente uno strumento per prolungare i tempi del cambio di operatore, recando un danno al consumatore e bloccando di fatto il mercato della telefonia fissa”.
Medesimi i dubbi espressi da Altroconsumo, secondo cui “l’introduzione di un codice segreto rischia di rappresentare un ulteriore impedimento burocratico e di rendere complesso e oneroso per i consumatori il passaggio ad altro operatore”.
È noto infatti che già il codice di migrazione è stato utilizzato in maniera che definire scorretta sarebbe un eufemismo: la sua mancata comunicazione, o la comunicazione scorretta o in ritardo è infatti alla base della frustrazione di molti clienti che avevano fatto richiesta di cambio operatore.
Ne è prova il fatto che sia l’Agcom che l’Antitrust sono intervenute per sanzionare gli operatori telefonici che ne hanno fatto un uso distorto.
Su un mercato, quello della telefonia fissa, dove l’ex monopolista Telecom Italia controlla ancora l’80% del mercato, le ulteriori difficoltà che potrebbero nascere in seguito all’introduzione del nuovo codice potrebbero finire per creare, sottolinea Altroconsumo, “una sorta di monopolio di ogni singola compagnia sui propri clienti”, facilitando rincari e abusi ai danni dei consumatori, “non potendo essi contare su procedure certe per “sfuggire” agli aumenti”.
Altroconsumo auspica, dunque, che l’Agcom “ponga le condizioni affinché il consumatore sia libero di scegliere, facilmente, l’operatore di cui avvalersi per la fornitura dei servizi fissi senza dover ricorrere a regole e meccanismi complicati che limitano la libertà dei consumatori”.
Sottolineando che il codice segreto “non tutela i consumatori dai danni derivanti dal furto d’identità e dall’attivazione di servizi non richiesti”, Adiconsum suggerisce invece di assegnare il codice al consumatore – associato al codice fiscale o alla partita Iva – e di conservarlo in un database opportunamente creato e consultabile da tutte le aziende telefoniche.