Italia
L’Agcom farà ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR Lazio di ri-allungare i tempi della portabilità del numero, ossia la possibilità per i consumatori di cambiare gestore telefonico mantenendo il proprio numero.
Il TAR ha accolto in sostanza il ricorso presentato dai gestori telefonici contro
Un’anomalia tutta italiana, visto che la Commissione europea ha stabilito che questo passaggio possa e debba avvenire entro un solo giorno dalla richiesta e ha più volte richiamato l’Italia per i tempi troppo lunghi ancora vigenti nel nostro Paese, definiti “un’ingiustificabile punizione” per gli utenti.
La delibera prevede inoltre l’obbligo per gli operatori che attivano utenze senza il consenso dei clienti a ripristinare a proprie spese la situazione iniziale.
Spesso, infatti, gli operatori mettono in atto pratiche illecite per recuperare i clienti che hanno fatto richiesta di passare a un concorrente, proponendo, di regola tramite i call center, piani tariffari vantaggiosi o offerte personalizzate che vengono attivati di frequente senza il consenso dell’interessato, che rimane vincolato così a un’offerta mai richiesta che si frappone al suo desiderio di cambiare gestore.
Nel migliore dei casi, queste offerte, come ha stabilito anche l’Antitrust, si fondano sulla comunicazione ai consumatori di informazioni “oscure, inesatte, incomplete, fuorvianti e/o non rispondenti al vero”, per convincerli subdolamente, anche attraverso l’invio di sms dal contenuto ambiguo o di non agevole comprensione, a non passare alla concorrenza.
Una vera e propria giungla, insomma, in cui l’Agcom aveva cercato di portare un po’ di chiarezza anche con una serie di norme volte a limitare il numero di casi in cui la richiesta di portabilità viene scartata o rifiutata, senza ragioni di natura sostanziale, dall’operatore cedente.
La decisione dell’Agcom di impugnare la sentenza dei giudici amministrativi è stata accolta con favore dalle associazioni dei consumatori.
Secondo Paolo Landi di Adiconsum, si tratta di un “atto dovuto”, dal momento che
Adiconsum, ha proseguito Landi, “auspica che il Consiglio di Stato ripristini la decisione 78/08 nella sua integrità e che finalmente il mercato della telefonia mobile, ormai maturo, lasci libero il consumatore di scegliere, facilmente, l’azienda da utilizzare per la qualità del servizio offerto, senza dover ricorrere a regole che limitano i comportamenti dei cittadini e senza privilegi per le aziende maggiori”.