Europa
“Nell’ultimo anno l’Italia, accusando un calo del 6% del Pil, è tornata indietro di 10 anni. Ma questo scenario di crisi, in un certo senso, è utile perché indica che non c’è più tempo da perdere nell’accelerazione dei processi digitali innovativi che vedono l’Italia oggi in forte ritardo rispetto ai Paesi concorrenti”.
Questo è quanto pensa Umberto Paolucci, vicepresidente di Microsoft e responsabile per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa, intervistato da Radiocor a margine del workshop Ambrosetti a Cernobbio.
“
“C’è ancora molto lavoro da compiere sul fronte delle infrastrutture digitali, dell’eliminazione della carta e della progressiva dematerializzazione della Pa negli ambiti servizi, sanità e sicurezza”.
Paolucci giudica, però, positivamente la collaborazione tra Microsoft e il ministero della Pubblica Amministrazione e Innovazione guidato da Renato Brunetta.
“Dall’agosto 2008, da quando abbiamo firmato un protocollo d’intesa con il Governo, abbiamo ottenuto risultati tangibili”, ha spiegato Paolucci.
Tra questi,
Giustizia e istruzione sì, ma anche sanità e sicurezza sono i capisaldi del piano di eGovernment 2012 realizzato dal ministro Brunetta per rendere più efficiente e trasparente la Pa, migliorare la qualità dei servizi erogati a cittadini e imprese e diminuirne i costi per la collettività.
Paolucci sottolinea che, per quanto in ritardo “è in atto un forte cambiamento nel settore della Pa italiana. Bisogna investire di più perché c’è da tener presente, in un orizzonte più lungo, quello che sarebbe il costo di non farlo, di rinunciare all’innovazione. E questo deve servire da stimolo anche per la spinta all’innovazione nel settore privato. E’ necessario – continua – un contagio positivo tra pubblico e privato. Perché le piccole e medie imprese italiane hanno ancora molta strada davanti nel cammino digitale. Abbiamo bisogno di maggiori sinergie, di distretti più forti e di un nuovo slancio delle imprese verso la ricerca di processi produttivi tecnologici“.
I modelli da seguire? Cina e India, aree “che oggi sfornano molti più ingegneri dell’Europa. Ciò significa che l’Europa e l’Italia devono compiere uno sforzo in più per essere competitive su scala globale. E dal suo canto – ha concluso – Microsoft sta facendo grandi sforzi” ricordando l’autunno caldo che aspetta la società di Redmond che ha annunciato per il 6 ottobre il lancio dei Windows Phones a cui seguirà il rilascio, previsto per il 22 ottobre, del nuovo sistema operativo per pc Windows 7.
Con il Windows Phone, Microsoft risponde all’avanzata dei dispositivi mobili intelligenti, arruolando big dell’industria quali HP, HTC, LG, Samsung, Toshiba, Acer, Sony Ericsson, ma anche molti operatori da AT&T, Tim Brasil, Verizon e NTT DoCoMo a Orange, Deutsche Telekom e Vodafone.
Alleati di tutto rispetto, per una serie di dispositivi che, assicura il Ceo Steve Ballmer, “integreranno il meglio del Web, del PC e del telefono per connettersi istantaneamente alla proprie esperienze più importanti, indipendentemente da dove ci si trovi”.
I Windows phone monteranno gli stessi strumenti utilizzati sul Pc: dal browser Internet Explorer a Outlook, dal pacchetto Office (Word, Excel e PowerPoint) a Windows Live, per tenersi in contatto con amici e parenti attraverso i social networks.
I nuovi smartphone Microsoft daranno quindi accesso a uno store di applicazioni attraverso il quale gli utenti potranno acquistare o scaricare gratuitamente una serie di programmino per personalizzare il dispositivo, come già avviene con l’App Store della Apple o l’Ovi di Nokia.
Oltre al nuovo sistema operativo, Microsoft ha in cantiere anche una nuova versione di Office, suite di applicazioni molto venduta, e sta finalmente guadagnando terreno su Google con il suo motore di ricerca Bing, attivo da sei settimane.
La crisi economica ha inciso sull’ultima trimestrale di Microsoft, ma i prossimi lanci, così come la raggiunta intersa con Yahoo! per la ricerca, fanno ben sperare sia il gruppo che gli analisti
In un’intervista rilasciata il 23 luglio a Repubblica, Paolucci, riguardo alla crisi ha commentato: “…Le parole d’ordine sono sempre più innovazione e cambiamento veloce. Per questo, in tempi di crisi del mercato abbiamo aumentato la voce del nostro budget per la ricerca e lo sviluppo. Che è passato da
Per Paolocci, “Siamo partiti dalla metafora e dall’esperienza del personal computer per poi estenderla ai dispositivi mobili. Altri – non legati all’esperienza pc – sono stati più bravi, sul fronte consumer, a stimolare