Francia
La Francia, dice un comunicato del ministero della Cultura e della Comunicazione, “vuole che sia rispettato il diritto d’autore nel quadro del contenzioso tra Google Book Search e gli editori e gli autori americani”.
Al di là dei singoli casi – prosegue il comunicato – la questione pone un problema di principio al quale la Francia ha già mostrato di essere particolarmente attentata: quello del rispetto del diritto d’autore, che garantisce la remunerazione dei creatori e consente la diversità culturale.
La Francia, presentando obiezione al tribunale di New York che dovrà valutare l’accordo transattivo tra Google e gli editori e gli autori americani, aveva rilevato che “il progetto di transazione non è conforme né al diritto di proprietà intellettuale né al diritto alla libera concorrenza”.
Del tema si è occupata anche l’Unione Europea aprendo di fatto un negoziato con Google rispetto al progetto di creare una gigantesca biblioteca online. Mentre l’iniziativa è ad uno stadio molto avanzato negli Usa, dove ancora si attende un difficile passaggio giudiziario, dato che alcuni editori si sono rivolti alla magistratura per bloccare questa intesa, in Europa la questione è solo agli inizi.
La Ue deve adattare la sua normativa sui diritti d’autore, ancora “troppo frammentata“, alle esigenze dell’era digitale, soprattutto per quanto riguarda i libri che non vengono più stampati e quelli rimasti ‘orfani’ del loro autore. Questa la posizione espressa dai commissari Ue per le comunicazioni e il mercato unico, rispettivamente Viviane Reding e Charie McCreevy, davanti all’incalzare di Google e della sua biblioteca online.
Punto di partenza dei colloqui è l’accordo raggiunto – limitatamente agli Stati Uniti e ancora in attesa di validazione del tribunale Usa – tra Google e i detentori dei diritti d’autore.
L’intesa – già giudicata non applicabile in Europa dalla Federazione degli editori europei – prevede la compensazione dei titolari dei diritti delle opere scannerizzate, ai quali andrà anche il 63% degli utili ricavati da Google dall’uso commerciale delle stesse opere.
Con le audizioni di questi giorni
Un portavoce di Google, in risposta alle preoccupazioni degli editori italiani, ha dichiarato: “Riconfermiamo il nostro impegno a prestare attenzione a tutte le preoccupazioni espresse dall’AIE e a impegnarci seriamente per offrire una risposta. Il nostro obiettivo è e rimane quello di dare nuova vita a milioni di libri difficili da trovare e fuori commercio, nel rispetto del copyright“.
La società in audizione a Bruxelles ha fatto sapere che, in attesa di negoziare un accordo con gli editori europei simile a quello già raggiunto negli Stati Uniti per circa sei milioni di libri ormai introvabili per i consumatori, i libri ormai fuori stampa negli Usa, ma ancora in vendita sui mercati europei, verranno rimossi dal catalogo digitale di Google.
‘Le parti coinvolte nell’accordo hanno inviato una lettera a diverse associazioni di editori europei per chiarire che i libri che sono ancora in commercio in Europa verranno considerati come tali e resi disponibili agli utenti statunitensi solo nel caso di autorizzazione da parte delle persone che ne detengono i diritti’. Contro l’accordo si erano schierati la Commissione europea, Amazon, Microsoft e Yahoo!.
Google ha già fatto un passo indietro sulla sua volontà iniziale di mettere on-line in Usa libri presenti sul mercato europeo ma non su quello statunitense. Prima con un comunicato poi con una conferenza stampa tenuta dall’inviato dell’azienda a Bruxelles si è chiarito che “i libri europei saranno offerti solo dietro una esplicita autorizzazione di chi ne detiene i diritti“, ha spiegato un rappresentante di Google, Daniel Clancy.
La Commissione europea ha un atteggiamento dialogante in questa vicenda. Google oltre alla questione della pubblicazione dei libri europei solo con autorizzazione ha fatto anche un altro passo avanti, offrendo la possibilità a due rappresentanti europei di entrare nel board dell’iniziativa. “E’ un passo importante, dimostra che c’è spazio per trattare”, ha ammesso Jessica Sanger, rappresentante dell’Associazione degli editori e dei librai tedeschi, tra i più forti oppositori del progetto statunitense.