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“La denuncia presentata dagli editori di giornali della Fieg all’Antitrust per abuso di posizione dominante? Mi sembra un’operazione pretestuosa, strumentale, per ottenere vantaggi tattici a breve termine”.
E’ quanto ha dichiarato Massimiliano Magrini, fino allo scorso luglio country manager di Google Italia, in un’intervista rilasciata a Prima Comunicazione.
Secondo Magrini, invece di prendersela con Google, “gli editori dovrebbero imparare a gestire meglio il cambiamento, a usare meglio internet: Il vero problema non è Google, è l’innovazione tecnologica; sono le tecnologie che trasformano il mondo dei media in maniera radicale. Google si muove nella direzione del cambiamento, ne capisce le logiche e riesce a capitalizzarle. Gli editori no”.
Aggiungendo: “Gli editori si portano dietro un modello organizzativo e di business consolidato in anni di attività, quindi fanno molto fatica a cambiare. Google è invece una realtà nuova e ha saputo sfruttare meglio di altri il mutamento di paradigma, favorendo l’innovazione“.
Intanto proprio per quanto riguarda Google Books, il Dipartimento di Giustizia americano ha chiesto al tribunale federale di New York di bloccare l’accordo raggiunto fra la società e alcuni sindacati di editori e di autori americani che consente alla società di Mountain View di digitalizzare milioni di libri. Nella documentazione presentata in tribunale, il Dipartimento di Giustizia ha osservato come l’accordo sollevi problemi in materia di diritti di autore e di abuso di posizione dominante.
Allo stesso tempo, però, il Dipartimento invita le parti in causa ad andare avanti nelle trattative.
Nell’ottobre 2008 Google e i sindacati di editori e di autori americani hanno raggiunto un accordo sulle modalità di utilizzo negli Usa di libri digitali, in base al quale il gigante internet avrebbe percepito il 37% degli utili legati all’utilizzo dei libri online, a fronte di un 63% che sarebbe andato nelle tasche di editori e autori. L’accordo per la biblioteca digitale di Google sarà esaminato dalla giustizia americana il prossimo 7 ottobre.
Molte società concorrenti, fra le quali Microsoft e Yahoo!, hanno già presentato ricorsi contro l’accordo, mentre Sony – che ha stretto un’intesa con Google affinché sul suo lettore digitale possano essere letti i libri della biblioteca online di Mountain View – si è schierato dalla parte del motore di ricerca.
Per i difensori del progetto si tratta di un’azione tesa, tra l’altro, a garantire accesso digitale a libri rari ed ormai fuori stampa e fornire accesso gratuito a copie elettroniche di libri da computer delle biblioteche pubbliche o delle università. Un modo per assicurare un maggiore accesso alla conoscenza alle persone più svantaggiata, dal punto di vista fisico o finanziario.
Secondo gli esperti il mercato dell’eBook, dove Google sta fortemente investendo, è ancora marginale ma si attendono interessanti sviluppi nel medio termine in Italia ma anche nei Paesi più all’avanguardia come Stati Uniti e Gran Bretagna in testa.
Enormi le potenzialità del mercato per i libri scolastici o conservati nelle biblioteche tanto che anche l’Italia ha deciso di aprire le porte, come altri Paesi europei, al controverso progetto di digitalizzazione dei libri capitanato da Google.
Al momento in Italia, secondo i dati dell’Ufficio studi dell’Aie, il mercato degli audiolibri e dell’eBook congiunti non pesano oltre lo 0,03% del mercato complessivo del libro.
“Quello che ci manca è l’hardware“, ha sottolineato Cristina Mussinelli, responsabile del settore tecnologie dell’Aie.
“Sul mercato italiano non sono ancora in vendita i lettori di eBook che hanno conquistato l’America, come Kindle della Amazon, che conta già su 300mila titoli, e Reader della Sony che ne vanta 100mila. Anche se ci fossero questi device, occorrerebbe poi creare un ricco catalogo come è stato fatto all’estero’.
Un forte impulso potrebbe arrivare dal settore education: l’art 15 del decreto 112 del 2008 prevede che siano disponibili entro l’anno scolastico 2011-12 “libri scaricabili da internet”. Ma la Mussinelli frena: “Le caratteristiche tecnologiche non sono state definite. Si tratta non esattamente di eBook, ma probabilmente di libri misti (carta più file digitale) oppure di integrazioni interattive su internet o di materiale per lavagne interattive multimediali, però diffuse a macchia di leopardo. Certo, se per eBook a scuola si intende leggere i libri digitali su Kindle, si profila un problema, visto il costo sui 300-350 dollari’.
