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Il vendor svedese Ericsson ha battuto Nokia Siemens Networks nella corsa all’acquisizione degli asset CDMA-Long Term Evolution (LTE) di Nortel, uno degli asset principali della società canadese (secondo vendor mondiale di soluzioni CDMA dopo Alcatel-Lucent), relativo alle tecnologie che rappresentano l’evoluzione della telefonia mobile.
La società svedese ha offerto 1,13 miliardi di dollari (795 milioni di euro), contro i 650 milioni di euro messi sul piatto da Nokia Siemens Networks.
L’accordo dovrà essere approvato dalle autorità preposte, che dovrebbero pronunciarsi entro domani 28 luglio, e rappresenta un nuovo tassello nel cammino del vendor svedese verso la liquidazione.
Nortel, infatti, ha già siglato un accordo con Avaya per la cessione della divisione Enterprise, per 475 milioni di dollari ed è alla ricerca di un acquirente anche per la divisione metro.
Come parte dell’accordo con Ericsson, alla società svedese passeranno 2.500 dipendenti Nortel, di cui 400 specializzati nella Ricerca e Sviluppo sull’LTE, che è la tecnologia evoluzione dell’Umts.
Nel 2008,
Il Ceo di Ericsson Carl-Henric Svanberg ha spiegato che l’accordo – insieme al recente accordo da 4,5 miliardi di dollari con Sprint per la gestione dei servizi di rete – permetterà al suo gruppo di assumere una posizione di leadership sul mercato nordamericano, che – nella prima metà del 2009 – ha rappresentato appena l’11% delle vendite totali, generando un fatturato di 2,7 miliardi di dollari, legato principalmente ai servizi e alle infrastrutture GSM e W-CDMA.
Nortel, intanto, continuerà a concentrarsi nella ricerca di acquirenti per gli altri business, al fine – ha spiegato il Ceo Mike Zafirovski – di “massimizzare il valore della società preservando l’innovazione delle piattaforme, le relazioni con i clienti e l’occupazione”.
Nokia Siemens Networks, da canto suo, ha confermato il proprio interesse per l’espansione sul mercato nordamericano, nonostante la sconfitta in questo affare.
Il responsabile delle operazioni di mercato, Bosco Novak, ha sottolineato che il gruppo non era intenzionato a chiudere la trattativa ad ogni costo: “La nostra era un’offerta che puntava a sostenere i grandi progressi conseguiti in nord America negli ultimi 18 mesi e siamo sicuri che lo slancio proseguirà”.
Nortel, fondata nel 1895 col nome di Bell Telephone Company of Canada, lo scorso 15 gennaio ha chiesto la protezione dai creditori e ha annunciato un vasto piano di ristrutturazione delle finanze, in seguito al crollo della domanda di infrastrutture per le telecomunicazioni.
Il gruppo, troppo piccolo rispetto agli altri competitor occidentali, non è riuscito nel corso di questi anni a sostenere il ritmo di investimenti in ricerca e sviluppo richiesto dall’industria.
Anche dopo la cessione nel 2006 ad Alcatel-Lucent delle attività di accesso radio UMTS (UTRAN) e dei relativi asset per un valore di 250 milioni di euro, i costi sono rimasti troppo elevati per competere soprattutto coi prodotti degli agguerriti vendor cinesi ZTE e Huawei.
La crisi economica e finanziaria mondiale ha quindi peggiorato la situazione: nel 2008, Nortel ha registrato una perdita di 5,8 miliardi di dollari e il primo trimestre di quest’anno ha confermato il tracollo, con un calo del fatturato del 37%.
Dopo l’acquisizione di Marconi da parte di Ericsson nel 2005, quella di Lucent da parte di Alcatel e la fusione tra le reti di Nokia e Siemens nel 2006, si preannuncia dunque una nuova ondata di consolidamento nel settore delle infrastrutture per tlc, anch’esso colpito duramente dalla contrazione della domanda, nonostante le previsioni ottimistiche iniziali.