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Telecom Italia: Agcom elimina price cap e introduce nuovi obblighi per NGN. Bertoluzzo (Vodafone) avverte, ‘Rischio monopolio nel fisso’

Italia


In Italia, resta alto il pericolo di un “ritorno al monopolio nella telefonia fissa”. E’ quanto ha dichiarato il numero uno di Vodafone Italia, Paolo Bertoluzzo, in merito alla delibera Agcom con la quale sono stati definiti gli obblighi di Telecom Italia nei mercati dell’accesso alla rete fissa.

La delibera, posta a consultazione, abolisce l’obbligo di price cap per il canone telefonico dovuto dalla clientela finale (consumatori ed aziende) e conferma i precedenti obblighi di Telecom Italia in materia di accesso alla rete, trasparenza dell’offerta, non discriminazione, controllo dei prezzi.

Il price cap, in sostanza, è il limite prefissato entro il quale Telecom Italia può variare il canone telefonico. La sua abolizione implica che Telecom non avrà più un ‘tetto’, ma potrà fissare liberamente il canone che ritiene più giusto.

 

L’Autorità ha quindi proposto che il meccanismo pluriennale di tariffe all’ingrosso della rete di accesso (unbundling) entri in vigore il 1° maggio 2010, “all’esito di una valutazione approfondita dei costi, secondo le indicazioni della Commissione Europea”, che consiglia un “modello a costi correnti”. Fino all’adozione del nuovo modello, l’Autorità propone di lasciare invariato il costo dell’unbundling.

 

Per Bertoluzzo vi sono tre condizioni imprescindibili che si dovranno rispettare per evitare la rimonopolizzazione: “E’ fondamentale – ha affermato – che vengano mantenuti gli obblighi di replicabilità delle offerte retail, che si vada verso una nuova generazione di fibra aperta a condizioni eque per tutti gli operatori e che il prezzo dell’unbundling per la rete in rame scenda e non salga come ha fatto negli ultimi mesi”.

 

Bisognerà, certo, attendere gli esiti della consultazione pubblica e il parere della Commissione Ue, ma se queste condizioni non verranno rispettate, a rischio vi sono gli investimenti nel settore: un pericolo che il nostro Paese non può correre,  soprattutto in questa fase di transizione verso le reti di nuova generazione.

 

Nella sua delibera, l’Autorità ha adeguato l’impianto regolamentare all’evoluzione verso le reti di Nuova Generazione, introducendo – in linea con quanto proposto dalla Commissione Europea – una serie di obblighi anche per i nuovi servizi all’ingrosso (fibra spenta e cavidotti, in particolare), così da garantire un’effettiva competizione tra l’operatore storico e gli altri operatori di rete fissa anche nello scenario delle reti a larghissima banda.

 

Ma per Bertoluzzo, la competizione per gli operatori alternativi è quasi impossibile, considerando il fatto che Infostrada, Fastweb e Vodafone, “hanno un valore di Ebitda meno Capex pari a zero”, mentre “Telecom Italia ha il 100% del mercato pari a 4 miliardi di euro”.

 

Bertoluzzo ha comunque rinnovato la propria fiducia nei confronti dell’Agcom, il cui operato sembra vada nella giusta direzione, auspicando però che anche in futuro l’obiettivo primario resti il mantenimento di uno scenario competitivo “perché già oggi lo spazio dei competitor della rete fissa è risicato”.

 

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