Tv spazzatura: campana a morto per i reality. I telespettatori cominciano a preferire i talent show, ma non in Italia

di Raffaella Natale |

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Si spegne la Tv sul trash? “Magari”, direbbero già in molti. Pare proprio che la Tv spazzatura abbia stancato i telespettatori. Era ora, aggiungo io.

Ma l’Italia, come sempre, resta ancora fanalino di coda di questa tendenza mondiale che viene fuori da un monitoraggio, condotto nei primi otto mesi del 2009, di circa 100 autorevoli testate giornalistiche di 12 Paesi del mondo (Australia, Austria, Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, India, Medio Oriente, Russia, Spagna, Svizzera e Usa), commissionato all’Osservatorio Giornalistico Internazionale ‘Nathan il Saggio’ dal Gruppo Sitcom.

I dati sono stati resi noti in occasione della presentazione a Milano dei nuovi palinsesti dei canali satellitari tematici Alice (cucina), Leonardo (casa), Marcopolo (turismo) e Nuvolari (motori).

 

L’Italia, ahimè, resiste. Al Bel Paese piacciono ancora tanto i reality show e si prepara al debutto della decima edizione del Grande Fratello che sarà festeggiata con una versione extra-large che durerà cinque mesi e a breve partirà anche ‘La Tribù – Missione in India’.

Avviene diversamente in altri luoghi, forse perché sono stati toccati picchi di trash estremo, come la morte, a fine agosto, di un pakistano annegato durante una sfida subacquea nel corso delle riprese di un reality in stile ‘Survivor’ in Thailandia.

L’emittente televisiva britannica ‘Channel 4′, detentrice dal 2000 dei diritti del controverso programma, ha infatti annunciato che l’11esima edizione del ‘Big Brother’, prevista per il gennaio 2010, sarà anche l’ultima.

Negli Stati Uniti il programma sopravvive, ma gli ascolti sono sensibilmente diminuiti, a tutto vantaggio di talent show come ‘America’s Got Talent’ e ‘So You Think You Can Dance’. In Australia, sul fortunato format il sipario era già calato per sempre lo scorso anno al tramonto dell’ottava edizione. E anche in Germania il trend è negativo.

 

“In realtà – scriveva qualche giorno fa il Mirrorl’unica notizia sorprendente è perché ‘Channel 4’ ci abbia messo così tanto a chiuderlo. I produttori hanno continuato a cavalcare un cavallo morto 10 anni fa. I tentativi di vincere gli ascolti hanno portato i produttori a scegliere un gruppo di persone disadattate ed eccentriche, al punto che era diventato imbarazzante guardarle, senza contare che ogni prova era più degradante della precedente”.

 

Insomma il genere televisivo che ha rivoluzionato i palinsesti è ormai all’ultimo stadio e tenta ancora la risalita aggrappandosi al trash e allo scandalo per racimolare ascolti.

“La morte per il ‘Grande Fratello’ – si legge sul Mirror – è giunta con l’arrivo dei talent show, dove i contendenti sono premiati per la loro vera abilità di intrattenere piuttosto che per la grandezza della loro bocca”.

“Trovo un po’ facile – commenta, tuttavia, il Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Sitcom, Valter La Tona – identificare il trash con il ‘Grande Fratello’. Sicuramente è trash far coincidere il concetto di televisione con un unico genere: il reality. Così come non trovo che si possa considerare grande televisione trasformare lo schermo in un occhio perennemente puntato sul tavolo di un anatomopatologo. La grande televisione la fanno i grandi editori. Noi puntiamo a fare ‘piccole’ televisioni per i nostri ‘grandi” spettatori'”.

 

“Le ‘piccole Tv’, come le definisce La Tona, sono ormai – conferma il Vicepresidente di Sitcom, Gianpaolo Sodano – la nuova frontiera del mercato televisivo nazionale. Dopo tre decenni di duopolio Rai – Mediaset, le nuove tecnologie digitali e satellitari fanno da cornice alla nuova sfida Sky – Mediaset. La novità sta nel fatto che questa sfida la vince chi è capace di proporre al pubblico non i programmi più popolari, come avveniva nella tv generalista, ma l’offerta più ricca. Per costruire quest’offerta è indispensabile l’alleanza delle due grandi aziende televisive con quanti sono capaci di creare contenuti e costruire “piccole tv'”.

 

Secondo il Business Week, se non sono stati celebrati ancora i funerali dei reality show, è solo “grazie alla recessione economica, in quanto la produzione di una trasmissione di questo tipo costa circa un terzo di quello che costa una produzione tv di diverso tipo, ma con lo stesso successo”.

“Per catturare l’attenzione dei telespettatori anche in Francia non resterebbe che affidarsi alla volgarità e al nudo, come testimoniato dal successo di ‘Secret Story’, giunto alla sua terza stagione“, commenta Les Echos, ma il Consiglio superiore dell’audiovisivo (Csa) ha già preso posizione contro l’emittente Tf1 che trasmette il reality.

 

Endemol intanto sta lavorando a una carta etica che definirà precisi limiti per i partecipanti ai suoi programmi.

 

In Spagna Telecinco ha annunciato addirittura l’adattamento del format britannico ‘Boys and girls alone’, una sorta di ‘Grande Fratello’ con protagonisti bambini tra i 10 e i 12 anni.

 

La misura, insomma, è davvero colma e si diffonde la voglia di cambiamento.

 

Anche nel mondo orientale, dove pure i reality sono arrivati in ritardo rispetto agli Usa e all’Europa.

 

“Secondo un sondaggio condotto quest’estate in Israele dalla Milward Brown, il pubblico televisivo – scrive il Jerusalem Postvuole vedere meno reality show e più sceneggiati (il 58% vuole più sitcom, il 57% preferirebbe show di intrattenimento e il 40% ama i documentari)”. Ascolti a picco per questa tipologia di trasmissioni anche in Cina, “con programmi come Idol che stanno perdendo mordente e che continuano ad essere popolari soltanto tra i giovani”, commenta il China Daily.

Persino in India “sono le buone e vecchie soap e serie televisive a fornire consistenti bacini di ascolto e quindi guadagni pubblicitari – secondo il Business Standard – mentre i reality perdono terreno”.

 

Altalenante anche l’andamento della versione locale di ‘Got Talent’, che ha totalizzato inizialmente ascolti pari al 4%, per poi scendere a quota 2% a metà stagione e chiudere, infine, al 3,2%. Per il vicedirettore del Tg5, Piero Vigorelli, che ha debuttato su ‘Alice’ con ‘Mare Nostrum’, occorre tuttavia operare dei distinguo: “All’estero hanno fatto i peggiori obbrobri. Penso alla vicenda di Jade Goody cui è stato comunicato in diretta di essere malata di cancro. E’ evidente che sono andati sul trash per poter alzare gli ascolti. Qui in Italia per fortuna non si è arrivati a questo. Detto questo, è indubbio che la tv segua una tendenza già consolidata nel mondo della carta stampata. I periodici generalisti e di gossip perdono colpi a vantaggio di quelli specializzati, dedicati ad esempio all’uncinetto, al lavoro a maglia, al giardinaggio, alle case, agli arredi e, in generale, alle passioni degli italiani. Questo spiega l’analogo successo dei canali televisivi tematici”.

 

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