Italia
Proseguono senza intoppi tecnici le operazioni in Valle d’Aosta per il passaggio al digitale terrestre, che verranno completate lunedì 22 settembre.
Della nuova tecnologia di trasmissione radiotelevisiva in Italia si è cominciato a parlare nel 2001 con la legge 60, che prevedeva il passaggio entro il 2006, scadenza inizialmente slittata al 2008 (con la legge 51/06) e poi definitivamente al 2012 (con la legge 222/07).
Se il nostro Paese avesse rispettato la scadenza del 2006, sarebbe stato il primo al mondo a spegnere il segnale analogico. Purtroppo i ritardi delle emittenti nazionali e locali nell’adeguare gli impianti al nuovo sistema hanno comportato la necessità delle varie proroghe.
L’Italia ha ancora la possibilità di colmare il gap, sfruttando meglio le nuove opportunità offerte dal digitale, in particolare l’interattività.
Le offerte infatti esaltano altre caratteristiche del digitale, sicuramente altrettanto importanti, come il miglioramento della qualità audiovisiva e il pluralismo, tralasciando che la nuova tecnologia consentirà nuovi e importanti servizi.
In primis la possibilità per il telespettatore di non avere più un ruolo passivo davanti alla Tv ma di interagire, fruendo delle offerte di tGovernment, per esempio, ma anche di tCommerce o tBanking. Possibilità che consentono di accorciare i tempi della Pa, rendendo più snelle ed efficienti le procedure amministrative, oppure di fornire tutte quelle applicazioni fino a oggi disponibili su internet.
Una vera e propria rivoluzione che però non ha prodotto ancora i giusti investimenti. I broadcaster dovranno modificare i propri modelli di business e invogliare gli utenti a interessarsi di più a tutte le nuove possibilità offerte dal digitale, in modo che si possa vivere la Tv in maniera veramente innovativa.
L’interattività così facendo diventerebbe una reale opportunità di guadagno per tutta la filiera: dalle emittenti televisive, ai produttori di contenuti, alle telcos, alle aziende del mercato Ict.
Proseguono intanto i lavori in Valle d’Aosta per poi passare la Trentino che dal 15 ottobre comincerà a spegnerà l’analogico. Saranno le valli Giudicarie ad aprire il processo di transizione dal sistema televisivo analogico a quello digitale che si concluderà due settimane più tardi, il giorno 27 ottobre, con la città di Trento, la valle dell’Adige, le valli dei Laghi, Cembra, Fiemme, Alta Valsugana e valle di Non. Complessivamente sono 9 le aree che una dopo l’altra vedranno spegnersi la televisione analogica e contemporaneamente accendersi la televisione digitale. Sono una quarantina le televisioni interessate dallo switch-off.
Rai e Mediaset hanno confermato l’attuale copertura del territorio trentino (che si aggira attorno al 99%), mentre le altre televisioni distribuiranno sul territorio il nuovo segnale in modo graduale.
Per le zone d’ombra, Rai, Mediaset e TI Media hanno lanciato Tivù Sat, una piattaforma satellitare destinata a coprire le aree dove il digitale non riesce ad arrivare.
E proprio su Tivù Sat, la scorsa settimana l’Agcom ha aperto un’istruttoria sulle scelte di criptaggio dei programmi Rai sul satellite.
L’istruttoria, scrive l’Autorità in una nota, “…dovrà accertare le modalità di distribuzione delle smart card (incluse quelle per gli italiani all’estero) i criteri per la distribuzione dei programmi televisivi privi di diritti per l’estero, la possibilità per tutti gli utenti di ricevere la programmazione di servizio pubblico gratuitamente su tutte le piattaforme distributive anche in linea con quanto avviene in altri paesi europei. Questo, per dare risposta alle concrete esigenze manifestate dai consumatori e per consentire lo sviluppo della concorrenza in base ai contenuti offerti e non alle apparecchiature utilizzate”.
Il Consiglio dell’organismo di vigilanza, all’unanimità, ha deciso l’apertura dell’istruttoria “per verificare il rispetto, da parte della Rai, degli obblighi di servizio pubblico e del contratto di servizio”.
Contestualmente, anche a seguito delle segnalazioni di alcune associazioni dei consumatori e della situazione d’incertezza venutasi a creare tra gli utenti, ha aperto un’istruttoria – conclude la nota – al fine di accertare le tipologie dei decoder attualmente sul mercato, la loro conformità degli accordi di cessione delle licenze alla normativa di settore nonché tutte le iniziative utili all’adozione di un decoder unico.
A riguardo, l’Adiconsum ha espresso soddisfazione per l’apertura dell’istruttoria, sottolineando che il decoder unico rappresenta l’unico strumento garante della visione di tutti canali televisivi trasmessi da qualsiasi piattaforma satellitare e non.
L’associazione ha pertanto chiesto all’Agcom di “agire con una certa rapidità ed urgenza, convocando tutte le parti interessate per trovare la soluzione tecnica che garantisca la visione delle trasmissioni delle emittenti nazionali sul satellite con un solo decoder”.