Europa
Gli operatori mobili italiani non ci stanno a passare per i più cari d’Europa, come li dipinge uno studio condotto dall’Autorità finlandese per le tlc (Ficora), secondo cui gli utenti che usufruiscono di un abbonamento mobile pagano più che nel resto della Ue.
Dallo studio, che prende in esame le tariffe praticate dagli operatori mobili di 19 Paesi, vengono escluse però le carte prepagate: si tratta dunque di un’analisi che riguarda circa il 15% degli utenti italiani, visto che nel nostro Paese sono molto più diffuse le carte pre-pagate che gli abbonamenti.
L’Authority finlandese ha preso in esame tre profili di consumo e anche le tariffe per la banda larga mobile: solo in questo ultimo segmento le tariffe medie italiane (29,61 euro al mese) si collocano sotto della media europea di 34,95 euro al mese.
Relativamente ai tre profili individuati – uso moderato, uso medio e uso intenso – l’Italia si colloca, se non in vetta alla classifica dei prezzi più alti, sempre nelle prime 4 posizioni.
L’uso moderato corrisponde a un totale di 150 minuti di conversazione (diciamo quindi 50 chiamate da 3 minuti ciascuna) e 25 sms: se nella Ue si pagano in media ogni mese 24,98 euro, in Italia, secondo lo studio Ficora, il costo sale a 32,09 euro – il quarto più caro dopo Svizzera, Francia e Irlanda – e per di più, in aumento rispetto allo scorso anno, quando per lo stesso consumo si pagavano 31,93 euro.
Il secondo profilo include 300 minuti di conversazione e 100 sms: in Italia questo paniere costa mensilmente 62,83 euro – circa 20 euro in più rispetto alla media Ue, nonostante una diminuzione rispetto al 2008 del 13,6% – e ci vale il secondo posto dopo la Svizzera (69,76 euro).
Gli utilizzatori intensivi sarebbero quindi i più penalizzati, se è vero che per 100 chiamate da 10 minuti l’una, 200 Sms e 50 MB di dati scaricati, l’abbonato mobile italiano paga 201,68 euro: quasi il doppio della media Ue di 106,71 euro e sei volte quello che si paga in Lussemburgo. Il costo di questo paniere, secondo l’Authority finlandese, è sceso del 14% rispetto allo scorso anno, contro il -62% registrato in Islanda e il -57% del Regno Unito.
Immediata la replica dei tre maggiori operatori mobili italiani, secondo i quali lo studio Ficora non corrisponderebbe alla realtà del mercato italiano.
Silvia Candiani, direttore marketing di Vodafone Italia, ha sottolineato che i panieri utilizzati dall’Authority non sono “rappresentativi di come i clienti utilizzano il telefonino e dell’ampiezza dell’offerta degli operatori, tra tariffe, opzioni e promozioni”.
Secondo la Candiani, che ha ricordato come uno studio della Commissione europea ponga l’Italia tra i mercati mobili più competitivi e convenienti, “un cliente Vodafone può spendere ben il 70% in meno per i panieri adottati”.
Anche Maximo Ibarra ha difeso i costi degli abbonamenti di Wind: “I nostri abbonamenti ‘All inclusive’, che rappresentano l’83-85% delle linee, rispetto a quanto afferma lo studio offrono due volte e mezzo i minuti per le chiamate (2.500), tre volte il numero di sms (600), e una quantità di traffico su internet molto maggiore, compreso il roaming”.
Per Telecom Italia, infine, le tariffe proposte agli clienti in abbonamento si collocano ben al di sotto sia dei livelli definiti dall’Authority finlandese che della media Ue: “…la nostra realtà è che con una spesa mensile di 80 euro, che può salire al massimo a 95 con gli Sms e la trasmissione dati, diamo anche il telefono”, ha dichiarato il responsabile del mercato consumer, Fabrizio Bona.
La soluzione proposta, infine, dal Consiglio nazionale degli utenti guidato da Remigio Del Grosso, è quella di ridurre sempre più le tariffe a consumo per privilegiare quelle flat.
Il 6 ottobre 2009, a Roma, ore 9.00 – 13.30 appuntamento per il workshop
“Liquidi, veloci, mobili: contenuti digitali e risorse della conoscenza“
.
Promosso dalla Fondazione Luca Barbareschi e organizzato da Key4biz, con il sostegno di Eutelsat
.Parteciperanno i rappresentanti di istituzioni, imprese, enti di ricerca, esperti.