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Dopo più di un anno di trattative, finalmente Microsoft e Yahoo! hanno raggiunto un’intesa. Si tratta di una partnership nel campo dei motori di ricerca e della pubblicità online nel tentativo di contrastare efficacemente Google, leader incontrastato, almeno fino a oggi, del settore.
L’operazione dovrebbe completarsi entro l’inizio del 2010. Con questo accordo il colosso del software di Redmond si guadagna l’accesso al secondo maggiore motore di ricerca su internet, e potrà anche aumentare la diffusione di Bing, il suo motore di ricerca lanciato recentemente. L’accordo è il culmine di anni di trattative, voci e speculazioni tra le due compagnie. Il gruppo di Redmond ha addirittura tentato di comprare la società di Sunnyvale lo scorso anno ma l’offerta di 47,5 miliardi di dollari è stata rifiutata, mentre è naufragato, per ragioni normative, anche il tentativo della stessa Yahoo! di un accordo commerciale con Google nel campo dei motori di ricerca.
Con questa intesa, spiega il Chief Executive Officer di Microsoft Steve Ballmer, “creeremo più innovazione nella ricerca e più valore per gli inserzionisti, dando più scelta ai consumatori in un mercato che è attualmente dominato da un’unica compagnia. Questo accordo – aggiunge – ci darà più risorse per creare il futuro della ricerca”.
Attualmente, in base ai dati pubblicati dalla compagnia di ricerche Cmscore, Google ha il 65% del mercato della ricerca sul web, seguita da Yahoo! con il 19,6% e Microsoft con l’8,4%.
“Si apre una nuova era per lo sviluppo e l’innovazione in internet”, afferma il Ceo di Yahoo! Carol Bartz. Gli utenti, ha detto ancora, “potranno beneficiare dell’innovazione grazie alle risorse e alla scala che l’accordo assicura”; anche gli inserzionisti “beneficeranno della nuova scala e della maggiore facilità di utilizzo di una singola piattaforma”. Vengono insomma gettate “le fondamenta per una nuova era di innovazione e sviluppo su internet”.
Secondo i termini del contratto
Yahoo! prevede così di guadagnare circa 500 milioni di dollari l’anno in utili operativi e di risparmiare 200 milioni di spese capitali. La web company prevede anche che l’intesa garantirà benefici per 275 milioni di dollari al cash flow operativo annuale.
Riguarderà solo le ricerche sul web e le relative inserzioni pubblicitarie, mentre le due società rimarranno separate e autonome su altri prodotti, come email, messaggi e advertising.
Dovrà comunque essere sottoposto all’approvazione delle autorità statunitensi che regolano l’antitrust.
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