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Sarà alla guida di un fondo di venture capital che punta ad aiutare le giovani e innovative aziende cinesi attive nell’ambito di internet, del mobile web e del cloud computing: Kai-Fu Lee, 3 giorni dopo aver annunciato la decisione di lasciare la guida di Google China, delinea così i suoi obiettivi futuri a capo di Innovation Works, un fondo da 115 milioni di dollari per aiutare le start up cinesi a emergere.
Nella sua nuova avventura l’ex dirigente Microsoft, dal 2005 alla guida delle operazioni di Google sul mercato cinese, ha coinvolto nel suo progetto protagonisti di alto profilo del settore: dal co-fondatore di YouTube Steve Chen al maggiore produttore cinese di hardware Legend Group (casa madre di Lenovo), dalla taiwanese Foxconn Technology Group, ai fondi New Oriental Education & Technology e Group WI Harper Group, che sarà l’investitore principale.
Le start up cinesi, ha spiegato Lee, incontrano troppi ostacoli, quali “la mancanza di esperienza manageriale e di formazione e la riluttanza del venture capital a investire in società nelle prime fasi di sviluppo”.
“Queste barriere contribuiscono alla scarsità di start up sul mercato cinese dell’hi-tech e alla mancanza di una classe dirigente giovane e preparata”, ha aggiunto Lee, sottolineando come l’obiettivo di Innovation Works sia proprio quello di “abbattere le barriere e accelerare l’arrivo sul mercato di aziende innovative e in grado di competere sul mercato globale”.
Nel Paese con la maggiore popolazione online al mondo – con i suoi oltre 340 milioni di internauti la Cina ha superato ormai il mercato americano – mancano insomma i capitali a disposizione dei giovani imprenditori locali che vogliano costruire un’attività nel loro Paese.
Ecco perché, ha concluso Lee, Innovation Works ambisce a diventare “un’istituzione in grado non solo di promuovere le innovazioni tecnologiche più promettenti, ma anche di far sì che gli imprenditori più talentuosi possano concentrarsi sulla creazione di nuovi prodotti”.
Kai-Fu Lee è sicuramente uno dei più importanti manager dell’hi-tech cinese e quando lasciò Microsoft alla volta di Google fu al centro di un contenzioso legale tra le due società.
Microsoft voleva infatti evitare che Lee trasmettesse alla concorrente i segreti industriali relativi alle tecnologie di ricerca e alle strategie di business in Cina appresi durante gli anni di lavoro a Microsoft.
Sta di fatto che con Lee al timone, Google China ha raddoppiato la propria quota di mercato a spese della concorrente locale Baidu, ma ha dovuto acconsentire ai dettami censori del governo cinese, attirando le vigorose proteste degli attivisti per i diritti umani e la libertà di espressione.
Le cose, però, non sono sempre andate tutte per il verso giusto e lo scorso luglio il governo di Pechino ha accusato la società di essere veicolo della maggior parte dei contenuti pedo-pornografici che circolano in rete, bloccando l’accesso a molti dei servizi offerti dal motore di ricerca, tra cui anche il sito di video-sharing YouTube.