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Il passaggio dalla televisione terrestre analogica a quella digitale libererà una quantità di spettro senza precedenti, attorno alla quale ruotano gli interessi dell’industria wireless, pronta a sfruttare le porzioni di spettro non utilizzate – il cosiddetto ‘white space‘ (o, all’europea, ‘dividendo digitale‘) – per offrire ai consumatori e alle imprese nuovi servizi a banda larga wireless.
Nelle scorse settimane, Microsoft ha commissionato uno studio che valuta in 100 miliardi di dollari in 15 anni il valore degli ‘spazi bianchi’, una stima in qualche modo anche conservativa poiché legata all’incremento della diffusione di dispositivi radio non licenziati – in grado cioè di esplorare la banda, individuare gli “spazi vuoti” di una determinata area e autoconfigurarsi per la trasmissione e la ricezione in quegli spazi – per i quali è prevista una vera e propria ‘impennata’ nei prossimi 5 anni.
Già da tempo le società americane hanno fiutato il business e si sono unite in un’alleanza – battezzata, appunto, White Space Alliance (include Google, Intel, Microsoft, Philips, Dell e altri) – che ha convinto il governo Usa ad aprire gli ‘spazi bianchi’ a tutti i player: una vittoria cruciale, che – secondo le aziende che l’hanno propugnata – servirà a stimolare la competizione con gli attuali gestori di servizi, oltre che ad allargare l’uso delle frequenze a nuovi player dotati di modelli di business nuovi.
Fornire accesso a internet attraverso lo spettro televisivo potrebbe inoltre essere una soluzione valida per garantire i servizi nelle aree rurali, dove altre tecnologie richiederebbero investimenti troppo onerosi, mentre nelle aree urbane, un simile sistema potrebbe in qualche modo essere combinato con i servizi via doppino o via cavo per trasmettere il segnale nelle case e negli uffici.
Secondo lo studio, condotto Perspective Associate, entro il 2014 la vendita di dispositivi ibridi – in grado cioè di usare sia spettro licenziato che non licenziato – potrebbe superare quella di dispositivi in grado di usare solo banda licenziata, inclusi televisori, radio e alcuni tipi di cellulare.
Il rapporto stabilisce un valore minimo dell’approccio unlincensed analizzando tre ambiti già esistenti: il Wi-Fi domestico, negli ospedali e l’utilizzo di etichette a radiofrequenza (RFID) nell’industria dell’abbigliamento.
Stime ‘conservative’ pongono l’attuale valore del mercato Wi-Fi ‘casalingo’ negli Usa tra 4,3 e 12,6 miliardi di dollari all’anno.
Combinando tutti e tre gli ambiti – che rappresentano appena il 15% del mercato totale dei microprocessori proiettato al 2014 – il valore del mercato potrebbe attestarsi tra 16 e 37 miliardi di dollari all’anno nei prossimi 15 anni. “Si tratta di stime che ‘sottovalutano’ quindi il valore generato da un uso ‘non licenziato’ dello spettro”, sottolinea Perspective Associate.
Anche la Ue sembra andare verso un accesso aperto e senza licenza allo spettro e ha introdotto nuove misure volte a garantire una maggiore flessibilità e un approccio armonizzato a livello europeo nell’utilizzo dello spettro radio, oltre che a rispondere all’evoluzione dei bisogni del mercato delle comunicazioni wireless, sfruttando a pieno i vantaggi dello switch off.
Secondo le valutazioni di Bruxelles, infatti, se le risorse radio fossero utilizzate con la massima efficienza in tutta la Ue e se servizi e dispositivi fossero disponibili e facilmente accessibili in tutta Europa piuttosto che solo in alcuni Stati il potenziale impatto economico del dividendo digitale aumenterebbe di ulteriori 20-50 miliardi di euro tra adesso e il 2015 e a lungo termine potrebbe dare luogo ad un incremento aggiuntivo di 30 miliardi di euro.
Il 6 ottobre 2009, a Roma, ore 9.00 – 13.30 appuntamento per il workshop
“Liquidi, veloci, mobili: contenuti digitali e risorse della conoscenza“
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Promosso dalla Fondazione Luca Barbareschi e organizzato da Key4biz, con il sostegno di Eutelsat e Sielte
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