Ultrabroadband: D’Angelo (Agcom) ‘Nuove regole per garantire investimenti e accesso universale’

di Alessandra Talarico |

Italia


Nicola D'Angelo

Lo sviluppo delle nuove infrastrutture di rete a banda larga e ultra larga è un fattore essenziale per promuovere competitività e sviluppo economico: ma come sviluppare un quadro normativo che sappia tenere conto della necessità degli operatori di ottenere un ritorno degli investimenti e di garantire l’accesso ai servizi a tutta la popolazione, a prescindere dal reddito o dalla posizione geografica?

 

Su questi temi si è incentrato il 3° Workshop di coordinamento del Programma di Ricerca ‘Infrastrutture e Servizi a Banda larga e Ultra Larga’ (ISBUL), promosso dalla Direzione studi, ricerca e formazione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, con la collaborazione di alcuni dei principali Atenei italiani e stranieri – Milano Bocconi e Politecnico, Napoli Federico II, Università di Roma (LUISS, Roma Tre, Sapienza, Tor Vergata), Università di Siena, Politecnico di Torino, e Imperial College di Londra.

 

La realizzazione di un quadro normativo in grado di promuovere gli investimenti nelle reti, garantendo al contempo il mantenimento della struttura concorrenziale del mercato è un tema dibattuto a livello europeo, ma deve per forza tener conto delle esigenze di ciascun Paese.

L’Italia, come hanno confermato anche recenti studi, è ancora afflitta da un forte digital divide: le famiglie italiane con connessione a internet in banda larga hanno superato nel corso del 2009 la soglia dei 10 milioni (comprese le famiglie connesse in mobile broadband) ma persiste un gap infrastrutturale che interessa ancora il 12% della popolazione e coinvolge anche aspetti socio demografici e culturali (quali età media elevata, nuova immigrazione, bassi redditi, bassa scolarizzazione).

Gioca inoltre un ruolo chiave nell’arretratezza digitale del Paese la scarsa alfabetizzazione informatica, su cui si deve agire con urgenza soprattutto per risollevare le sorti del sud del Paese, il più colpito dal digital divide e dall’arretratezza delle infrastrutture.

 

Nello specifico della situazione italiana è entrato il commissario Agcom Nicola D’Angelo, che si è fermato sull’importanza di predisporre regole in grado di “conformare il mercato, di aumentare la capacità d’investimento e di renderla più flessibile”.

Per questo, ha aggiunto D’Angelo, “l’Autorità sta portando avanti una riflessione su come deve cambiare la regolazione non solo dal lato degli investimenti infrastrutturali e, dunque, della rete fisica, ma anche dal lato dei servizi che su queste nuove reti poi essere trasmessi”.

 

Per quanto riguarda il nostro Paese, la regolamentazione – ha detto ancora il commissario Agcom – “deve assicurare, anche in quelle zone in cui adesso non c’è la banda larga, che ci siano condizioni di accesso tali che anche un cittadino che ha meno possibilità economiche possa utilizzarla”.

 

Il tema è evidentemente molto complesso e, soprattutto, trasversale, poiché – come ha ricordato il direttore del Centro studi dell’Agcom Fulvio Ananasso – “riguarda aspetti tecnologici, ma anche giuridici ed economici”.

Il Programma di Ricerca ‘Infrastrutture e Servizi a Banda larga e Ultra Larga’ (ISBUL), del valore di 700.000 euro, si articola su 3 Progetti (Tecnologico, Economico e Giuridico) e 14 Sottoprogetti (Work Packages) da completare nel corso del corrente anno 2009.

L’obiettivo dell’Autorità, in questo momento di transizione verso le nuove infrastrutture digitali e per evitare ulteriori squilibri competitivi nel futuro, è quello di porre le basi per un presidio permanente sulle tematiche tecnologiche e sulle normative ed economiche relative agli aspetti infrastrutturali delle Reti di Nuova Generazione (NGN) a banda larga e ultra larga.

 

Il progetto si avvia verso la seconda fase, che consiste nella realizzazione di un registro delle infrastrutture di nuova generazione, una sorta di mappatura dei cavi necessaria per chi volesse fornire un servizio. Nel corso di questa fase, ma non solo, ha sottolineato il Rettore della Federico II Guido Trombetti, sarà cruciale il ruolo delle Università “che devono fare sistema e diventare il motore dello sviluppo”.

 

 

 

Il 6 ottobre 2009, a Roma, ore 9.00 – 13.30 appuntamento per il workshop  

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Promosso dalla Fondazione Luca Barbareschi e organizzato da Key4biz, con il sostegno di Eutelsat.

Parteciperanno i rappresentanti di istituzioni, imprese, enti di ricerca, esperti.

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