Gli editori lo sanno ma ancora molti restano alla finestra, in attesa di vedere come evolverà il mercato e se il governo concederà un contributo di start-up, temendo di dover ‘pagare di tasca propria l’innovazione’, secondo le parole di Ulisse Jacomuzzi, amministratore delegato della Sei.
“Alcune case editrici si stanno apprestando a mettere su pdf i loro testi in modo che si possano scaricare dal computer. Anche la Sei sta aumentando la quantità di materiale online e già dal prossimo anno tutte le nostre novità editoriali per la scuola saranno nella forma di libro misto. Tuttavia ciò comporta un enorme investimento e ci chiediamo se ci sia un mercato pronto ad assorbire le nostre proposte. Occorrerebbe che tutte le scuole fossero dotate di banda larga e che i docenti fossero preparati”.
“Nel settore scolastico gli eBook non costituiscono ancora un vero mercato. Possiamo prevedere uno sviluppo nei prossimi anni se gli studenti avranno strumenti adeguati per fruirne“, concorda Sergio Saviori, direttore editoriale di Mondadori Education.
“Ad ogni modo, tutti i nuovi libri del 2009 di Mondadori Education hanno contenuti online (esercizi per il ripasso, test di verifica, interrogazioni simulate, riassunti, karaoke) aggiuntivi rispetto ai volumi cartacei”.
Ma per pensare davvero all’avvento dell’eBook nella scuola, “sarebbe necessario disporre di dispositivi a basso costo”, ha concluso Saviori, “a colori e con sufficiente autonomia nella carica elettrica. Questa soluzione al momento non è disponibile”. Insomma, l’eBook a scuola non è per l’immediato futuro. Anche gli studenti della nuova generazione non hanno scampo: tocca studiare sui libri, quelli veri.
L’editoria cambia insomma con internet e con l’evolversi delle tecnologie e in un futuro non troppo lontano il mercato propenderà per l’eBook ma anche per self-publishing, audiolibri e print on demand.
Pubblicare un libro senza editore oggi è possibile. I siti di self-publishing più diffusi sono Mybook, ilmiolibro.it, Cafepress, Lulu, Createspace: danno la possibilità agli utenti di creare, stampare e mettere in vendita online il proprio libro, attraverso pochi e semplici passaggi ad un prezzo contenuto. Ha da poco compiuto un anno, ad esempio, ilmiolibro.it, del Gruppo Editoriale L’Espresso. Nato a maggio
Attualmente sono oltre 40 mila gli iscritti al servizio, con circa 100 mila internauti che, ogni mese, visitano il portale. Ed è in crescita anche il mercato degli audiolibri: se in Italia se ne comincia a parlare soltanto da pochi anni, nei paesi con mercati più maturi, come gli Stati Uniti, l’editoria sonora ha segnato nel 2007 un +6% (dati dell’Audio Publisher Association) raggiungendo un fatturato che ormai sfiora il miliardo di dollari. Sulla stessa lunghezza d’onda
Stando a uno studio dell’International Digital Publishing Forum, l’organo ufficiale americano preposto al monitoraggio del settore, il mercato mondiale dell’eBook ha segnato un +178% nel primo semestre 2009 rispetto allo stesso periodo 2008. Inoltre, il fatturato mondiale del libro elettronico a metà
Anche in questo settore l’Italia è in controtendenza: secondo l‘Osservatorio permanente contenuti digitali, solo un italiano su dieci (il 10%) pensa che in futuro i libri elettronici si affiancherà con successo a quelli tradizionali.
In merito ai contenuti, quelli più adatti sembrano essere legati allo studio e al lavoro. Più limitato il gradimento per l’eBook sul cellulare (4% per studio e lavoro, 2% per libri di svago). E mentre si discute sul progetto di digitalizzazione dei libri, a cui ora guardano anche molte biblioteche, e in cui Google Books è parte in causa, il gigante di Mountain View spiazza tutti raggiungendo un accordo con On Demand Books la società ideatrice della Espresso Book Machine, una super stampatrice in grado di produrre 300 pagine in 4 minuti, che dai prossimi giorni potrà avere accesso all’immenso archivio digitale della società di Sergey Brin e Larry Page. Un processo che accontenterà gli irriducibili del libro di carta: in pochi minuti, il tempo di un caffè, si potrà stampare il libro che si desidera, dal manuale di cucina all’introvabile trascrizione di un manoscritto patrimonio del motore di ricerca.