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Nessuna fusione o acquisizione all’ordine del giorno: l’obiettivo primario di Alcatel-Lucent è al momento quello di ripristinare “un clima operativo normale”.
Lo ha riferito Ben Verwaayen, l’amministratore delegato del gruppo franco americano, sottolineando che la società non è alla ricerca di alcun ‘aiuto esterno’.
Verwaayen risponde così alle indiscrezioni che volevano il gruppo pronto a siglare un accordo con
Di ritorno proprio dalla Cina, dove ha presenziato al World Economic Forum di Dalian, Verwaayen ha minimizzato i rischi di un’eventuale acquisizione di capitale da parte di Huawey o dell’altro vendor cinese ZTE e si è detto “estremamente soddisfatto” della posizione del suo gruppo nel Paese.
“I rischi in questo senso non sono aumentati rispetto a ieri o al giorno prima”, ha affermato.
Anche ZTE ha smentito le indiscrezioni relative a un prossimo ingresso nel capitale della concorrente, ma le speculazioni proseguono.
La contrazione delle spese degli operatori causata dal mix costituito dall’impatto della pressione regolamentare, dalla crescente competizione e dalla recessione, ha avuto ovviamente ripercussioni negative sui bilnaci dei fornitori di infrastrutture.
Su Alcatel-Lucent – ma anche sulla joint venture Nokia Siemens Networks – hanno pesato ulteriormente le difficoltà legate all’integrazione interna.
Solo a luglio la società è riuscita a tornare in utile, registrando al secondo trimestre 2009 profitti netti di 14 milioni di euro (0,01 euro per azione), contro un passivo di 1,1 miliardi dello stesso periodo 2008 e dopo nove trimestri consecutivi di perdite.
A fronte di queste difficoltà, gli analisti ritengono inevitabile una nuova ondata di consolidamento del settore: tra le ipotesi circolate nei mesi scorsi, quella di un’unione tra Alcatel-Lucent e Nokia Siemens Networks – che potrebbe consentire ai due gruppi di contrastare la leadership della svedese Ericsson – e di una fusione tra i due vendor cinesi Huawei e ZTE.
Verwaayen si è detto tuttavia convinto del fatto che l’industria delle infrastrutture per le tlc sia concentrata sulla trasformazione piuttosto che sul consolidamento.
Bisogna puntare “sulle proprie strategie, senza stare troppo a guardare quello che fanno gli altri” ha detto il boss di Alcatel-Lucent, citando l’allenatore dell’Arsenal, Arsene Wenger, di cui Verwaayen si è detto grande ammiratore.
Non bisogna inoltre fossilizzarsi nella convinzione che i leader del mercato delle infrastrutture possano essere sempre e solo europei o americani: “ci sono molti nuovi player”, ha affermato Verwaayen, riferendosi agli agguerriti concorrenti cinesi.
La Cina rappresenta per il vendor franco americano un mercato molto importante: la società ha realizzato un terzo delle infrastrutture fisse e mobili del Paese, che convoglia oltre la metà delle attività del gruppo nella regione Asia Pacifico.
Ed è in Cina che si gioca gran parte del futuro dell’industria: il Paese ha infatti una popolazione giovane e molto desiderosa di comunicare e navigare e, dopo una prima fase di rapida espansione, sta crescendo anche la complessità del mercato.
“La Cina – ha aggiunto Verwaayen – è un elemento costitutivo di ciò che vogliamo fare su base globale”.
Per il 2009, Verwaayen ha ribadito le attese di una contrazione del mercato compresa tra l’8 e il 12%, mentre dovrebbe andare un po’ meglio nel 2010, quando “ogni trimestre sarà un po’ meglio del precedente”.